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FVG. Telesca fa il punto sul Piano emergenze e sul percorso nascita 

Per l’assessore il settore delle emergenze “è uno dei più delicati per garantire il miglior successo possibile delle cure". Quanto al percorso nascita, "complessivamente positivo, ma bisogna creare un sistema di rete che coinvolga i diversi soggetti in grado di accompagnare la donna nella gravidanza fisiologica”.

10 MAR - L'attuazione del nuovo Piano delle Emergenze, e più in generale della Riforma della Sanità regionale, sono stati gli argomenti al centro dell'intervento dell'assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia Maria Sandra Telesca all'apertura della terza edizione del Master universitario in Urgenze-Emergenze Cliniche Extra-ospedaliere che si è tenuta ieri nell'Aula Magna dell'Ospedale di Cattinara a Trieste. Telesca, che ha presentato anche i risultati dello studio compiuto nel biennio 2013-2014 dalla Regione Friuli Venezia Giulia sul percorso nascita, ha evidenziato che “quando si parla di salute lo specifico settore delle emergenze è uno dei più delicati per garantire a tutti i cittadini il miglior successo possibile delle cure". E la Regione “aspettava” un Piano delle emergenze “da 20 anni”.

Il Piano emergenze
L'assessore ha altresì spiegato che il Piano, che deve essere inteso come “un programma organizzativo e uno strumento di lavoro”, prevede una fase di sperimentazione e in questo contesto assume un ruolo strategico l'istituzione del Comitato Regionale Emergenza Urgenza (CREU), al quale spetta il compito di attuare le verifiche in corso d'opera, monitorando gli indicatori di qualità, di efficacia, di efficienza e di risultato.

Passando poi al tema della Riforma della Sanità regionale, l'assessore Telesca ha messo in luce la riorganizzazione dei servizi ospedalieri a favore di quelli del territorio. "Non è necessario avere l'ospedale sotto casa, quanto piuttosto poter disporre di un sistema bene organizzato, capace di offrire pari opportunità di servizio su tutto il territorio della regione".

"La Sanità del Friuli Venezia Giulia – ha proseguito - non ha bisogno di conflitti e di autoreferenzialità - ha concluso Telesca -, ma di competenze e del rispetto reciproco tra gli operatori: tutti accomunati dalle grandi sfide di cambiamento che stiamo affrontando".

Il percorso nascita
Il Percorso Nascita offerto dalla Sanità pubblica in Friuli Venezia Giulia caratterizzato da una “significativa e diffusa soddisfazione delle prestazioni e dei servizi da parte dell'utenza”; un “buon livello di informazione sullo stile di vita più adeguato per affrontare una gravidanza e sulle tecniche di sollievo del dolore”; ma c’è la necessità di rafforzare e armonizzare i servizi sociosanitari nelle due fasi, prima e dopo il parto. Il tutto in un quadro generale in cui si registra un innalzamento dell'età media della maternità e un numero elevato di controlli ecografici. È questo, secondo l’assessore, la fotografia del percorso nascita in Friuli Venezia Giulia emerso dallo studio compiuto nel biennio 2013-2014 dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l'IRCCS materno infantile Burlo Garofolo, le Aziende sanitarie regionali e Televita S.p.A. e presentato ieri a Trieste.

"In un contesto in cui il dato emerso nel suo complesso appare certamente positivo - ha affermato Telesca - va ricordato che l'analisi è stata realizzata prima della Riforma della Sanità regionale e che proprio l'aspetto sociale della gravidanza, che lo studio ha messo in evidenza come quello su cui in passato c'è stata meno attenzione, andrà migliorato dalle disposizioni della nuova architettura delle strutture regionali sulla quale stiamo lavorando".

"Il punto critico quindi - ha spiegato l'assessore - non è l'assistenza sanitaria al momento del parto, e neanche la parte relativa ai controlli, quanto la necessità di creare un sistema di rete che coinvolga i diversi soggetti in grado di accompagnare la donna nella gravidanza fisiologica: nell'ambito del distretto sanitario il consultorio, il medico di Medicina generale e l'ostetrica, figura questa della quale intendiamo valorizzare le competenze nel percorso che precede e segue la nascita".

L'assessore ha illustrato poi l'indagine, che ha preso in esame in tutto 2.094 donne con l'obiettivo di mantenere un orientamento costante sui bisogni della persona rapportati all'offerta del sistema sanitario, in un'ottica di migliorare la qualità delle prestazioni erogate. I casi presi in esame - su base volontaria - sono stati divisi in due campioni distinti: il primo di donne nei primi mesi di gravidanza che hanno usufruito dei servizi sanitari pubblici, il secondo di madri che hanno partorito nei Punti Nascita della regione. Questo per sondare il gradimento in due fasi ben distinte, in cui le aspettative e l'esperienza vissuta possono influenzare l'impatto emotivo.

La raccolta delle informazioni è avvenuta telefonicamente attraverso due questionari calibrati a seconda del campione. Dai risultati emerge la soddisfazione per l'assistenza ricevuta, sia sul numero di visite (93%), sia sui corsi di accompagnamento alla nascita (90,4%) e sulle informazioni per avere autonomia nella gestione domestica del bambino (91,1%).

L'analisi mette inoltre in evidenza come la struttura a cui le donne si rivolgono maggiormente sia l'ambulatorio ospedaliero (66,%), a seguire il privato (23%) e infine il consultorio familiare (10,7%).

Buona l'informazione e la qualità dei servizi sanitari per circa il 90% delle intervistate, mentre si registra una conoscenza al di sotto del 50% dei servizi sociosanitari offerti e dei diritti garantiti dalla maternità.

Infine, oltre al dato del 59% che ha scelto l'analgesia nella fase del travaglio, una curiosità: il 91% delle donne ha voluto avere vicino una persona di fiducia al momento del parto.

10 marzo 2016
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