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Vaccini Covid dal medico di base. Snami e Smi non firmano l’accordo: “Questione organizzativa, non economica”

I due sindacati chiariscono il loro no: non è una questione economica, ma puramente organizzativa e di sicurezza. Lo Snami: “quello su cui non siamo d’accordo è che i mmg devono raccogliere l’anamnesi, valutare il paziente e caricare a portale tutte le informazioni, quando per gli altri medici vaccinatori si limita l’attività al solo vaccino”. Lo Smi: “Non si può mandare a vaccinare un mmg da solo senza un infermiere”.

19 APR - Dopo il recente accordo per la campagna di massa sui vaccini anti Covid, siglato fra la Regione FVG ed i soli medici di medicina generale Fimmg, altre sigle sindacali come SNAMI e SMI non hanno accettato di sottoscrivere l’intesa perché, secondo entrambi sindacati, sono mancate molte delle loro richieste, soprattutto di tipo organizzativo, a tutela di cittadini e operatori sanitari. Ricordiamo che l’adesione rimane su base volontaria, perciò il numero preciso di quanti aderiranno non è dato ancora a sapere su circa 1.100 MMG totali, includendo anche guardie mediche e USCA.

“A noi non è interessato l’aspetto economico in sé – dice il Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani FVG, Domenico Montalbano – ma quello su cui non siamo d’accordo è che i mmg devono raccogliere l’anamnesi, valutare il paziente e caricare a portale tutte le informazioni, quando per gli altri medici vaccinatori si limita l’attività al solo vaccino perché il triage preliminare viene fatto da altre persone. Altra tema per cui non abbiamo sottoscritto l’accordo con la regione FVG è che c’è un punto dolente e riguarda i vaccini domiciliari ai pazienti cosiddetti fragili. Avevamo chiesto che al momento del vaccino fossimo accompagnati da un infermiere e questo per essere ancora più pronti in caso di reazioni avverse; inoltre sempre sulle vaccinazioni a domicilio chiedevamo un gettone più consistente. Entrambe le richieste ci sono state respinte”.

Se per SMI le motivazioni per non aver concluso l’accordo sui vaccini sono quelle che abbiamo appena detto, per SNAMI “non solo non siamo arrivati ad una condivisione delle proposte ma a nostro parere più che mancare vaccinatori, mancano i vaccini. Al di là di questa doverosa puntualizzazione – spiega il Presidente regionale SNAMI FVG, Stefano Vignando – quello che non ci ha indotto a firmare l’accordo è stata una diversa visione del tema sicurezza. Non si può, a nostro avviso, mandare a vaccinare un mmg da solo senza un infermiere. Chi vaccina deve: andare a prendersi i vaccini, tenere le borse frigo, tenere la borsa delle emergenze ed avere tutti i Dpi del caso. In caso di shock di un paziente, un mmg da solo non riesce nemmeno a fare un primo intervento. E poi la cosa che ci è risultata più ‘umiliante’ è che se il mmg va da solo a vaccinare a domicilio, gli viene riconosciuto un compenso di circa 25 euro a vaccinazione, se invece vi è la presenza di un infermiere, si passa a 6,16 euro”.

Sia SMI che SNAMI vogliono precisare un aspetto importante: il loro no non è una questione economica, ma puramente organizzativa e di sicurezza. “Con la presenza dell’infermiere – dicono SMI e SNAMI – andiamo a vaccinare gratuitamente considerato che solo ad Udine sono circa 3.000 i vaccinandi che hanno chiesto di farlo a casa e, ad oggi, sono arrivati a malapena alla metà e questo perché un mmg che va da solo, non riesce a eseguire molte vaccinazioni al giorno e, senza contare che un medico di famiglia ha altre tantissime altre incombenze quotidiane soprattutto burocratiche incrementate dall’emergenza pandemica”.

“In definitiva – conclude Montalbano - queste scelte non condivise hanno portato che il medico di medicina genale è solo nel suo compito di prendersi cura dei pazienti e a nessuno, tanto meno ai decisori della campagna vaccinale, interessa averlo come alleato. Ancora una volta non viene considerato il lavoro quotidiano del medico di famiglia, mettendo in dubbio il suo effettivo lavoro che non è soltanto quello di prendersi cura dei pazienti Covid, ma anche di quelli non Covid in una fase dove gli specialisti non visitano, dove le sale operatorie sono molto rallentate insomma, dove le liste d’attesa sono ferme”.

Endrius Salvalaggio

19 aprile 2021
© Riproduzione riservata

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