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FVG. La riforma sanitaria pronta ad approdare in Aula. Intervista al neo consigliere Walter Zalukar

Zalukar è un sindacalista, ex primario del PS dell’ospedale di Cattinara. E’ entrato in Consiglio regionale dopo la sospensione di Piero Camber a seguito della condanna in Cassazione nell’ambito di una inchiesta su spese illecite. E si prepara a dare battaglia sulla riforma sanitaria anche se portata avanti dal suo partito: “Ha il pregio di abrogare la riforma Serracchiani, ma  non apporta i correttivi necessari a far uscire la sanità dai 5 anni di sfascio”.

03 DIC - Inizierà domani l’esame in Aula della nuova riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia approvata lo scorso 16 ottobre in via preliminare dalla Giunta guidata da Fedriga. Sarà quindi su questo importante provvedimento che inizierà il suo mandato di consigliere Walter Zalukar, coordinatore Anaao Assomed Macroarea Giuliano-Isontina, ex direttore del dipartimento di emergenza e primario della struttura complessa del Pronto Soccorso di Cattinara, che debutta proprio oggi in Consiglio regionale FVG con Forza Italia, al posto del Consigliere Piero Camber, decaduto per una vicenda giudiziaria.

L’attuale Assessore alla Salute e Vicegovernatore Riccardi Riccardo, definisce la riforma ambiziosa e necessaria, che mette al centro il distretto, con un autonomia di budget e responsabilità del dirigente. Ma per Walter Zalukar “il DDL 70 non sembra apportare i correttivi idonei ad attenuare in tempi ragionevolmente brevi i gravi disagi che continuano a permanere. Serviva una pianificazione che individuasse analiticamente in una scala di priorità gli obiettivi e la loro fattibilità, le azioni e le risorse necessarie, gli strumenti di verifica e misurazione dei risultati”.

Dott. Zalukar, come medico in pensione, ma sempre attivo, sposa la riforma sanitaria portata avanti dai suoi colleghi di partito?
Questo disegno di legge ha il pregio di abrogare la riforma Serracchiani, che ha portato al degrado il sistema sanitario pubblico del FVG, facendolo precipitare dai primi agli ultimi posti nelle classifiche di efficienza/efficacia con cui si misura lo stato della sanità nelle regioni italiane. Questo DDL ha la potenzialità di poter, perlomeno, interrompere la regressione e quindi gli ulteriori danni della precedente riforma. Ma pur presentando questo indiscutibile merito il nuovo DDL non sembra saper dare chiare ed esaustive indicazioni su come far uscire la sanità dai 5 anni di sfascio, su come riconquistare le eccellenze perdute: in sintesi, su come far rinascere un sistema sanitario pubblico un tempo eccellente e quindi riassicurare ai cittadini cure e assistenza di nuovo adeguate. Sotto questo aspetto credo si sia persa una preziosa occasione.

Il DDL 70 traccia un solco innovativo: Medicina del territorio potenziando innanzi tutto i distretti e assistenza sanitaria e sociale complementari. Una grande sfida. Che ne pensa?
La riforma si concentra quasi esclusivamente sull’assistenza territoriale e sull’integrazione sociosanitaria, peraltro già ampiamente previste dalla normativa nazionale e regionale preesistente e in tale ambito enuncia principi sicuramente condivisibili, ma ovvi, in quanto tutti auspicano un sistema sanitario volto a evitare il ricorso al ricovero tutte le volte che questo è possibile. Proprio su questo la riforma Serracchiani è stata fallimentare, perché i tagli all’assistenza ospedaliera non sono stati compensati da un efficace potenziamento dei servizi territoriali. Il DDL 70 non sembra apportare correttivi idonei ad attenuare in tempi ragionevolmente brevi i gravi disagi che continuano a permanere. Serviva una pianificazione che individuasse analiticamente in una scala di priorità gli obiettivi e la loro fattibilità, le azioni e le risorse necessarie, gli strumenti di verifica e misurazione dei risultati.
 
Organizzazione degli ospedali. Cosa manca all'emergenza - urgenza territoriale in FVG?
Questo settore è stato uno dei più colpiti da inefficienza e inefficacia. Il Piano dell’emergenza varato nel 2015 si è rivelato inadeguato sia nella parte ospedaliera che territoriale, nel cui ambito la massima criticità è rappresentata dal NUE 112 – SORES a Palmanova. A mio avviso bisognerebbe innanzitutto riorganizzare il sistema di emergenza sulle tre aree vaste e ripristinare il collegamento diretto fra il numero 118 e le Centrali operative sanitarie. Questa è un’occasione da non perdere perché altrimenti si continuerà a mantenere l’impostazione decisa dalla precedente amministrazione, nonostante le evidenti obiettive segnalazioni di disfunzionamenti da parte degli operatori e della cittadinanza.

E sul fronte ospedali?
Anche qui si sarebbe dovuto porre rimedio agli effetti negativi dei tagli indiscriminati agli Ospedali della riforma Serracchiani. Sono invece ancora previsti gli ospedali unici su due poli con reparti “a scavalco”, assurdità organizzativa senza alcuna spiegazione razionale, ma dalle conseguenze devastanti, con professionisti pendolari a tappare i buchi di organici ridotti all’osso, perdita della continuità del rapporto fra medico e paziente, anche quest’ultimo spesso costretto a migrare, e venir meno della tanto declamata centralità della persona. La chiusura di alcuni piccoli ospedali attuata dalla precedente amministrazione avrebbe almeno dovuto essere bilanciata dall’adeguamento dell’emergenza territoriale e dei trasporti e dal potenziamento dei presidi superstiti e degli hub, che invece continuano a trovarsi costantemente sovraffollati.

Le OO.SS. della dirigenza medica hanno stigmatizzato la mancanza nel DDL di riferimenti alle politiche del personale.
Purtroppo è vero. Già la riforma precedente si era distinta per la mancata valorizzazione dei professionisti, considerati e trattati alla stregua di meri fattori di produzione. Invece il personale rappresenta la risorsa più preziosa di un’Azienda sanitaria e meriterebbe quindi maggior attenzione e considerazione.

Il 4 dicembre inizierà la discussione del DDL in Consiglio regionale, come pensa di interfacciarsi con la maggioranza per far valere queste posizioni?
Il DDL 70, oltre ad avere il pregio inestimabile di mettere in soffitta la precedente riforma, enuncia principi senz’altro condivisibili e contiene diversi altri contenuti di valore, penso ad esempio ai progetti obiettivo. Ma c’è un vuoto sui temi che ho ricordato e che quindi cercherò di colmare presentando puntuali emendamenti. Tra questi senz’altro uno volto ad assicurare un maggiore coinvolgimento del Consiglio regionale nei piani attuativi della nuova riforma, in modo da costruire insieme la rinascita del nostro sistema sanitario pubblico.
 
Endrius Salvalaggio

03 dicembre 2019
© Riproduzione riservata

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