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FVG. Referendum abrogativo della riforma sanitaria, Telesca: “Si rischia la paralisi”

L’assessore interviene sulla proposta di referendum abrogativo, domani all’esame di ammissibilità in Consiglio. Per Telesca “è irresponsabile nascondere i veri e immediati effetti dell’abrogazione della legge o dell’indizione del referendum”.

04 LUG - “Qui non è in discussione la democrazia ma il diritto a continuare a ricevere cure e servizi sanitari”. Così l’assessore regionale alla Salute del Friuli Venezia Giulia Maria Sandra Telesca, interviene sulla richiesta di indire un referendum  di abrogazione della Riforma della Sanità regionale, affermando in una nota che “è irresponsabile nascondere i veri e immediati effetti dell’abrogazione della legge o dell’indizione del referendum, a cominciare dalla paralisi delle nuove Aziende sanitarie che sono partite da un anno con fusioni e accorpamenti”.

“Le cinque nuove Aziende sanitarie vivrebbero il periodo del referendum  con un’inevitabile stato di incertezza che avrebbe un effetto devastante sui servizi ai cittadini”, aggiunge l’assessore, ricordando che “l’effetto di un’eventuale abrogazione sarebbe che le Aziende da cinque dovrebbero tornare nove e bisognerebbe nominare quattro direzioni nuove con tempi che inevitabilmente rallenterebbero l’attività sanitaria”.

“Inoltre, si bloccherebbe l’attivazione dei Centri di Assistenza Primaria (CAP) sui quali si sta lavorando da un anno e - sottolinea - i piccoli ospedali salvati dalla riconversione finirebbero per chiudere davvero perché non rientrano negli standard  previsti dalle norme nazionali”.

“A titolo di esempio - spiega Telesca - in caso di abrogazione della legge, l’Azienda n. 2 Bassa Friulana-Isontina dovrebbe ri-scomporsi in due aziende e quindi si bloccherebbero i servizi di prenotazione delle prestazioni, i reparti riorganizzati su un’unica azienda dovrebbero essere divisi con disagi per il personale che si è appena riorganizzato. I nuovi posti attivati di riabilitazione e RSA dovrebbero essere scomposti in due aziende e anche i posti da assegnare all’Ospizio Marino di Grado verrebbero messi in discussione”, puntualizza l’assessore.

“Questi sono fatti concreti che devono essere puntualmente esposti da chi chiede il referendum, ma soprattutto devono essere conosciuti dai cittadini della nostra regione. Perché qui non è in discussione la democrazia ma - conclude Telesca - il diritto a continuare a ricevere cure e servizi sanitari”.

Intanto la proposta di referendum sarà martedì in Consiglio per l’esame di ammissibilità.

04 luglio 2016
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