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D’Ambrosio Lettieri (Dit): “Impianto legislativo ambiguo, confuso e incompleto. Indisponibilità della vita non è negoziabile”


06 DIC - “Su un tema così delicato che investe la sensibilità personale e su cui giustamente il mio gruppo ha lasciato libertà di voto, come le disposizioni anticipate di trattamento, mi sarei aspettato ben altro epilogo rispetto ad un iter legislativo per niente virtuoso. L’arrivo in aula dalla Camera di un testo blindato che, quindi, è impossibile integrare o correggere, come volevamo fare con alcuni emendamenti, non può che trovare il mio netto dissenso. Penso che ci troviamo di fronte ad un testo ambiguo, confuso e incompleto che presenta tra l’altro diverse distorsioni di tipo giuridico e burocratico.
 
Questo provvedimento, per quanto mi riguarda, è molto lontano dal principio di indisponibilità della vita umana, in cui credo e cui non posso derogare. L’impianto non mi convince innanzitutto perché parte da una visione antropologica della vita che non condivido, una visione meramente individualistica che finge di ignorare la natura sociale dell’essere umano, erge l’autodeterminazione a religione assoluta, ma in realtà presta il fianco alla prevaricazione dei più deboli e indifesi, favorendo la convinzione nichilistica che sia meglio morire e annientarsi piuttosto che affidarsi allo Stato che non è capace di darti l’assistenza necessaria per una qualità della vita dignitosa di cui avresti invece diritto.
 
Il punto, infatti, è proprio questo: le disposizioni anticipate di trattamento, così come concepite in questo ddl, spianano la strada all’eutanasia e al suicidio assistito perché non preservano sufficientemente i cittadini dalla paura di essere lasciati soli di fronte alla malattia e instillano il dubbio che l’accanimento terapeutico sia la prassi, senza neanche stabilire cosa sia effettivamente accanimento terapeutico. Non solo. Incide profondamente sui principi della deontologia medica, sulla libertà e sulla stessa tutela della salute, includendo nei trattamenti sanitari idratazione e alimentazione.
 
Per come sono poste, le Dat sembrano essere l’esatto opposto di un consenso libero e informato, anzi entrano in contrasto con il consenso informato, già reso alquanto scivoloso da una forma scritta e un atteggiamento burocratico per niente agevole. Le norme scritte per i minori e gli incapaci il cui destino è affidato a persone terze autorizzano di fatto, per via legislativa, il diffondersi di quella cultura dello scarto, per cui se non sei in grado di produrre e di essere autonomo, sei solo un peso per la società e dunque meriti l’eutanasia.
 
Devo anche osservare che le norme contenute nel ddl, pure in discussione da tanti anni, sono un pugno nello stomaco per chi, da altrettanti anni, chiede e si adopera perché ai pazienti neurodegenerativi, o affetti da altre patologie gravi, sia garantita l’assistenza più adeguata e innovativa in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale”.
 
Così il sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri (Dit), componente Commissione Sanità Senato, nel suo intervento sulle Dat in corso al Senato.

06 dicembre 2017
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