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Asuits Trieste. Polemica su nomina direttore di struttura complessa Asuits Trieste. Ipasvi: “Evitare allarmismi”

Le polemiche nascerebbero dal fatto di avere affidato l’incarico di direttore della struttura complessa di Prestazioni sanitarie e progettazione ed attività sociosanitaria a Flavio Paoletti, coordinatore sociosanitario di Asuits e presidente dell’Ipasvi Trieste, anziché a un medico. I Collegi regionali degli infermieri chiedono che non si diffondano “dannosi allarmismi tra i cittadini” e non venga “diffamata la reputazione di professionisti competenti ed in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge”.

01 DIC - In merito alla questione che da una decina di giorni ruota intorno all'assegnazione del ruolo di Direttore della “Struttura Complessa gestione prestazioni sanitarie e progettazione ed attività sociosanitaria” dell’Asui Trieste al dott. Flavio Paoletti, i presidenti Ipasvi di Udine Stefano Giglio e di Pordenone Luciano Clarizia e la Vicepresidente del Collegio Ipasvi di Trieste Barbara Brajinik (vacante la guida del Collegio Ipasvi di Gorizia, prossimo a votare il proprio presidente), in rappresentanza degli oltre 10mila professionisti sanitari della regione Friuli Venezia Giulia iscritti ai collegi provinciali Ipasvi, “nel perseguire il doppio mandato istituzionale di tutela dei cittadini e dei professionisti, richiamano a comportamenti di responsabilità per evitare che, con argomentazioni infondate, si creino dannosi allarmismi tra i cittadini e venga diffamata la reputazione di professionisti competenti ed in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge”.

Le polemiche nascerebbero dal fatto di avere affidato l’incarico di direttore della struttura complessa di Prestazioni sanitarie e progettazione ed attività sociosanitaria a Paoletti, coordinatore sociosanitario di Asuits e presidente dell’Ipasvi Trieste, anziché a un medico.

Gli infermieri friuliani, prosegue la nota di Giglio, Clarizia e Brajinik, “si uniscono alla posizione già espressa dalla Federazione Nazionale Ipasvi, a nome di oltre 430mila infermieri italiani, e dal Coreaps FVG, il Coordinamento Regionale delle Associazioni delle Professioni Sanitarie, che riunisce 13 Associazioni dei lavoratori della sanità: va spiegato ai cittadini che la ‘razionalizzazione’ evocata dall’interrogazione dell’on. Savino si esaurisce in un auspicio demagogico. Un dirigente della categoria medica, infatti, comporterebbe una spesa ben più onerosa per l’ASUI di Trieste rispetto a quella costituita da una dirigenza SPTA”.

“Non entriamo ovviamente nel merito delle precisazioni richieste all’Azienda Sanitaria di Trieste, che senza dubbio avrà modo di fornire tutte le precisazioni utili nelle sedi competenti. Tanto meno entriamo nel merito dell’attacco ‘ad personam’ rispetto alla pertinenza della nomina del dott. Flavio Paoletti, che avrà modo di puntualizzare personalmente l’infondatezza delle affermazioni - grossolanamente strumentali -  legate a presunti costi pubblici per il conseguimento della laurea. Ci preme però evidenziare – spiegano Giglio, Clarizia e Brajinik, - che l’on. Sandra Savino, nella nota diffusa ieri per smentire di aver voluto sminuire le prerogative professionali degli infermieri, cade in contraddizione: affermando che l’assegnazione dell’incarico sopra menzionato al dott. Flavio Paoletti dell’ASUI Trieste potrebbe esporre la categoria infermieristica ‘a responsabilità che trascendono dal suo pur fondamentale ruolo’ dimostra tutta la sua (scarsa) considerazione per le potenzialità prettamente manageriali e organizzative (e non strettamente medico-cliniche) che la funzione di coordinatore dell’Azienda sanitaria triestina comporta.  Oppure – ma questo sarebbe peggio – dimostra di non conoscere con precisione il ruolo manageriale al quale dedica una interrogazione e varie note collegate diffuse ai media”.

“Dal canto nostro – conclude la nota -, riteniamo che la fiducia riposta dall’ASUI Trieste nelle capacità degli infermieri – manager sia da ascrivere a una pionieristica evoluzione della professione, nel contesto di una sanità che finalmente si dimostra capace di entrare nell’ordine di idee di un approccio alle esigenze di complessità assistenziale che il nostro tempo richiede. Con urgenza, al di fuori di tanto clamore dal sapore elettorale”.

01 dicembre 2017
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