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Telesca: “I laboratori di analisi sono all’avanguardia in tutta la Regione”

L’assessore ha risposto a una interrogazione di Forza Italia che denunciava come, “con l’approvazione del nuovo Piano regionale della medicina di laboratorio, i centri ospedalieri periferici sono stati di fatto depotenziati a strutture di terzo livello”. L’assessore precisa: “I laboratori dei Presidi territoriali eseguono tutti gli esami concordati con i clinici di riferimento. Centralizzati sono quelli che hanno una frequenza talmente bassa da rendere non diseconomico e poco affidabile eseguirli in loco”.

28 NOV - “Con l’approvazione del nuovo Piano regionale della medicina di laboratorio, i centri ospedalieri periferici del Friuli Venezia Giulia sono stati di fatto depotenziati a strutture di terzo livello, visto che non dispongono di un laboratorio di analisi adeguato e possono effettuare in maniera autonoma solo una parte della diagnostica automatizzata di base”. A denunciarlo, attraverso una interrogazione alla Giunta Serracchiani, il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Marin con i colleghi Riccardo Riccardi, Roberto Novelli, Elio De Anna e Mara Piccin.

“Nel nuovo Piano regionale della medicina di laboratorio - rileva Marin - vengono individuati 8 presidi ospedalieri spoke presso i quali è attivo un laboratorio satellite a risposta rapida 24 ore su 24: Gorizia-Monfalcone, Latisana-Palmanova, San Daniele del Friuli-Tolmezzo, San Vito al Tagliamento-Spilimbergo. In tutti questi presidi, gli esami devono essere assicurati sulle 24 ore e 365 giorni all'anno”.

“Peccato, però - prosegue il consigliere azzurro -, che le analisi effettuate sono soltanto una parte di quelle di routine e che non vi sia la minima traccia dell'immunochimica, in grado di diagnosticare, con evidente risparmio di tempo e di sicurezza per il paziente, patologie importanti, correlate ad esempio alla funzionalità tiroidea o prostatica, allo stato di gravidanza, nonché la valutazione di marcatori tumorali. Parallelamente, nell'attività di microbiologia e di virologia e patologia clinica è del tutto assente la parte virologica che comprende l'Hiv, epatiti, analisi necessarie alla medicina del lavoro e le virosi in genere (morbillo, varicella e altre malattie infantili)”.

“Con questo tipo di esami - prosegue l'esponente di Forza Italia - l'attività dei suddetti presidi assomiglia più a quella di una Primary care degli ospedali di terza fascia che a un ospedale di livello distrettuale, anche perché molte delle analisi che vengono effettuate devono essere poi inviate nelle 24 ore a uno dei laboratori hub della regione. In loco sono permesse soltanto, e in buona parte in via manuale, analisi per la malaria, il pneumococco e la legionella, gli anti-Hiv e HBsAg e Anti-Hcv, e anche qui, in caso di positività degli accertamenti, il trattamento del paziente viene immediatamente rinviato alle strutture hub. Senza contare il fatto che non si tratta certo di esami che vengono eseguiti quotidianamente”.

Ma non finisce qui: problematiche sono state evidenziate anche nel trasporto dei campioni e nell'impiego della tele-patologia che, a oggi, non funziona e gli specialisti sono costretti a spostarsi continuamente per effettuare le diagnosi in loco. Dati alla mano - conclude Marin -, viene da pensare che l'intento della Giunta sia quello di creare una struttura depotenziata a livello generale nelle 8 strutture spoke della regione, prive di un laboratorio di analisi adeguato. Il tutto naturalmente a discapito della sicurezza degli utenti”.

Ma l’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, rassicura sulla qualità dei servizi offerti: “I laboratori dei Presidi ospedalieri territoriali eseguono tutti gli esami che sono stati concordati con i clinici di riferimento delle rispettive strutture e per i centri ospedalieri periferici non si è fatto alcun depotenziamento”.

Telesca ha indicato come esempi “San Daniele, dove sono state concentrate tutte le funzioni diagnostiche e di supporto clinico alla Procreazione medicalmente assistita (Pma) e la diagnostica dell'infertilità per tutto il territorio, e Palmanova dove sono in corso di avviamento le attività di supporto al percorso trasfusionale. É stato inoltre possibile organizzare un team di dirigenti in grado di garantire il servizio di supporto alla Pma anche nel periodo delle ferie, mentre prima della riorganizzazione il centro doveva chiudere e le pazienti erano mandate in altre zone”.

“Al contrario di quanto sostenuto dai consiglieri - ha spiegato l'assessore -, nei centri in questione, non solo sono presenti strumenti automatici dello stesso tipo di quelli che si trovano nel centro hub, ma sono in via di installazione altri apparecchi per la diagnostica rapida (con tecniche di biologia molecolare) di patologie gravissime come la meningite, la sepsi e diverse malattie che riguardano gli incidenti professionali o altre necessità urgenti in ambito virologico (epatiti, AIDS, etc.), cosa che accorcia enormemente i tempi di refertazione (dai 4 giorni necessari prima a poche ore nei casi più gravi e importanti) e che sarebbe stata impossibile senza la riorganizzazione”.

“Infine - ha detto ancora l'assessore -, stanno per essere avviate alcune attività di supporto alla richiesta ed interpretazione di esami particolarmente complessi in ambiti quali l'allergologia e le malattie autoimmunitarie per i medici di medicina generale o di reparto”.

Da un punto di visto storico, Telesca ha anche ricordato che il progetto di riorganizzazione dei laboratori secondo il modello hub and spoke nasce già diversi anni fa nell'area di Pordenone, con la gestione centralizzata presso l'azienda S. Maria degli Angeli degli esami relativi al territorio ed ai laboratori degli ospedali di San Vito al Tagliamento e Spilimbergo. In provincia di Udine il progetto è stato avviato nel 2011 nel periodo della Giunta Tondo.

L'assessore ha poi ribadito che i laboratori dei Presidi ospedalieri territoriali eseguono tutti gli esami che sono stati concordati con i clinici di riferimento delle rispettive strutture. “Per quel che riguarda le tecnologie - ha aggiunto Telesca - si sta lavorando per renderle completamente compatibili, se non identiche, a quelle presenti nel laboratorio centrale”.

“Sono centralizzati - ha rimarcato poi l'assessore - tutti quegli esami che hanno una frequenza talmente bassa nei rispettivi laboratori decentrati da rendere non solo diseconomico eseguirli in loco, ma, soprattutto, con il rischio di risultare poco affidabili data la scarsa frequenza di utilizzo. Con questa organizzazione, inoltre, è stato possibile (e lo sarà ancora di più in futuro) acquisire ed utilizzare tecnologie molto sofisticate come la genomica e la proteomica al servizio di tutta la popolazione”.

“Dovrebbe poi essere intuitivo - ha aggiunto Telesca - che in un sistema del genere, tutti gli esami, da quelli più richiesti a quelli più rari possono essere eseguiti con una frequenza certamente maggiore che in un'architettura organizzativa frammentata: e infatti, già da molti anni, gli esami più complessi e rari erano stati centralizzati a Udine”.

“Queste riorganizzazioni - ha concluso l'assessore - sono al passo con i tempi, come avviene nei centri più evoluti, e sono necessarie per garantire a tutti i cittadini una qualità dei servizi più elevata”.

28 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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