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Oncologia. Diritto immediato all’invalidità sempre più vicino: il certificato introduttivo si prepara a diventare strutturale. Stretto protocollo operativo Agenas-Inps

di Ester Maragò

Dopo due anni di sperimentazione il certificato oncologico introduttivo punta a diventare strutturale attraverso una procedura per rendere più agili e rapide, su tutto il territorio nazionale, valutazioni, accertamenti e gestione di informazioni per i pazienti oncologici. Punto di forza della proposta congiunta Agenas Inps è stabilire modalità uniformi per il suo rilascio emesso direttamente e immediatamente da chi fa la diagnosi. Per la Favo c'è ancora molto da fare 

13 GEN - Una procedura semplice e uniforme per rendere più agili e rapide valutazioni, accertamenti e gestione di informazioni per i pazienti oncologici. Un apripista per il futuro, strumento concreto che viene in aiuto dei malati e dei caregiver, per sottrarre al dolore della malattia, il dolore burocratico
 
Questa la stella polare dell’accordo stretto tra Agenas-Inps per rendere strutturale il certificato oncologico telematico introduttivo dopo due anni di sperimentazione. Un giro di boa essenziale che consentirà ai malati oncologici di vedere riconosciuto immediatamente il diritto alla prestazione di invalidità senza necessità di ulteriori documentazioni, in tutto il territorio nazionale.
 
Il cambio di passo è stato al centro del Convegno “Buone pratiche per i diritti dei pazienti oncologici. Il certificato oncologico telematico introduttivo” organizzato da Agenas in collaborazione con l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, nel corso del quale è stato illustrato il progetto del protocollo operativo.
 
“Abbiamo deciso di rendere strutturale il certificato introduttivo oncologico, attraverso la sinergia con Agenas, dopo una ampia sperimentazione che ha preso avvio due anni fa – ha spiegato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico – questo consentirà di facilitare la vita degli utenti che potranno ricevere un certificato per le disabilità oncologiche, che danno diritto alla prestazione di invalidità, senza ulteriori accertamenti. Un accordo strutturale che eviterà di fare accordi individuali sul territorio, ed anche un auspicio per successivi, possibili, accordi su collaborazioni, sinergie, condivisioni di dati e servizi che l’Inps ha come obiettivo. È un passo avanti e fondamentale nel perimetro della nostra missione sociale come Istituto al servizio dei cittadini e del Paese, – ha aggiunto Tridico – oltre a rappresentare un ulteriore tassello nell’ambito delle strategie di innovazione di Inps, sempre più mirate a migliorare l’accessibilità delle prestazioni e che, nell’ambito sanitario, potrebbe avere una straordinaria evoluzione con l’accesso ai dati del fascicolo elettronico sanitario”.
 
“Siamo molto soddisfatti che il lavoro portato avanti da Agenas sia stato accolto e condiviso da Inps che già aveva percorso questa strada con il comune scopo di agevolare e semplificare ogni utile procedura per il riconoscimento dei benefici già regolamentati a favore dei pazienti oncologici” ha dichiarato il presidente di Agenas, Enrico Coscioni in una nota. E proprio su queste basi, ha aggiunto il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan, l’Agenzia continuerà a lavorare “in modo congiunto con l’Inps e insieme alle Regioni, per la definizione di un protocollo nazionale che individui i criteri generali per l’attuazione uniforme; spetterà poi alle Regioni e Province autonome l'attuazione nei propri ambiti”.

I punti cardine del protocollo. Il carico della malattia oncologia è molto importante e il certificato oncologico telematico introduttivo arriva in un momento critico della vita dei malati diventando uno strumento essenziale per facilitare la loro la vita. Come ha affermato Antonio Fortino direttore del dipartimento area sanitaria di Agenas nel corso del convegno “una priorità da affrontare”. “Agenas – ha affermato – ha raccolto questa suggestione attraverso le reti oncologiche e intende proseguire su questa strada con Ministero, Inps, Regioni e Associazioni dei pazienti. Quanto realizzato nella pratica e presentato oggi lascia ben sperare. I benefici del certificato introduttivo sono sotto gli occhi di tutti: per pazienti e familiari ai quali offre rapidità e gratuità. Per i team multidisciplinari e multidimensionali in quanto il certificato ha un valore terapeutico e di cura, e per l’Inps che può ottenere qualità e appropriatezza della certificazione”. Certo, ha riconosciuto Fortino, le difficoltà applicative non mancano ma bisogna estendere le buone pratiche a macchia d’olio in tutto il territorio nazionale.
 
La proposta congiunta è quella di stabilire modalità uniformi per il rilascio del Certificato oncologico telematico introduttivo, emesso direttamente e immediatamente da chi fa la diagnosi. Procedura, realizzata già in molte buone pratiche grazie al sostegno di Direzioni aziendali innovative e con la partecipazione di servizi e di personale formato e abilitato, e illustrate durante il convegno congiunto.
Indubbi i vantaggi per i malati di cancro. A partire dalla riduzione dei tempi di latenza tra la diagnosi e l’accertamento in pazienti con gravi patologie e talvolta con aspettativa di vita breve. Esaustività ed appropriatezza delle informazioni cliniche per l’accertamento delle commissioni da remoto (ex art. 29, c. 3 L.120/2020) e nessun onere per il paziente. Una pronta fruibilità organizzativa e gestionale: le esperienze realizzate a livello locale dimostrano una riduzione revisioni e contenziosi, senza aggravio di risorse umane o economiche.

“Il riconoscimento della ‘disabilità oncologica – ha sottolineato l’Avv. Elisabetta Iannelli segretario Generale della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia Favo – è il prerequisito fondamentale affinché i malati di cancro e i loro caregiver possano accedere a benefici giuridici ed economici e di tutela del lavoro. Il corretto e rapido accertamento dell’invalidità e dell’handicap semplifica la vita dei malati stravolta dal tumore e dalle terapie. Favo, che da sempre si batte a favore dei diritti e della semplificazione burocratica, apprezza questa risposta di impegno concreto da parte di Inps ed Agenas, annunciata nonostante le criticità causate dal Covid”.
 
Ancora molto da fare. Il Certificato oncologico introduttivo è un modello per tante altre patologie, ha aggiunto Iannelli, ma “per passare dalla buona pratica al suo utilizzo ci vuole impegno”. “Ad oggi il certificato dal quale discende un cambiamento di vita per i malati – ha detto – purtroppo non è ancora entrato nella pratica clinica come vorremmo. È redatto dai Mmg e non è gratuito, perché rientra nella loro attività libero professionale. Questo nonostante sia un pre-requisito per accedere ad una prestazione di natura assistenziale. Non solo, questo passaggio rende l’iter più faticoso, si può inoltre andare incontro a omissione ed errori che complicano l’accertamento da parte dell’Inps e ad un aumento del contenzioso. Un allungamento dei tempi che porta a  danni non risarcibili per malati che potrebbero non esserci più”.
L’auspicio per Iannelli è quindi che possa realizzarsi su tutto il territorio nazionale, una indicazione uniforme. E che, grazie alla svolta della sanità digitale, possa realizzarsi una interoperatività tra i vari sistemi informatici prevedendo quindi automatismi rapidi per il riconoscimento dei diritti dei malati

Le best practice regionali. Le esperienze condivise nell’ambito dei lavori hanno dimostrato come la procedura messa in atto da alcune Aziende Ospedaliere, anche se in forme diverse, abbia prodotto: un aumento del 10% domande di disabilità/nuove diagnosi cancro-anno; la riduzione tempo intercorso tra diagnosi e presentazione domanda da una media di 121 giorni a 67 giorni; il 100% dei pazienti valutati entro 15 gg; la netta riduzione numero di riesami.

Paradigmatica, tra le molte le esperienze pilota realizzate in Piemonte, Lazio, Veneto e Puglia, quella di Modena. Formazione dei professionisti, collegamenti tra i diversi sistemi informatici per consentire la comunicazione e la condivisione dei dati, collaborazione con le associazioni dei pazienti oncologici e comunicazione con il pubblico, sono stati i punti di forza del progetto avviato a Modena dove già dal 2013 è stato sviluppato un percorso condiviso con gli oncologi e con le direzioni aziendali delle strutture coinvolte. Nel 2015 il certificato oncologico introduttivo che è stato portato direttamente negli ospedali, un giro di boa che ha consentito di accelerare la diagnosi medico legale e la tempestività nella erogazione dei benefici.
“Abbiamo costruito un giudizio medico legale 'sartoriale' – ha detto Maria Cristina Davolio Responsabile Servizio sanitario disabilità Medicina legale della Ausl Modena – che ha consentito alla prestazione medico legale di inserirsi nel percorso terapeutico del paziente. Nel 2021 sono stati 2.195 i pazienti sottoposti a visita con le nuove modalità. Con il certificato oncologico compilato dagli oncologi, valutiamo i pazienti direttamente sugli atti evitando così accertamenti in presenza: un grande aiuto per i pazienti oncologici fragili che hanno evitato spostamenti non opportuni, soprattutto durante la pandemia”.
 
Insomma, umanizzazione e personalizzazione del giudizio medico legale. “Il certificato introduttivo oncologico, così come il certificato introduttivo pediatrico, persegue esattamente la finalità di semplificare l’accesso a tali diritti e garantire l’appropriatezza scientifica di quanto diagnosticato clinicamente – sottolinea il Direttore del Coordinamento Medico Legale dell’Inps, Raffaele Migliorini – un’appropriatezza cherappresenta il presupposto fondamentale per il corretto riconoscimento dei benefici assistenziali previsti dalla norma”.
 
Ester Maragò

13 gennaio 2022
© Riproduzione riservata

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