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I fisioterapisti mettono al bando la contenzione

I fisioterapisti si impegnano a modificare il proprio Codice Deontologico, mettendo al bando la “contenzione”, vale a dire la limitazione della libertà dei movimenti volontari dei pazienti con l’uso di dispositivi applicati al corpo o all’ambiente circostante. Così il Congrezzo nazionale Aifi su una mozione presentata dalla delegazione del Friuli Venezia Giulia

19 OTT - Grazie a una mozione presentata dalla delegazione del Friuli Venezia Giulia, il Congresso nazionale dell’Associazione Italiana Fisioterapisti (Aifi), si è impegnato a modificare il proprio Codice Deontologico, mettendo al bando la “contenzione”, vale a dire la limitazione della libertà dei movimenti volontari dei pazienti con l’uso di dispositivi applicati al corpo o all’ambiente circostante.

I quasi 400 delegati riuniti a Roma hanno votato a favore del documento proposto dalla delegazione del Fvg (presente con nove rappresentanti). Il testo recepisce il pronunciamento del Comitato Nazionale per la Bioetica sulla necessità “del superamento della contenzione nell’ambito della promozione di una cultura della cura rispettosa dei diritti e della dignità delle persone, in specie le più vulnerabili”, condannando “l’attuale applicazione estensiva della contenzione, in quanto pratica lesiva dei diritti fondamentali della persona”.

Evidenze scientifiche hanno documentato i danni dell’applicazione delle tecniche di contenzione, una pratica ritenuta “lesiva dei diritti dei cittadini”: si tratta “di un passo - ha detto Gilberto Cherri, delegato di Aifi-Fvg e presidente nazionale del Gruppo di Interesse Specialistico in Fisioterapia Geriatrica - che conferma come la professione del fisioterapista sia sempre più orientata al rispetto e alla promozione dei diritti fondamentali della persona umana, valorizzando sempre la centralità della persone nel processo di cura”.

Nel corso dei lavori sono stati affrontati altri aspetti riguardanti le professioni sanitarie, come la sostenibilità del sistema sanitario nazionale, i nuovi livelli essenziali di assistenza, e l’accesso professione. A riguardo il dipartimento Professioni sanitarie del ministero della Salute ha confermato di aver elevato la soglia di attenzione sui presunti fisioterapisti che cercano di esercitare la professione con titoli e percorsi di formazione che non rispondono alla normativa vigente, con rischio per la salute dei cittadini.

19 ottobre 2017
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