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FVG. Telesca: “Riorganizzazione percorso nascita a Gorizia imperniata esclusivamente su parametri sicurezza”

L'assessore alla Salute ha sottolineato che "sotto i 500 parti all'anno una qualsiasi struttura fa registrare un incremento della mortalità materna e neonatale, nonché un aumento del ricorso al taglio cesareo". E ha ricordato: “Le donne che sin qui hanno partorito a Gorizia sono state sottoposte mediamente a più ecografie durante la gravidanza rispetto alla media regionale".

19 MAG - "Il percorso di riorganizzazione della rete di assistenza al 'percorso nascita' a Gorizia non è mai stata questione politica, come viene nuovamente suscitato in questi giorni, ma ha risposto solo ed esclusivamente ad un'urgente esigenza di sicurezza ed appropriatezza degli interventi, come ancora nel 2010 veniva stabilito da un preciso Accordo Stato-Regioni, che fissava in almeno 1.000 nascite/anno il parametro standard a cui tendere nel triennio per il mantenimento, o l'attivazione, dei Punti nascita".

Lo ha ribadito l'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, che ha segnalato anche come "sotto i 500 parti all'anno una qualsiasi struttura fa registrare un incremento della mortalità materna e neonatale, nonché un aumento del ricorso al taglio cesareo". Un ricorso al parto per via chirurgica, ha inoltre indicato Telesca, "che è gravato, viene evidenziato proprio nell'Accordo Stato-Regioni, da un costo umano ed economico non trascurabile: il rischio di morte materna è infatti 3-5 volte superiore rispetto al parto vaginale e la morbosità puerperale è di 10-15 volte superiore".

Ed è quanto è stato rilevato a Gorizia, ha aggiunto l'assessore ricordando i dati già comunicati anche a fronte di un'interrogazione di alcuni giorni fa del Movimento Cinque Stelle che lamentava l'assenza di queste indicazioni, "un ospedale in cui la percentuale dei tagli cesarei è superiore non solo alla media regionale, ma addirittura a quella di strutture di riferimento per la gravidanze ad alto rischio quali il Burlo Garofolo di Trieste". Secondo poi il Rapporto 2005-2010 "Nascere in FVG-CeDAP", della direzione Statistica del ministero della Salute, "le donne che sin qui hanno partorito presso il Punto nascita di Gorizia sono state sottoposte mediamente a più ecografie durante la gravidanza rispetto alla media regionale e a quanto consigliato dalle Linee guida nazionali sulla Gravidanza fisiologica. Anche la percentuale di donne che ha effettuato 8 o più visite in gravidanza risulta superiore rispetto alla media regionale", ha osservato l'assessore.

Il numero di parti/anno che si registrava nel Punto nascita di Gorizia, viene ancora richiamato, è da molti anni inferiore alla soglia minima di sicurezza (media 368 nel periodo 2005-2010) e ha mostrato nel tempo un trend in calo (differenza 2013-2005: -27 p.c.). Già il Progetto obiettivo Materno-infantile del 2004 aveva evidenziato la necessità che la locale Azienda sanitaria individuasse "le strategie necessarie per qualificare l'assistenza ed incrementare l'attività del punto nascita di Gorizia", che all'epoca contava 451 parti/anno.

"Occorre anche rilevare che, sempre per quanto riguarda Gorizia, l'eventuale ricorso, per l'attivazione di una guardia attiva pediatrica 24 ore su 24, a forme flessibili di acquisizione di specialisti (collaborazioni esterne a gettone), costituirebbe di fatto una modalità che non garantisce la continuità assistenziale né l'integrazione tra professionisti. Non è stato inoltre rispettato, per questo Punto nascita, lo standard di almeno 2 ostetriche/turno nei Punti nascita e la sala operatoria non è stata disponibile H24 nel blocco travaglio-parto", ha concluso.
 

19 maggio 2015
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