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Disturbi dell’alimentazione: circa il 95% di chi ne soffre sono donne


21 APR - I numeri dei disturbi dell’alimentazione
In Italia si stima che siano più di 3 milioni le persone affette da Disturbi dell’alimentazione (DA) di cui il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini. Le ricerche epidemiologiche ci dicono che, dal punto di vista demografico, questi disturbi sono in aumento anche nella popolazione maschile.
 
L’incidenza dell’anoressia nervosa è di almeno 8 nuovi casi per 100mila persone in un anno tra le donne, mentre per gli uomini è compresa fra 0,02 e 1,4 nuovi casi.
Per quanto riguarda la bulimia ogni anno si registrano 12 nuovi casi per 100mila persone tra le donne e circa 0,8 nuovi casi tra gli uomini.
Per entrambe, la fascia di età in cui l’esordio si manifesta più spesso è quella tra i 15 e i 19 anni. Alcune osservazioni cliniche recenti hanno segnalato un aumento dei casi a esordio precoce, anche se non mancano insorgenze in età adulta.
L’anoressia è la terza più comune “malattia cronica” fra i giovani; pazienti con anoressia fra i 15 ed i 24 anni hanno un rischio di mortalità 10 volte superiore a quello dei coetanei.
Il numero di decessi in un anno per anoressia nervosa si aggira intorno al 6%, al 2% per bulimia nervosa e sempre intorno al 2% per gli altri disturbi alimentari non specificati.
 
L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa hanno una eziologia multifattoriale:la maggiore vulnerabilità osservata nei soggetti di sesso femminile in età adolescenziale o giovane adulta sembra indicare che questi disturbi sono associati a difficoltà nelle fasi di passaggio dall’infanzia alla vita adulta, scatenate dai cambiamenti fisici e ormonali che caratterizzano la pubertà.
Diversi studi sembrano suggerire che circa il 50% del rischio sia dovuto a fattori genetici. Molteplici sono i fattori ambientali che possono ugualmente giocare un ruolo importante.
 
Data la sua complessità è evidente che il fenomeno ha una forte implicazione di politica sanitaria, perché la programmazione e l’organizzazione dei servizi devono riuscire a garantire il riconoscimento precoce dei casi, anche tramite protocolli di collaborazione con i pediatri di libera scelta e con i medici di medicina generale.
 
È quindi indispensabile attuare interventi precoci con un approccio multidimensionale, interdisciplinare, multiprofessionale integrato,che garantisca il mantenimento della continuità terapeutica, indirizzando le strategie politiche e di intervento pubblico verso nuove forme di governance volte alla realizzazione di alleanze fra le varie istituzioni, al fine di promuovere, ciascuno secondo la propria specifica professionalità, stili di vita corretti e modelli alimentari sani.
 
Le attività del ministero della salute
Il Ministero della Salute, già da anni, si è impegnato nella promozione della salute per i giovani, ponendo particolare attenzione alle problematiche relative alla corretta alimentazione e stili di vita sani sostenendo diverse iniziative, dando vita a proficui interventi e coinvolgendo partner scientifici selezionati, nella direzione dell’intersettorialità.
 
Nel 2008 era stata avviata una indagine sullo stato dell’arte dell’assistenza in Italia che portasse alla costruzione di una mappa delle strutture e delle associazioni dedicate ai DCA al fine di garantire ai cittadini affetti da tali patologie e alle loro famiglie migliori livelli di accesso e appropriatezza dell’intervento. La mappa, consultabile sul sito web http://www.disturbialimentarionline.it  nella sezione “La mappa delle strutture dedicate ai DCA in Italia”, che permette la consultazione di tutte le informazioni disponibili e la ricerca secondo differenti criteri (per Regione e Provincia, per livello di trattamento, per tipologia di servizio). Attualmente vi è un Gruppo di Lavoro di aggiornamento e coordinamento della mappa costituito dal Ministero della salute, la regione Umbria e l’Associazione di Familiari Consult@noi.
 
Nel 2012 è stata promossa una “Conferenza di Consenso” nazionale sui Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), il cui obiettivo era quello di produrre raccomandazioni per una gestione appropriata dei DCA, sulla base della valutazione delle evidenze scientifiche sulle aree dell’epidemiologia, della prevenzione e dei modelli organizzativi, effettuata da un gruppo multidisciplinare e multiprofessionale di esperti. Si è così arrivati alla elaborazione di un documento di consenso in cui sono riportate le specifiche raccomandazioni.
 
Sempre nel 2012 è stato redatto il Quaderno del Ministero della salute n° 17 del 2013 sull’ “Appropriatezza clinica, strutturale e operativa nella prevenzione, diagnosi e terapia dei disturbi dell’alimentazione” che offriva una sintesi delle conoscenze sui DA per gli operatori del settore, ma anche per pazienti e familiari. Il documento rappresenta uno strumento di programmazione sanitaria per garantire alle persone affette da questi disturbi un’assistenza qualificata e il più possibile uniforme su tutto il territorio nazionale. Viene inoltre rivolta particolare attenzione al tema della prevenzione ed alle iniziative di salute pubblica che possono ridurre l’incidenza dei DA, tramite il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nonché la collaborazione degli operatori sanitari con le scuole, le industrie alimentari, i media e l’industria della moda.
 
Importanti sono le previsioni di specifiche azioni per i DA contenute negli ultimi due Piani Nazionali di Prevenzione (PNP 2010-2012 e 2014–2018).
Nel 2015, visto quanto evidenziato, anche nei PNP, sul trend in aumento nel nostro paese dei DA, ed in considerazione dell’impatto della problematica di sanità pubblica, per il notevole abbassamento dell’età dell’esordio sia per l’anoressia, sia per la bulimia, è stato costituito un Tavolo di lavoro per la stesura delle prime “Linee di indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale nei pazienti con Disturbi dell’alimentazione (DA)”, dove sono stati chiamati a collaborare esperti della materia, opinion leader e rappresentanti delle regioni per definire un documento programmatico per gli operatori del settore, per i MdMG, per i PdLS e per le famiglie. 
 
Il documento prodotto, ed approvato in sede di Conferenza Stato Regioni a giugno 2017, è uno strumento operativo sia per la valutazione nutrizionale del soggetto con DA, sia per la scelta terapeutica più opportuna, basata sulla continuità assistenziale e sulle attività dell’equipe multidisciplinare.
Inoltre il documento contiene sezioni dedicate alla gestione ed all’organizzazione dei servizi anche a livello territoriale.
Queste linee di indirizzo sono state pubblicate sul Quaderno della salute n. 29 a settembre 2017, che costituisce un valido strumento per gli operatori sanitari coinvolti nella cura dei disturbi dell’alimentazione, per identificare precocemente le persone che necessitano di un supporto nutrizionale e mettere in atto tutti i trattamenti integrati ed appropriati.
 
“Le azioni sin qui ricordate – sottolinea il ministero della Salute – testimoniano come sia fondamentale che istituzioni, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti e famiglie lavorino insieme per mettere a disposizione di tutti, innanzitutto delle persone con disturbo e delle loro famiglie, strumenti diagnostici e terapeutici validati e riconosciuti, con percorsi di cura uniformi sull’intero territorio nazionale”.
 
 

21 aprile 2018
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