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Gelli (Pd): "Ssn non è solo spesa, ma un grande patrimonio di investimenti, occupazione e sviluppo"


17 GIU - Riportiamo di seguito l'intervento di Federico Gelli (Pd) che ha illustrato la mozione n. 1-00899.

"Oggi stiamo parlando di un grande patrimonio dell'intera collettività del nostro Paese, il sistema sanitario pubblico. Il sistema sanitario pubblico italiano viene considerato a livello internazionale uno dei migliori sistemi sanitari pubblici, rispettando classifiche scientifiche, non valutazioni di natura politica; un sistema sanitario pubblico che sicuramente è il frutto di un lavoro importante della storia repubblicana, della storia di questo Paese, di un percorso che ha visto battaglie importanti per l'affermazione di un diritto che è sancito appunto dalla Costituzione. Ma questo grande patrimonio si incentra prevalentemente sulla ricchezza delle competenze e delle professionalità dei tanti operatori che lavorano in questo sistema. Noi abbiamo bellissimi ospedali, abbiamo grandi centri clinici, ma la vera ricchezza e il vero patrimonio stanno nelle competenze e nelle professionalità che in questi anni si sono affermate e si sono accresciute nel nostro Paese. Sono oltre 700 mila questi operatori: sono medici, infermieri, operatori sociali; sono 1 milione complessivamente, considerando anche gli operatori delle strutture convenzionate e dell'indotto che si muove intorno alla sanità. Vogliamo considerare tutto questo grande patrimonio, che garantisce un diritto fondamentale, che è il diritto alla salute, solo come spesa, oppure vogliamo considerarlo, invece, come un grande patrimonio di investimenti, di occupazione, di sviluppo e di dinamismo per questo Paese? Perché oggi stiamo parlando proprio di questo, stiamo parlando proprio di questa grande opportunità. Eppure, l'asse fondamentale su cui si regge il nostro sistema è proprio il personale, gli operatori, che in questi anni purtroppo sono stati bistrattati, umiliati, potremmo dire anche offesi, perché si è pensato giustamente a razionalizzare i costi, a risparmiare, a rendere più efficiente il sistema. Giusto! Giusto unificare i centri di acquisto, giusto razionalizzare la rete ospedaliera, giusto efficientare il sistema, giusto eliminare gli sprechi, giusto eliminare le decisioni della politica in un settore dove la politica deve restare molto lontana, ma purtroppo è stato colpito anche questo grande cuore del nostro sistema.
È stato risparmiato negli ultimi anni intorno a 1 miliardo di euro, grazie ad operazioni sul blocco del turnover, in maniera particolare nelle sette regioni con piano di rientro, a un blocco dei trattamenti accessori della retribuzione, a un blocco delle procedure contrattuali. Insomma, tutto questo è stato in qualche modo ottenuto, purtroppo, penalizzando quello che appunto dicevo prima: una delle grandi ricchezze del nostro Paese. Tutto questo che cosa ha prodotto e che cosa potrà produrre nel prossimo futuro ? Una riduzione e una diminuzione alla risposta dei bisogni della popolazione, una riduzione, purtroppo, della qualità della risposta che noi potremmo dare ai nostri cittadini, al bisogno della domanda di salute di questo Paese.
Allora, la politica a questo punto deve intervenire, non può rimanere a considerare e valutare il sistema sanitario del nostro Paese solo come fonte di spesa; deve guardare con atteggiamento diverso, deve porsi in un atteggiamento diverso rispetto al prossimo futuro. Ecco perché noi proponiamo nella nostra mozione – ed è una proposta comune anche ad altre mozioni – una revisione dei vincoli imposti per la gestione del personale del sistema sanitario, perché possano favorire un giusto ricambio generazionale; perché solo attraverso un corretto percorso formativo e un corretto ricambio generazionale possiamo dare prospettive e futuro alla nostra qualità dei servizi. Siamo per garantire quelle assunzioni a tempo indeterminato in strutture molto sensibili del sistema, a partire dai pronto soccorso, dai centri trapianti, dalle terapie intensive, insomma in tutti quei luoghi dove non è ammissibile che si possa far ricorso al precariato, perché il precariato, che è ovviamente una risorsa importante quando c’è da sostituire un titolare, non può essere la risposta definitiva; può essere una soluzione tampone e certo non utilizzabile in questi settori particolarmente delicati. Ovviamente invitiamo il Governo a far sì che ci sia una limitazione del blocco del turnover, proprio per limitare l'uso di forme di precariato e di esternalizzazione delle risposte ai bisogni, perché sappiamo che alla fine questo ricorso e questa risposta producono ugualmente un costo, che è molto simile e paragonabile al costo effettivo del personale titolare, del personale ovviamente a contratto a tempo indeterminato; ed è qui l'elemento di sostanza sul quale noi vorremmo che il Governo intervenisse.
 
Insomma, rimuovere tutti quei lacci e lacciuoli, quegli ostacoli che in questi anni sono stati un elemento di risparmio e che oggi possono diventare elemento di impoverimento e di difficoltà del sistema. Abbiamo ovviamente inserito anche il tema della mobilità regionale, perché non è spiegabile come ancora oggi si possano considerare i confini di una Azienda sanitaria in una logica ormai di pianificazione e programmazione che è almeno su base regionale.
Dobbiamo allora concedere altre possibilità e altre opportunità, perciò abbiamo inserito un altro tema fondamentale che ci viene richiesto con forza dagli operatori. Ad esempio, una iniziativa importante potrebbe essere quella di inserire una distinta area negoziale della dirigenza del sistema sanitario pubblico. D'altronde nell'idea della riforma del decreto Madia si parla di un ruolo unico della dirigenza delle regioni e allora, visto che l'ottanta per cento della dirigenza delle regioni è composta proprio dal comparto sanitario, non si capisce perché all'interno non si possa pensare ad un'area contrattuale e negoziale autonoma, vista anche la specificità del settore e le modalità di reclutamento.
Tutte queste risposte, a nostro avviso, sono solo all'inizio di un percorso difficile che dovremo fare nei prossimi mesi. Con il nuovo patto della salute sono inseriti argomenti importanti di risposta. Ad esempio, lo sblocco del turnover nelle regioni con piani di rientro che dimostrano una capacità di verifica e di uscita dal blocco e dal piano di rientro. È questo un primo segnale di attenzione, una prima possibilità di risposta in quelle regioni dove questo tema è ancora più importante rispetto alle altre. Una valorizzazione del ruolo del personale sanitario è inserita nell'articolo 22 del patto della salute, dove si definisce la possibilità di una legge delega che possa aiutare a valorizzare e, in qualche modo, migliorare il lavoro interdisciplinare tra le varie figure professionali del sistema.
Stiamo discutendo da anni della responsabilità professionale, è un altro nostro punto importante. In XII Commissione, insieme alla Presidente, stiamo lavorando su questo in maniera proficua, perché sappiamo che questa risposta non è solo una risposta da dare agli operatori professionali, per arrivare ad un contingentamento delle risorse e a risparmi sul tema della medicina difensiva che alcuni stimano addirittura in decine di miliardi e che a nostro avviso riguarda non solo la sicurezza degli operatori, ma anche quella dei cittadini.

Insomma, insieme ad altre misure, questo Governo e questa maggioranza stanno cambiando la pelle di questo sistema, garantendo le radici profonde del sistema sanitario pubblico, ma valorizzando le grandi importanti novità. Siamo noi, questa maggioranza e questo Governo, ad aver introdotto ad esempio la impossibilità dei Presidente di regione a continuare a svolgere il ruolo di commissari nei piani di rientro. Un messaggio importante per dare una forza più rilevante al Governo, al ruolo centrale, nel sostegno e nell'aiuto ad uscire dalle condizioni di difficoltà. Attraverso il decreto Madia abbiamo inserito il tema dell'albo nazionale dei direttori generali. Veniva detto prima dal rappresentante del MoVimento 5 Stelle, come la politica sia invasiva anche nel mondo della sanità, io non credo che il sistema sanitario pubblico possa essere considerato alla stessa stregua di un luogo del malaffare o dove tutti i nostri 700 mila operatori sono stati assunti perché amici di qualche politico di turno. Sarebbe un'offesa all'intelligenza di tanti bravi professionisti che operano in maniera dignitosa e hanno fatto i loro concorsi pubblici per poter essere assunti. Credo allora che in risposta a questo noi dobbiamo operare in profondità, ecco perché l'albo nazionale dei direttori regionali, l'albo dei direttori regionali e amministrativi. Un albo trasparente, fruibile da tutti i cittadini, dove sappiamo quali saranno i manager che verranno scelti dai Presidente delle regioni.
Infine, noi crediamo che questa battaglia debba in qualche modo dare una risposta alle migliaia di giovani specializzandi, precari, operatori sanitari che tutti i giorni, senza guardare il proprio orologio o l'ingresso e l'uscita, ma mettendosi al servizio con lo spirito grande, che anima tutti gli operatori sanitari, di offrire un servizio verso il prossimo che soffre. A questi operatori dobbiamo una risposta.
Lo abbiamo pensato per la scuola, dobbiamo pensarlo ora per il nostro sistema sanitario pubblico". 

17 giugno 2015
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