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Trieste. Obbligo vaccinazione per gli asili nido. Tar boccia ricorso di genitori contrari a disposizione del comune: “Prevale interesse pubblico a tutela della salute”

Rigettato il ricorso presentato contro la delibera del comune di Trieste che aveva introdotto quale requisito per l'accesso alle scuole materne e ai servizi per la prima infanzia l'assolvimento dell'obbligo vaccinale. “Il pur rispettabile e tutelabile interesse individuale deve regredire rispetto all'interesse pubblico, in particolare ove si tratti di tutela della salute”. LA SENTENZA

17 GEN - “L'iscrizione a un asilo comporta di necessità la convivenza dei bambini in un ambiente ristretto, per cui la mancanza di vaccinazione, per un elementare principio di precauzione sanitaria, si ripercuoterebbe sulla salute degli altri, anche quelli con particolare debolezze e fragilità immunitarie. Il pur rispettabile e tutelabile interesse individuale deve regredire rispetto all'interesse pubblico, in particolare ove si tratti di tutela della salute. Né va dimenticato come le quattro vaccinazioni citate rimangono obbligatorie nel nostro ordinamento”.
 
Così scrive il Tar del Friuli Venezia Giulia che ha bocciato il ricorso presentato da due coppie di genitori di due bimbi in età prescolare, contro la delibera comunale che, modificando il regolamento delle scuole materne comunali e dei servizi per la prima infanzia, aveva posto quale requisito per l'accesso a detti servizi comunali l'assolvimento dell'obbligo vaccinale.
 
Il collegio sottolinea “come in tale delicata materia la situazione oggettiva sia mutata negli ultimissimi anni, per la diminuzione della copertura vaccinale dei bambini e per l'esposizione al contatto con soggetti extracomunitari provenienti da Paesi in cui anche malattie debellate in Europa sono ancora presenti, tra cui quelle oggetto delle quattro vaccinazioni obbligatorie”.
 
E proprio “il cambiamento del contesto ha comportato anche un mutamento della sensibilità degli operatori pubblici nella sanità e degli enti preposti, tra cui nel caso il Comune, ovviamente attento alla salute dei propri cittadini, in una materia in cui la razionalità scientifica e il pubblico interesse devono prevalere su facili suggestioni ed epidermiche emotività, pur nel pieno rispetto della libertà di ognuno”.

17 gennaio 2017
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