Medici di famiglia. Il Governo pensa a una norma di legge per blindare la riforma
di L.F.
Intanto la Commissione Salute delle Regioni ha dato il via libera alla bozza del nuovo Atto d’indirizzo e che ora dovrà passare al vaglio dei governatori. Il nuovo impianto prevede la conferma del rapporto di lavoro sempre convenzionato ma con un impegno orario fissato a 38 ore settimanali di cui 20 ore da svolgere negli studi e 18 ore in attività sanitarie promosse dal distretto di cui almeno 6 nelle Case della Comunità
13 GEN - Rapporto di lavoro sempre convenzionato ma con un impegno orario fissato a 38 ore settimanali di cui 20 ore da svolgere negli studi e 18 ore in attività sanitarie promosse dal distretto di cui almeno 6 nelle Case della Comunità. Il tutto sempre senza intaccare il rapporto fiduciario con i pazienti. Novità anche per la retribuzione: il 70% sarà su base capitaria mentre il 30% sarà legato a determinati obiettivi definiti dal Distretto. Inoltre, gli studi dovranno essere collegati in rete e saranno incentivate le aggregazioni tra professionisti secondo il modello delle AFT.
Sono queste come avevamo anticipato qualche settimana fa le direttrici della futura organizzazione del lavoro dei medici di famiglia e su cui oggi la Commissione Salute ha votato favorevolmente (introdotte solo alcune piccole modifiche sulle zone carenti e sulla governance regionale per quanto riguarda le ore che i mmg dovranno svolgere al di fuori degli studi). Ora il testo sarà al vaglio dei governatori.
Ma nel frattempo per blindare la riforma il Ministero della Salute sta pensando ad una norma legislativa (in una forma più snella rispetto all’Atto) che superi la Legge Balduzzi e che vincoli ancora di più quanto definito nel nuovo Atto d’indirizzo per la nuova convenzione. Una norma inoltre sarebbe necessaria anche per rispettare le scadenze del Pnrr che impongono l’adozione di una riforma del territorio entro la prima metà dell’anno.
L.F.
13 gennaio 2022
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