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Wonca Italia a Grillo: “Medicina generale diventi una specializzazione universitaria”


08 OTT - “La risposta delle istituzioni alla carenza di medici di famiglia deve consistere nel potenziamento e riqualificazione della formazione, non nel suo ridimensionamento”. E’questa la posizione espressa dal Coordinamento Wonca Italia (affiliato al World Organization of National Colleges and Academies of Family Madicine/General Practice, una organizzazione internazionale di medici di famiglia), in un lungo documento inviato al Ministro della Salute. 
 
“Il medico generico di antica memoria, non può più esistere - afferma Andrea Moser, Presidente di Wonca Italia -. Il medico di medicina generale è un professionista qualificato, con specifiche competenze multidisciplinari, che opera all’interno delle Cure Primarie, garantendo un elevato standard nelle attività di promozione e prevenzione, diagnosi, cura, terapia, palliazione. Egli inoltre deve prendere in carico la multimorbidità e la complessità, risolvendo nel contempo le acuzie; deve avere un orientamento alla comunità e un approccio olistico alla persona.”
 
“Da almeno 15 anni molte società scientifiche della medicina generale chiedevano che il problema del ricambio generazionale nella professione medica venisse affrontato con un approccio di lungo periodo e una programmazione formativa efficace, che giungesse all’inquadramento della formazione del medico di famiglia nella specializzazione universitaria.”
 
Wonca Italia ritene “preoccupante che di fronte alla prevista carenza di medici di famiglia si proponga la riduzione della durata e/o della qualità e della specificità del percorso formativo in medicina generale perché contrarie a tutte le indicazioni e le tendenze culturali e scientifiche europee. Quasi tutti i paesi europei già da anni soffrono il problema della carenza di medici e nello specifico di medici di medicina generale, ma in nessuno di essi si è proposta la riduzione o ridimensionamento dei percorsi formativi dei medici o, peggio ancora, condoni e canali preferenziale per l’accesso alla medicina generale. Quasi ovunque in Europa si sta procedendo con una programmazione su base pluriennale e una incentivazione non solo economica per collocare medici in aree isolate o deprivate. 
 
Le Cure Primarie vengono sempre più affidate a team multidisciplinari, integrando il settore sociale a quello sanitario, dedicando ai medici di medicina generale le risorse (spazi, tempo, strumenti) adeguate per gestire le malattie croniche in tutte le fasi della vita e avvicinando alle persone tecnologie e servizi innovativi”.
 
“In un momento di crisi si è chiamati a fare delle scelte, –conclude Andrea Moser - auspichiamo che chi dovrà prendere delle decisioni colga l’opportunità per pensare a una riorganizzazione culturale e strutturale delle Cure Primarie affinché queste diventino anche in Italia più adeguate ai bisogni assistenziali, con elevati standard di accessibilità, continuità, completezza e coordinamento, come tutto il mondo scientifico e accademico si augura possa essere.”

08 ottobre 2018
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