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Ddl Lorenzin. Appello al ministro e al Parlamento

11 OTT - Gentile Direttore,
già una volta è stata determinante la mobilitazione dei professionisti sanitari e delle Organizzazioni di tutela del cittadino, per arrivare all’abrogazione dell’equipollenza tra la Laurea in Scienze Motorie e quella in Fisioterapia voluta dall'art. 1 septies. Oggi, con il Ddl Lorenzin, si cerca, nuovamente, di violare le giuste regole che il Parlamento ha approvato con l’ art. 5 della legge 43/06. Articolo, questo, scritto successivamente al tentativo dei Laureati in Scienze Motorie di farsi riconoscere come professione sanitaria.
 
Anche allora non fu semplice venirne a capo. Era, infatti, stato presentato un emendamento, teso a riconoscere il Laureato in Scienze Motorie come professionista sanitario. Questo godeva di un appoggio trasversale di tutte le forze politiche e venne poi ritirato dopo una decisiva audizione in Commissione sanità del Senato a cui ero personalmente presente.
 
Anche oggi la politica cerca di aggirare le norme e, per risolvere un problema contingente, legato al riconoscimento di nuove professioni sanitarie, sta creando un “vulnus” che potrebbe avere pesanti conseguenze in futuro.
 
Come con Scienze Motorie, gruppi ben organizzati possono far credere che esistano solidi presupposti per un proprio riconoscimento nel sanitario. Presupposti che, in realtà, possono poi rivelarsi inconsistenti e autoreferenziali. Proprio per questo, il Legislatore, ha voluto che fossero vagliati da un organismo terzo, come prevede appunto il comma 3, art.5 della L. 43/06.
Noi, Fisioterapisti, oggi come allora, faremo la nostra parte chiedendo supporto a tutte le altre professioni, per contrastare scelte superficiali e azzardate che non dovrebbero mai trovare spazio in sanità.
 
Non sarà facile, ma abbiano il dovere di fermare questo ennesima “debolezza della politica”, tentando di difendere quei principi sacrosanti che vanno oltre ogni azione corporativa. In questi giorni, siamo impegnati a chiedere ai professionisti sanitari di farsi interpreti di questo disagio inviando al Ministro Lorenzin, al Presidente Marazziti e ai Capi Gruppo un testo nel quale si chiede che non vengano ridotte le garanzie, ad oggi vigenti, per l’individuazione di nuove professioni sanitarie.
 
Il testo approvato in commissione Affari sociali della Camera non garantisce più questi fondamentali presupposti.
 
In particolare, l’appello chiede di ripristinare il vincolante e preliminare parere tecnico scientifico, di una qualificata Commissione istituita presso il Consiglio Superiore di Sanità, che garantisca la disamina della scientificità dell’agire professionale, in considerazione dei fabbisogni connessi agli obiettivi di salute previsti dal piano sanitario nazionale e di quelli regionali.
 
Tocca ora , infatti, al Ministro Lorenzin, al Presidente Marazziti e ai Capi Gruppo riportare i contenuti del Ddl C. 3868 al dovuto rispetto dei principi che sono a garanzia e a tutela della salute pubblica. Qualsiasi altra scelta metterebbe in discussione la credibilità del nostro Paese e delle sue Istituzioni.
 
Il rispetto delle regole è una questione di serietà e di buon senso.
 
Mauro Gugliucciello
Fisioterapista, Udine

11 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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