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Stabile (Forza Italia): "A Trieste persone con sintomi costrette a fare il tampone dopo un'ora di attesa al freddo"

15 NOV - "A Trieste tanti cittadini con sospetto Covid, anche se con sintomi come febbre e tosse, sono costretti a effettuare il tampone presso la struttura dedicata nel parco di San Giovanni. Questo è l’unico servizio che esegue test per i soggetti sintomatici, oltre alle USCA, che però riescono ad effettuare solo un numero molto limitato di tamponi", lo scrive sui suoi social Laura Stabile, senatrice di Forza Italia.
 
"Persone febbricitanti e potenzialmente contagiose - prosegue - devono così uscire di casa, salire su mezzi pubblici se non ne hanno uno privato, e poi mettersi in fila all’aperto, per attese anche di un’ora, anche con la pioggia o con la bora. Il che di certo non fa bene a un soggetto ammalato. Sembrerebbe probabile che, in un momento di crescita dei contagi, queste situazioni contribuiscano non poco alla diffusione del virus, dato che persone potenzialmente infette e probabilmente nel periodo di massima contagiosità permangono in ambienti chiusi e affollati (autobus) per tempi non brevissimi. A Trieste, come risulta da numerose segnalazioni di cittadini, accade che chi ha un tampone positivo non venga poi contattato per giorni dal Dipartimento di Prevenzione, perdendo così il tempo utile per tracciare i contatti al fine di contenere la diffusione del virus".
 
"A Trieste c’è stato anche lo scandalo delle mascherine “farlocche” nelle strutture sanitarie, che gli operatori hanno usato fino a poco fa nei reparti Covid credendo di essere protetti. A Trieste non c’è un ospedale dedicato al Covid, come indicato dal Ministero della Salute, ma due ospedali misti Covid e non, entrambi affollati e con percorsi che, con tutta la più buona volontà, non riescono a essere rigorosamente separati tra infetti e non. Trieste ha ora il preoccupante primato dei contagi: le numerose manifestazioni, di qualsiasi tipo, di certo avranno contribuito, così come la posizione geografica, dato l’elevato numero di casi nelle nazioni vicine. Ma è chiaro che il nostro sistema sanitario non si è preparato adeguatamente ad affrontare questa nuova ondata della pandemia. Sarebbe il momento, adesso, di andare a vedere che cosa non sta funzionando nel Servizio sanitario e di correggerlo prima possibile. E non addurre solo cause ineluttabili – come la posizione geografica, i trasporti, la densità di popolazione - o colpevolizzare ancora una volta i cittadini.", cnclude Stabile.
 

 

15 novembre 2021
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