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Palermo (Anaao Assomed): “Eliminare il numero chiuso è solo demagogia”


05 FEB - “Sono basito. Come si fa a dire che si piangono lacrime di coccodrillo su un problema che denunciamo alla politica dal 2010 e su cui abbiamo sviluppato ben 5 studi ad hoc, dal 2011 a oggi, che hanno fornito elementi di valutazione della realtà e proposte per superare il fenomeno della carenza di medici. Un fenomeno quale nessun politico ha dato risposte con il rischio di affossare il sistema”.
 
È arrabbiato Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Anaao Assomed che rispedisce al mittente le dichiarazioni del ministro della Salute Giulia Grillo.
 
“Il Ministro dimentica che in questi anni c’è stato un blocco delle assunzioni – ha dichiarato a Quotidiano Sanità – e il problema non è il numero chiuso a medicina perché già oggi abbiamo ben 10mila medici che vogliono entrare in specializzazione e vivono in un limbo formativo. Non solo, dal 2019 al 2023 arriveranno alla laurea circa 52mila medici ai quali si sommeranno i 10mila. A conti fatti avremo circa 62mila medici. Per cui non mancano i medici da assumere. Mancano le borse di specializzazione, sono attualmente 7mila e ce ne vorrebbero almeno 10mila; mancano i posti per il corso di formazione in medicina generale. Su questo dobbiamo andare a incidere, non sul numero chiuso in medicina. Questa è solo una proposta demagogica che non risolve il problema anche perché le facoltà universitarie di non sarebbero neanche in grado di accogliere un ingresso massiccio di nuovi iscritti”.
 
Per Palermo bisogna invece attivare i concorsi: “Bene ha fatto quindi il ministro a proporre lo sblocco dei concorsi attraverso l’eliminazione delle norme del 2007 che bloccavano la spesa per il personale al dato economico del 2004, meno 1,4%”.
E in ogni caso, ha aggiunto, le Aziende “dovrebbero attivare i concorsi da subito, utilizzando i risparmi effettuati in questi anni riducendo il turn over. Non dimentichiamo che c’è stato 1 miliardo di risparmio ogni anno, solo per i medici. Bisognerebbe favorire l’assunzione degli specializzandi, da subito – ha aggiunto – e avere il coraggio di una riforma globale post laurea andando verso i contratti di formazione lavoro con l’assunzione diretta dei neo laureati a scopo formativo. Questo va fatto. Il resto è demagogia”.

05 febbraio 2019
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