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Il dibattito in Senato sulla Commissione d’inchiesta 


20 GIU - Il dibattito che è seguito all’illustrazione dei tre documenti, più la proposta Marino, si è incentrato principalmente su tre temi: quali materie la Commissione d’Inchiesta andrà ad indagare, con quali poteri più o meno ampi, e da ultimo se etto dovrà essere mono o bicamerale. Su questo punto molto dipende anche da quello che farà l’altro ramo del Parlamento. In proposito la presidente della Commissione Sanità, senatrice del Pd, Emilia Grazia De Biasi ha fatto sapere ai colleghi di avere avuto “contatti di natura informale con l'altro ramo del Parlamento, il quale si sta ancora interrogando se attivare o meno un'inchiesta parlamentare”.

 
Prima a prendere la parola la senatrice Serenella Fucksia (M5S) per segnalare alcune macroaree che, a suo giudizio, sarebbe opportuno approfondire: “prevenzione e sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, gestione del rischio, distribuzione farmaceutica e revisione del ruolo del medico di medicina generale”.
Su questo la senatrice Maria Rizzotti del Pdl haosservato che le tematiche evidenziate dalla collega del cinque stelle “potrebbero essere utilmente esplorate tramite lo strumento dell'indagine conoscitiva che ha caratteristiche distinte rispetto all'inchiesta parlamentare”. In più la Rizzotti ha detto di esprimere  la propria preferenza “all'opzione monocamerale, con particolare riferimento al testo proposto dal senatore D'Ambrosio Lettieri”. Augurandosi che si possa restringere il campo d'azione della Commissione d'inchiesta per evitare eventuali duplicazioni “nel caso in cui la Camera decidesse di istituire un analogo organo d'inchiesta”.

 
Gerardo Bianco (Pd), si è detto preoccupato dall’onnicomprensività e ampiezza dell'oggetto dell'inchiesta parlamentare che si potrebbe attivare. Questo, infatti “renderebbe difficile trattare le questioni più rilevanti”. Meglio quindi concentrarsi sulle criticità che del Sistema sanitario italiano “circoscrivendo conseguentemente oggetto e scopi della istituenda Commissione d'inchiesta”. Bianco ritiene più convincente “l'ipotesi di istituire una Commissione bicamerale, composta, tuttavia, da un numero di senatori e deputati” inferiore comunque rispetto a quello proposto dal disegno di legge Marino.

 
Il senatore Aldo Di Biagio (SCpI), parlando della sua proposta mette l'accento sul necessario dialogo che occorrerebbe avere con la società civile, poiché l'inchiesta parlamentare non dovrebbe essere contraddistinta da un profilo esclusivamente giudiziario. La Commissione, per Di Biagio, potrebbe “avvalersi della consulenza di personale medico e sanitario specializzato: tale previsione renderebbe quindi superflua l'attribuzione di consulenze con conseguente contrazione delle spese sostenute da tale organo”.

 
Per Laura Bianconi (Gal) è “fondamentale che si proponga per l'istituenda Commissione d'inchiesta un ventaglio il più possibile ampio di temi. Successivamente, sarà l'organo d'inchiesta istituito a delineare la propria missione e ad organizzare i diversi filoni d'inchiesta, avvalendosi dei poteri della autorità giudiziaria”. Si reputa contraria alla istituzione di una Commissione d'inchiesta bicamerale “la quale si rivelerebbe troppo lenta nel rispondere”.
Controproducente invece la proposta di Di Biagio sul coinvolgimento della società civile “rispetto alla funzionalità dell'organo d'inchiesta che, del resto, nella propria attività, è libero di discernere quegli esposti provenienti dai cittadini che risultano maggiormente meritevoli di approfondimento”.

 
Anche Nerina Dirindin (Pd) preferisce la proposta D'Ambrosio Lettieri in quanto “la più completa”, anche se si chiede “quale sia l'impostazione migliore perché possa acquisire maggiore efficacia un organo parlamentare d'inchiesta, se cioè sia preferibile un campo d'inchiesta ampio o, al contrario, più specifico”.
In più per Dirindin è “inutile mettere troppa carne al fuoco in una legislatura che appare complessa; pertanto, si potrebbe cogliere l'occasione dell'indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale per individuare quelle tematiche su cui poi potrebbe concentrarsi il lavoro di una Commissione d'inchiesta”.

 
La senatrice Donatella Mattesini (Pd), sottolinea l'esigenza di “non creare sovrapposizioni tra indagini conoscitive e inchieste parlamentari, tenuto conto che, ad esempio, l'indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Servizio sanitario sarebbe utile per selezionare gli argomenti che potrebbero poi essere verificati da un organo d'inchiesta”. E per questo preferisce “l'opzione bicamerale, con un numero ridotto di componenti, l'unica in grado di evitare inutili duplicazioni che sarebbero inevitabili se fossero istituiti due diversi organi parlamentari d'inchiesta, i quali darebbero un'immagine certamente non positiva”.
 
Anche Manuela Granaiola (Pd) ritiene più convincente la commissione bicamerale, con un numero ridotto di componenti per evitare che due organi d'inchiesta possano “presentarsi nella stessa struttura, offrendo una cattiva immagine di come sono organizzati i lavori nelle istituzioni parlamentari”.
Per quanto concerne gli obiettivi la proposta d’Ambrosio Lettieri “presenta un impianto più generale, ma forse eccessivamente ambizioso, con il rischio di tralasciare alcuni argomenti che andrebbero esplorati come la gestione dei SERT e delle case di riposo per gli anziani”. Anche se riconosce che la proposta del senatore del Pdl “abbia messo l'accento anche sulle cure odontoiatriche dal momento che l'attuale difficile congiuntura economica si riflette anche in una minore attenzione verso le cure dentali, soprattutto a discapito dei bambini”.

 
Alessia Petraglia (Misto-SEL), sottolinea “l'esigenza di individuare le migliori forme di coordinamento con l'altro ramo del Parlamento anche per dare un preciso segnale all'esterno”. Reputa le proposte del senatore D'Ambrosio Lettieri e del senatore Marino le più complete, anche se corrono il rischio di esporsi ad una eccessiva ampiezza delle tematiche da affrontare. E pone infine l’accento su aspetti che andrebbero approfonditi “ la salute mentale, la disciplina dell'attività medica intramoenia, le cure odontoiatriche e la riorganizzazione dei servizi territoriali”.

 
Ad avviso della senatrice Ivana Simeoni (M5S) occorre “individuare un percorso di maggiore razionalizzazione ispirato ad una effettiva divisione dei compiti mediante l'istituzione di organismi ristretti che potrebbero approfondire, da un lato, le problematiche di carattere economico, e dall'altro quelle di natura tecnica ed organizzativa”.

 
Per Raffaele Volpi (LN-Aut) “la Commissione d'inchiesta non dovrebbe limitarsi ad attività di monitoraggio o verifica, avendo invece una chiara connotazione inquirente che dovrebbe opportunamente essere ristretta su tematiche specifiche”.
Se una Commissione Bicamerale avrebbe maggiore autorevolezza i lavori non sarebbero particolarmente spediti ed efficaci. Per questo “ da un punto di vista pragmatico ritiene più convincente l'opzione monocamerale, purché si delimitino i campi di azione dell'organo di inchiesta”.

 
Albert Laniece (Aut (SVP, UV, PATT, UPT) - PSI) si dichiara d'accordo sull'esigenza di precisare i profili tematici dell'inchiesta parlamentare rispetto alla quale manifesta la propria preferenza per la soluzione monocamerale che consente di lavorare in modo più snello.

 
Luigi D’Ambrosio Lettieri (Pdl) fa sapere che “avrebbe chiesto al senatore Marino se fosse stato presente all'odierna seduta, le ragioni per le quali ha inteso presentare un'iniziativa legislativa per l'istituzione di una Commissione bicamerale, quando invece, lo stesso senatore Marino nel 2008, in occasione dell'esame delle proposte per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta, osservava che un'eventuale Commissione bicamerale poteva non essere adeguata ad assicurare celerità ed incisività nell'approfondimento di specifiche tematiche. Per questi motivi, il senatore Marino auspicò allora che si pervenisse ad un'intesa volta a prevedere una sola Commissione monocamerale, istituita presso il Senato”.
In più ravvisa che non “sussiste alcun rischio di sovrapposizione nell'eventualità in cui Senato e Camera istituissero due diversi organi di inchiesta poiché, mentre l'organo di inchiesta presso il Senato continuerebbe ad avere ad oggetto l'efficacia e l'efficienza del Ssn, l'organo di inchiesta istituito presso la Camera continuerebbe invece ad avere ad oggetto gli errori sanitari e le cause dei disavanzi regionali: in questo modo si perpetuerebbe quella prassi ormai istaurata nelle ultime due legislature fondata sulla divisione e distinzione dei compiti tra i due organi parlamentari”. In conclusione, conferma la necessità che “l'istituendo organo d'inchiesta possa avere davanti a sé un campo d'azione il più possibile ampio”.
 
Giuseppina Maturani, Pd, condivide l'impostazione delineata da Dirindin poiché “proprio l'esigenza di un organo di inchiesta che risponda realmente ai bisogni della cittadinanza dovrebbe spingere Camera e Senato ad offrire un'immagine maggiormente sinergica ed efficace, al fine di evitare ogni inutile appesantimento che necessariamente avrebbe luogo se, ad esempio, due organi parlamentari d'inchiesta si presentassero nella stessa struttura ed interrogassero gli stessi soggetti”. Alla luce di ciò meglio aspettare le conclusioni dell'indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Ssn che potrebbe rivelarsi “utile per individuare quelle questioni specifiche che, previo il necessario coordinamento con la Camera dei deputati, potrebbero essere oggetto di attenzione da parte di una istituenda Commissione d'inchiesta”.

20 giugno 2013
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