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Un focus sul nuovo Ccnl della dirigenza area sanità

Dal 1° gennaio 2019 siamo in un regime di vacanza contrattuale e con quello che è successo nei mesi scorsi il rinnovo immediato del Ccnl della dirigenza e del comparto sarebbe il minimo che si possa fare. Bisogna ora riflettere sulle prospettive future della prossima tornata contrattuale, sia dal punto di vista organizzativo, sia con incentivi alla corretta collocazione delle risorse umane sui territori più disagiati, sia con incentivi alla creazione di team itineranti, in grado di diffondere expertise lungo i percorsi delle reti di cura e di presa in carico. 

10 LUG - Sono passati sei mesi dalla firma del rinnovo del CCNL dei medici e degli altri dirigenti ma non tutte le clausole contrattuali sono a regime, anche a causa dell’emergenza dei mesi passati. Il 19 dicembre 2019 è stato, infatti, sottoscritto il contratto collettivo dell’Area Sanità per il triennio 2016-2018 che riguarda 134.000 dirigenti medici e sanitari appartenenti al Comparto del Servizio sanitario nazionale. Il contratto riconosce aumenti tabellari a regime pari a euro 217 medi pro capite con arretrati contrattuali per il periodo 2016-2017. È previsto, inoltre, un incremento dei Fondi destinati alla contrattazione integrativa seppure nei limiti fissati dalla legislazione vigente che è particolarmente complessa.
 
Una survey recente dell’Anaao Assomed ha messo in evidenza un forte ritardo nel confronto regionale avviato nel 48% dei casi e concluso per il 18%. C’è stato l’avvio delle procedure di contrattazione nelle aziende solo nel 28% dei casi, con una formale determinazione delle delegazioni sotto il 42% e rispetto dei tempi previsti solo nel 7,75 % dei casi. Con il nuovo CCNL sono stati ridefiniti i modelli relazionali sindacali, valorizzando l’istituto della partecipazione e riformulando l’informazione; per alcuni aspetti il sistema delle relazioni sindacali si differenzia da quello del comparto.
 
Di notevole importanza la parte dedicata agli incarichi che prevede molte innovazioni. In materia di orario di lavoro e riposi, il contratto raggiunge una parziale deroga alla normativa comunitaria in favore di esigenze organizzative delle aziende sanitarie. Si deve rilevare che sussistono oggettivamente alcune differenze con il contratto del Comparto su aspetti normativi sostanzialmente uguali. In tema di guardie, pause, e pronta disponibilità sono sorte alcune polemiche in sede di applicazione da parte delle aziende sanitarie. Il contratto collettivo interviene poi su molti aspetti normativi quali le assenze, i permessi e i congedi, le ferie, il lavoro flessibile, l’ampliamento di alcune tutele (malattie gravi, assenze per prestazioni sanitarie). Infine, in attuazione delle disposizioni del d.lgs. 75/2017, il nuovo contratto collettivo ha revisionato alcuni aspetti del codice disciplinare, prevedendo specifiche sanzioni in caso di assenze ingiustificate in prossimità dei giorni festivi o per assenze collettive.

Il CCNL è in molte parti irrisolto, contiene alcuni errori formali, non risponde in pieno alle aspettative createsi dopo dieci anni ma il primo dato positivo è che ora “un” contratto comunque c’è, mentre il dato negativo sono i molti problemi che, come detto, non hanno trovato soluzione. L’aspetto generale più significativo del contratto è senz’altro quello che vede per la prima volta compattati medici, veterinari, odontoiatri, biologi, chimici, fisici, psicologi, farmacisti e i dirigenti delle professioni infermieristiche e tecnico-sanitarie. In passato le prime tre professioni rientravano nell’Area dirigenziale IV mentre gli altri - insieme alla dirigenza professionale, tecnica e amministrativa – componevano l’Area III. A tale proposito, nella tornata 2019-2021 la dirigenza PTA si dovrebbe affiancare ai colleghi sanitari in virtù del comma 687 della legge di bilancio 2019. Il condizionale è però d’obbligo perché molti segnali – primo fra tutti lo stallo delle trattative per il contratto quadro – inducono a pensare ad un ragionevole e sensato passo indietro.

Si apre, inoltre, una prospettiva inedita e cioè quella che alcune scelte operate nel CCNL della dirigenza possano indurre i sindacati del comparto a riaprire le trattative per il personale dei livelli: la dichiarazione congiunta n. 5 al CCNL del 21 maggio 2018 prevedeva esattamente questa possibilità di “armonizzazione”.

In conclusione non si può non sottolineare che il contratto è già abbondantemente scaduto. Dal 1° gennaio 2019, infatti, siamo in un regime di vacanza contrattuale e con quello che è successo nei mesi scorsi il rinnovo immediato del CCNL della dirigenza e del comparto sarebbe il minimo che si possa fare per tutto il personale, attingendo dalle maggiori risorse che saranno stanziate per la sanità. Bisogna ora riflettere sulle prospettive future della prossima tornata contrattuale, sia dal punto di vista organizzativo, con la valorizzazione di incarichi che supportino la creazione di reti e di raccordi tra ospedale e territorio, sia con incentivi alla corretta collocazione delle risorse umane sui territori più disagiati, per risolvere le discrasie urban-rural, che attraggono risorse nelle città, rispetto alle province o ai centri più disagiati, sia con incentivi alla creazione di team itineranti, in grado di diffondere expertise lungo i percorsi delle reti di cura e di presa in carico.

Queste tematiche saranno affrontate da Federsanità ANCI nell’ambito del webinar in due giornate (oggi e lunedì), affidato a Stefano Simonetti, esperto di legislazione sanitaria, secondo il programma pubblicato. 

10 luglio 2020
© Riproduzione riservata

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