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Marazziti (Des-Cd): “Legge aperta e innovativa su professioni sanitarie e ricerca scientifica”


25 OTT - Mario Marazziti, relatore e Presidente Commissione Affari Sociali: “E’ una delle grandi leggi di riforma di questa legislatura, una legge sulla Salute. Una legge aperta e innovativa sulle professioni sanitarie, che rafforza la funzione di servizio pubblico degli Ordini e la ricerca scientifica”.
 
“La legge che approviamo oggi è una delle grandi leggi di riforma di questa legislatura in campo sanitario, insieme a quella sul rischio clinico. Una legge sulla Salute che tocca tutti i cittadini italiani e, direttamente, più di un milione di professionisti, fra professioni antiche e nuove” . Lo ha affermato nella dichiarazione di voto sul Ddl Lorenzin oggi al via libera di Montecitorio Mario Marazziti, relatore del disegno di legge e Presidente della Commissione Affari Sociali. “E’ un provvedimento atteso da molti anni, che produrrà miglioramenti decisivi nella nostra sanità. Mi riferisco, fra l’altro, alle sperimentazioni cliniche, alla brevettabilità della ricerca non profit, al sostegno alla ricerca pubblica, all’individuazione e istituzione delle nuove professioni sanitarie sulla base di criteri oggettivi, in tempi ragionevolmente certi, con istanza anche dal basso”.
 
“Da relatore – ha sottolineato Marazziti -, ho lavorato per una legge aperta e non chiusa, che superasse logiche di contrapposizione”. E quindi, per esempio, nell’ambito della disciplina delle professioni sanitarie: “Non due o tre nuove professioni, ma al contrario, una nuova procedura che permette tempi certi per presentare anche dal basso le proprie istanze, e vedere il Ministero della Salute e il CSS pronunciarsi nell’arco di 6 mesi, la Conferenza Stato-Regioni valutare il fabbisogno e la domanda pubblica per le nuove professioni sanitarie, il MIUR e il Ministero della Salute fissare i corsi di studi e le equipollenze”. Una procedura che riguarderà anche le prime due professioni individuate, l’osteopata e il chiropratico, “la cui istituzione seguirà le nuove disposizioni”. La valutazione diventa tecnica e scientifica: “Non è più la politica a dovere portare avanti una professione o un’altra - ha commentato - E nella Commissione di valutazione non sono gli Ordini delle professioni già esistenti a decidere sulle nuove. La politica torna quello che deve essere, sintesi e capacità di indirizzo. Non potere al servizio della lobby più forte al momento”.
 
“Ma ci sono, almeno, altre tre cose importanti in questo ddl: le norme sulla sperimentazione clinica dei medicinali, quelle sulla riorganizzazione degli Ordini professionali e quelle sulla medicina di genere. Penso alla riforma dei Comitati Etici, indispensabili per autorizzare e accompagnare una sperimentazione: non più di 40, con la nascita di un Centro di Coordinamento presso l’AIFA, che, con il Ministero della Salute favorirà efficienza, trasparenza e l’assenza di conflitti possibili di interessi nelle fasi della ricerca. E penso alla valorizzazione della ricerca pubblica con un meccanismo di compensazione, remunerazione, e un volano possibile di finanziamento per gli istituti di ricerca pubblici quando un’innovazione nata in ambito pubblico venga poi sviluppata da privati. I ricercatori pubblici potranno fidelizzarsi in ambito pubblico senza necessità di uscirne ”.
 
E sulla riorganizzazione degli ordini professionali, con riferimento alle prese di posizione preoccupate di FNOMCeO “che ho attribuito a una non comprensione iniziale dei miglioramenti del testo”, Marazziti ha detto: “Sono convinto che la funzione di utilità pubblica degli ordini professionali esca rafforzata da questa legge. Era da 71 anni che nulla sull’Ordine dei medici veniva toccato. Capisco qualche preoccupazione. Ma non ritengo possibile che leadership illuminate possano trovare motivi contro l’introduzione di principi basilari di maggiore democraticità, incoraggiamento a maggiore partecipazione con la possibilità anche, quando opportune, di nuove forme di partecipazione al voto, l’introduzione di quorum per la validità del voto, la spinta a verso un progressivo riequilibrio nella rappresentanza di genere, un rinnovamento generazionale più marcato, l’introduzione di un numero massimo di due mandati consecutivi, come per esempio per i sindaci”. Cose già messe in campo di recente da altri ordini professionali, dagli avvocati agli architetti, agli assistenti sociali. “L’introduzione di un Presidente del Collegio dei Revisori dall’albo dei Revisori dei conti diventa un elemento di garanzia per tutti gli iscritti e di professionalità, a sostegno della leadership degli Ordini”.
 
“Il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico sostiene con convinzione la necessità di questa legge. Che è cambiata in parti significative, pur rispettando l’importante lavoro del Senato. L’abbiamo perfezionata in alcuni punti, ma non in modo iconoclasta, così che il Senato possa approvarla al più presto nel testo che oggi variamo”, ha concluso Marazziti. 

25 ottobre 2017
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