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I dirigenti medici incontrano Riccardi, chieste risposte su premialità e Dpi

Al centro dell’ultimo video incontro anche le questioni inerenti il congedo ordinario forzato e la disomogeneità nelle politiche di sorveglianza sanitaria sui dipendenti fra le varie aziende sanitarie nell’ambito dell’emergenza covid. Da Riccardi l’impegno all’avvio dei protocolli unici fra le Aziende sanitarie sulla sorveglianza sanitaria dei dipendenti. Il personale contagiato sarebbe pari all’1,7%. I medici contagiati, al 24 aprile, erano 50.

05 MAG - Continuano gli incontri fra i sindacati della dirigenza medica e l’Assessore alla salute Riccardo Riccardi. Incontri che le parti sindacali avevano caldeggiato per discutere di alcune criticità in ordine alla gestione regionale dell’emergenza COVID-19. I punti ancora oggetto di discussione e che ancora oggi aspettano di trovare risposte riguardano la premialità per i dirigenti medici e sanitari, la carenza di dispositivi di protezione  individuale e di personale fra i reparti ovvero il congedo ordinario forzato per altri senza una preventiva programmazione, di possibilità di smart working e la disomogeneità nelle politiche di sorveglianza sanitaria sui dipendenti fra le varie aziende sanitarie.

“In piena emergenza sanitaria, dove più che mai come in questo momento la carenza del personale sanitario è stata determinante - spiega Alberto Peratoner di AAROI EMAC – in alcune aziende si è verificata la carenza di personale sanitario dall’oggi al domani determinata dalla possibilità che ha il personale sanitario in questo preciso periodo di andare a prestare il proprio servizio nelle zone più colpite dal virus, lasciando però scoperti i loro posti ed obbligando le Aziende, pertanto, a chiamare altri medici a coprire i posti rimasti scoperti. Questo è un meccanismo “perverso” autorizzato dalla Protezione Civile, che toglie medici da una parte per portarne ad un’altra e viceversa peraltro con un costo doppio”.

Altro punto irrisolto con la Regione Friuli Venezia Giulia e che, invece, in altre Regioni si sta in questi giorni raggiunto un accordo, è il capitolo della premialità dei dirigenti medici. “La proposta della Regione di utilizzare i 2/3 dei fondi RAR del 2020 per un progetto di indennità/ premialità per tutti i dirigenti medici coinvolti nell’emergenza COVID-19 risulta irricevibile non tanto nel merito (assolutamente dovuto), ma piuttosto nello strumento economico individuato come fondo di provenienza. Se le risorse fino ad ora stanziate, e faccio riferimento all’anno precedente e quindi fuori dall’emergenza sanitaria, andavano bene nei 7 milioni di euro, ora che siamo in emergenza chiediamo delle risorse aggiuntive”, fa sapere Valtiero Fregonese Anaao Assomed.

E poi la formula adottata dalle Aziende Sanitarie sui congedi forzati ordinari per alcuni dipendenti. “In alcune strutture sanitarie – dice Antonio Maria Miotti di ANPO ASCOTI FIALS MEDICI – con il venir meno delle attività ordinarie, alcuni colleghi sono stati messi in congedo forzato, senza avere preventivamente valutato lo smart working o il potenziamento di altri servizi, come l’allestimento di protocolli interni, analisi di casistiche, ecc.; oppure queste persone avrebbero potuto essere utilmente impiegate in altri reparti o strutture critiche”.  

A ridosso della “fase due” e della riapertura di attività fino ad ora sospese, i sindacati chiedono che sia garantita sicurezza ai lavoratori in tutte le aziende sanitarie con protocolli condivisi. “Sarà pertanto assolutamente necessaria una rimodulazione delle agende con l'adozione di protocolli rigidi – dice Lorenzo Bison Coordinatore regionale FASSID -  ma comuni a tutto il territorio regionale che va da un triage propedeutico ai pazienti all'entrata negli ambulatori, all’assenza di assembramento nelle sale di aspetto e ad adeguate misure di protezione per tutti gli operatori medici, tecnici e personale infermieristico durante l'esecuzione dell'indagine radiologica. Discorso a parte va fatto per tutti i pazienti COVID positivi, o sospetti tali, che dovranno necessariamente seguire un iter diverso e separato rispetto ai pazienti non sospetti o ambulatoriali.

“In questi casi – continua Bison - chiediamo che siano necessariamente mantenute misure di massima protezione del personale ed igienizzazione delle apparecchiature ed ambienti, che negli Ospedali spoke (ove non è praticabile una separazione fisica dei percorsi tra pazienti Covid + o sospetti e pazienti non sospetti,) si tradurrà in un imponente rallentamento del flusso di lavoro”.

Riccardi  ha fornito chiarimenti su alcuni punti che erano ancora rimasti in sospeso, come ad esempio l’impegno dell’avvio dei protocolli unici fra le Aziende sanitarie sulla sorveglianza sanitaria dei dipendenti, ovvero sul report del personale sanitario contagiato da Covid-19. Dai dati resi noti il 5 maggio emerge che dall'inizio della pandemia, dei 13.640 operatori sanitari del sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia, gli infettati sono 267 e 39 di loro (il 14,6 per cento) sono già guariti. Gli attualmente positivi sono, quindi, 228, pari al 1,96% del totale dei dipendenti.
 
Per quanto rigurda nello specifico i medici, al 24 aprile risultavano 50 medici contagiati (31 guariti) e nessun caso grave.

Endrius Salvalaggio

05 maggio 2020
© Riproduzione riservata

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