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ASU FC. Nursind, mancano 530 infermieri e “molti se ne stanno andando via”

I sindacati del comparto denunciano criticità, mentre parte dei sanitari vedono le dimissioni come l’unica via d’uscita. Riccardi incontra il Nursind e raccoglie le richieste del sindacato. Per il Nursind, “se si vorrà salvare il salvabile, si dovrà invertire la rotta con politiche lungimiranti e non ricorrere all’emergenza trasformandola in una situazione ordinaria”

17 GEN - La difficile situazione di carenza di personale del comparto nell’Azienda sanitaria Universitaria (ASU FC) al centro di un recente incontro il vicegovernatore con delega alla salute Riccardo Riccardi, e il segretario Afrim Casili, rappresentante degli infermieri Nursind. Dai dati regionali gli infermieri mancanti sono oltre 500, su un’Azienda sanitaria dislocata fra 9 ospedali nella provincia di Udine e che da sola contribuisce per il 50% della sanità friulana.

“Non è la prima volta che denunciamo le precarietà del personale di comparto in ASU FC - dice Casili – che, nel tempo, in assenza di interventi strutturali, è andata via via peggiorando. Ad oggi, dati regionali, il saldo negativo è di circa 530 infermieri e non c’è giorno che io non riceva dai colleghi richieste di informazioni rispetto ai tempi richieste per presentare le dimissioni, mentre siamo in piena emergenza sanitaria. Il clima è di per sé già difficile, questi tipi di problemi non dovrebbero nemmeno esisterete. Molti se ne stanno andando via”.
Il malcontento generalizzato ha portato in alcuni infermieri di ASU FC una sorta di rassegnazione. Per questi professionisti, l’unica soluzione per cambiare la loro condizione sono le dimissioni. I messaggi che quasi quotidianamente riceve il segretario Afrim parlano chiaro: “Ci sono colleghi che non riescono più ad avere i permessi retribuiti della legge 104 per accudire il genitore; altri denunciano che hanno fatto un sacco di ore straordinarie e non gli sono mai state pagate, altri ancora dall’oggi al domani vengono spostati di reparto o addirittura di sede; in alcuni casi mi hanno segnalato che, prima l’Azienda concede le ferie e poi vengono fatti rientrare dalle ferie; in altri casi ancora alcuni colleghi smontanti dalla notte, nel giorno del riposo vengono chiamati un’altra volta a rifare il ciclo della notte. Gli infermieri sono molto arrabbiati perché vengono chiamati a fare sacrifici su sacrifici in forza all’emergenza sanitaria che è diventata l’ordinario. Il malcontento è generalizzato e molti se ne sono già andati via, mentre molti altri mi chiedono informazioni, un giorno sì e l’altro pure, sui tempi di preavviso perché vogliono dare le dimissioni”.

Ultimo pasticcio, secondo il segretario Afrim Casili, riguarda i buoni pasto negati dall’azienda ASU FC per il personale fuori al freddo a fare tamponi e vaccini anti Covid. “È stato sollevato il problema sulla sospensione dei buoni pasto per il personale sanitario e l’Azienda ha risposto che si tratta di un errore e che saranno ripristinati. Guarda caso, sono sempre errori in pejus per il personale sanitario e che da ancora prima di Natale ad oggi non sono stati ripristinati”.

Le proposte di Nursind presentate al vicegovernatore sono chiare: “Se si vorrà salvare il salvabile, si dovrà invertire la rotta con politiche lungimiranti e non ricorrere all’emergenza trasformandola in una situazione ordinaria. Per iniziare la Regione FVG dovrà fare degli sforzi economici per premiare innanzi tutto chi sta lavorando nei reparti intensivi e semi intensivi; laddove strettamente necessario, lo spostamento deve essere concordato con il professionista e deve essere incentivato economicamente soprattutto se tale spostamento comporta cambio di sede lavorativa. Considerato che siamo in emergenza sanitaria, le indennità di terapia semintensiva venga riconosciuta a tutti quei reparti riconvertiti e che ricadono sotto tale intensità di cura e che l’indennità di malattie infettive venga allargata immediatamente a tutti i lavoratori del Ssr che accolgono pazienti Covid qualsiasi sia il grado di gravità della patologia ed in fine che venga allargata l’indennità di terapia intensiva a tutto il personale dei Pronti Soccorsi e dell’emergenza territoriale a livello Regionale. Cosa che ad oggi viene riconosciuta a macchia di leopardo”, conclude Afrim Casili.

Endrius Salvalaggio

17 gennaio 2022
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