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Una mozione per il rilancio del Ssn

di Nino Cartabellotta

02 LUG - Il 4° Rapporto GIMBE sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ampiamente divulgato dagli organi di stampa e dalle principali rappresentanze professionali (ENPAM, FNOMCeO, FIMMG, FIMP, FNOPI, FNOPO, FNOVI), ha indicato nel definanziamento pubblico una delle maggiori determinanti della crisi di sostenibilità.
 
In particolare, il Rapporto GIMBE ha documentato che nel periodo 2010-2019 tra tagli e definanziamenti sono stati sottratti al SSN circa € 37 miliardi, mentre l’aumento nominale del fabbisogno sanitario nazionale (FSN) è stato di soli € 8,8 miliardi, con un incremento medio annuo dello 0,9%, inferiore a quello dell’inflazione (+ 1,07%). Guardando al futuro, il DEF 2019 riduce progressivamente il rapporto spesa sanitaria/PIL dal 6,6% nel 2019-2020 al 6,5% nel 2021 e al 6,4% nel 2022.
 
D’altro canto in linea con il Contratto per il Governo del Cambiamento, la Legge di Bilancio ha previsto per il triennio 2019-2021 un consistente rilancio del finanziamento pubblico. Si tratta complessivamente di € 8,5 miliardi, seppur subordinati ad ardite, e già smentite, previsioni di crescita economica e alla stipula del Patto per la Salute 2019-2021 che si configura tutta in salita». Infatti, la bozza del Patto in esame ha riacceso il conflitto istituzionale Governo-Regioni perché, se da un lato conferma le risorse assegnate dalla Legge di Bilancio 2019 (€ 116,4 miliardi per il 2020 e € 117,9 miliardi per il 2021), dall’altro contiene la clausola di salvaguardia (“salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblico e a variazione del quadro macroeconomico”) che rischia di vanificare la disponibilità di tali risorse, come già accaduto al Patto 2014-2016.
 
Il vulnus principale della spesa sanitaria consegue al fatto che rappresenta il capitolo di spesa pubblica più facilmente aggredibile, rispetto ad esempio alle pensioni o al debito pubblico. Infatti, i dati dimostrano che dal 2010 tutti i Governi hanno sempre trovato nella spesa sanitaria le risorse per fronteggiare ogni emergenza finanziaria, certi che il nostro SSN possa fornire sempre e comunque buoni risultati in termini di salute e consapevoli che spetterà a qualcun altro più avanti raccogliere i cocci.
 
Per tale ragione, al fine di non vanificare ogni tentativo di rilancio del finanziamento pubblico, il Rapporto GIMBE ha proposto di “sanare” questo vulnus per evitare le periodiche revisioni al ribasso.
 
Ovvero, considerato che il livello di definanziamento della sanità ha ormai raggiunto un tale livello di allarme, è necessario “mettere in sicurezza” le risorse tramite la definizione di:
- una soglia minima del rapporto spesa sanitaria/PIL;
- un incremento percentuale annuo del FSN in termini assoluti, pari almeno al doppio dell'inflazione.
 
Tale azione dimostrerebbe sia il reale impegno della politica a programmare, stabilizzandolo, il rilancio il finanziamento pubblico per la sanità, sia di poter contare su risorse certe nella Legge di Bilancio, indipendentemente dal colore dei Governi che verranno.
 
Dopo che la Ministra Giulia Grillo ha pubblicamente manifestato il suo interesse per le proposte della Fondazione GIMBE e il suo impegno a “blindare” le risorse per la sanità, i parlamentari di maggioranza hanno firmato la mozione 1-00195, un atto politicamente rilevante che richiede l'impegno al Governo ad adottare iniziative per “mettere in sicurezza” le risorse per la sanità pubblica. La mozione, presentata il 13 giugno scorso dall'On. Marialucia Lorefice, è già stata firmata dai deputati di M5S e Lega della Commissione Affari Sociali.
 
La mozione –  spiega Cartabellotta –  riprende dati e proposte del Rapporto GIMBE sottolinea la necessità di recuperare integralmente tutte le risorse economiche sottratte in questi anni per garantire la reale sostenibilità dei livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale.
 
I firmatari della mozione chiedono inoltre al Governo di “adottare le opportune iniziative affinché, da un lato, sia definita una soglia minima del rapporto spesa sanitaria/prodotto interno lordo, dall’altro sia previsto un incremento percentuale annuo del FSN (pari almeno al doppio dell’inflazione), al fine di garantire le esigenze di pianificazione e organizzazione degli interventi necessari in sanità nel rispetto dei princìpi di equità, solidarietà e universalismo che da 40 anni caratterizzano il SSN”.
 
La Fondazione GIMBE ringrazia la Ministra Grillo, tutti i parlamentari che hanno elaborato e firmato la mozione, oltre che le organizzazioni e i media che hanno diffuso analisi e proposte del nostro Rapporto. L’Osservatorio GIMBE effettuerà monitorerà gli esiti della mozione, auspicando la convergenza di tutte le forze politiche, perché il rilancio della sanità pubblica non può essere condizionato da ideologie partitiche, né dalla scadenza dei mandati elettorali.
 
Nino Cartabellotta
Presidente della Fondazione GIMBE

02 luglio 2019
© Riproduzione riservata
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