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Coronavirus. Polemica tra Mmg e Regione su DPI

“Abbiamo scritto a Fedriga e Riccardi, ma non ci hanno nemmeno risposto”, denuncia Khalid Kussini, Fimmg Udine. “Nonostante due solleciti scritti, rimaniamo a corto di DPI”, dice Stefano Vignando, Presidente Regionale Snami FVG.

21 APR - “Siamo al 21 di aprile e dopo oltre nove settimane di emergenza coronavirus i MMG sono ancora privi di protezioni individuali per svolgere il proprio lavoro. Per ricevere i pazienti in ambulatorio, facciamo preliminarmente un consulto telefonico, nella speranza di capire se quel paziente sia o no positivo al Covid-19. Stiamo lavorando con poche protezioni a disposizione, ci stiamo arrangiando con le mascherine che abbiamo acquistato da soli. Poco tempo fa hanno fatto il tampone ad un mio paziente che era positivo al Covid-19, mentre io ero andato a visitarlo a casa sua qualche giorno prima. Mi è andata bene, e tutto questo è inverosimile”, racconta Khalid Kussini Segretario Provinciale Fimmg Udine. Che riferisce anche di avere inviato una Pec al Presidente e al Vice Presidente della giunta regionale proponendo delle soluzioni, “ma non ci hanno nemmeno risposto”.
 
“Svolgiamo il nostro lavoro con molti più rischi di prima - afferma Stefano Vignando Presidente Regionale Snami FVG – Adesso la nostra attività è diventata un lavoro dove dobbiamo inizialmente porgere l’attenzione a non portare in ambulatorio pazienti positivi al virus, dobbiamo visitare le persone sempre con la paura di non essere contagiati perché siamo sprovvisti di protezioni. Nonostante due solleciti scritti, rimaniamo a corto di DPI. In tutto abbiamo ricevuto una ffp2 ai primi di marzo, dieci mascherine chirurgiche e un copri camice, perciò ci arrangiamo come possiamo. Oltre a questo c’è ancora da risolvere il problema della ricetta dematerializzata. Il mio ambulatorio, come molti altri, non è coperto dalla ricetta dematerializzata, perché ci sono zone del FVG che non sono ancora toccate. Perciò il lavoro diventa più rischioso e più laborioso se consideriamo che tutti i pazienti che ho, si devono recare in ambulatorio anche per un singolo farmaco”.
 
Quello che ha fatto la differenza fra i medici di famiglia, in questo periodo, è stata la solidarietà che si è creata fra di loro. È nata una vera e propria rete di condivisione e di aiuti che ha “soccorso” il medico nelle sue difficoltà quotidiane.
 
“La condizione in cui ci stiamo trovando ora – spiega Claudio Nardo Presidente Provinciale Snami Gorizia e Vice Presidente Vicario Snami FVG – è che al netto della pandemia stiamo facendo quello che abbiamo sempre fatto. Siamo sempre presenti nei nostri studi e assistiamo tutti: i non Covid ed i positivi al Covid. Abbiamo logicamente paura perché non abbiamo dotazioni sufficienti per affrontare il nostro lavoro. Tuttavia sta di fatto che, a prescindere da questo, le visite in ambulatorio vengono fatte, a domicilio pure e facciamo tutti i certificati che dobbiamo fare. Noi MMG conosciamo i nostri rischi, non dimentichiamoci che stiamo lavorando ad esempio con pazienti Hiv, le polmoniti ci sono sempre state ecc. Adesso c’è di più e vorremmo essere un po’ più aiutati. Fortunatamente in soccorso vi sono la solidarietà e l’aiuto fra di noi colleghi”.
 
Sulla situazione, spiega peraltro Nardo, ci sono anche questioni “non risolte che ora pesano molto di più che in tempi non Covid-19. Molte zone del FVG non sono raggiunte dalla ricetta elettronica. Le zone coperte da questo servizio però soffrono di un altro problema, ossia che molti farmaci (circa il 60%), non sono ancora stati dematerializzati. I farmaci per il dolore, dei piani terapeutici, gli psicofarmaci e tanti altri farmaci o strisce per misurare il diabete, non sono dematerializzabili e quindi serve sempre la ricetta rossa. In tempi di emergenza sanitaria certe carenze pesano ovviamente di più, ma perché questo? Perché chi doveva organizzare non ha organizzato e quindi siamo in pieno affanno”.
 
Endrius Salvalaggio

21 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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