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Servizio 118. Costa: “Criticità per inquadramento medici convenzionati a tempo indeterminato nel ruolo sanitario della dirigenza medica”


Questo potrebbe comportare "un possibile svuotamento, di fatto, dell'emergenza territoriale convenzionata", oltre alla "possibilità di accesso ai ruoli della dirigenza medica in deroga al possesso del titolo di specializzazione" e oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato. Ad ogni modo si ricorda come al momento vi siano all'esame del Senato ben tre disegni di legge che prevedono un riordino della medicina di emergenza. Così il sottosegretario rispondendo ad un'interpellanza di Villani (M5S).

25 MAR - "Un'eventuale iniziativa normativa, volta all'inquadramento dei medici convenzionati a tempo indeterminato nel ruolo sanitario della dirigenza medica, presenterebbe inoltre alcune criticità". Tra queste il possibile "svuotamento, di fatto, dell'emergenza territoriale convenzionata", oltre alla "possibilità di accesso ai ruoli della dirigenza medica in deroga al possesso del titolo di specializzazione" e oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato. 
 
Ad ogni modo è possibile un riordino generale della medicina di emergenza per via legislativa dal momento che al Senato sono in corso i lavori su tre disegni di legge riguardanti proprio questa tematica. Lo ha ricordato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, rispondendo questa mattina alla Camera all'interrogazione presentata da Virginia Villani (M5S).
 
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Costa:
 
"Grazie, Presidente. Grazie agli onorevoli interpellanti per aver posto certamente l'attenzione su una tematica che presenta delle criticità, alle quali dobbiamo provare certamente a dare le risposte.
 
Nell'attuale ordinamento, l'emergenza sanitaria territoriale rientra nell'ambito della medicina convenzionata ed è disciplinata dall'accordo collettivo nazionale della medicina generale, di cui all'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. Pertanto, lo stato giuridico ed economico del predetto personale è ben distinto da quello della dirigenza medica del Servizio sanitario nazionale. Alla relativa convenzione, per gli incarichi a tempo indeterminato, si accede con l'attestato di formazione specifica in medicina generale, unitamente a uno specifico attestato di idoneità all'esercizio dell'attività di emergenza sanitaria territoriale, rilasciato dalle aziende del Servizio sanitario nazionale.
 
Inoltre, per effetto di quanto previsto dall'articolo 1, comma 272, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, al fine di garantire la continuità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, il personale medico in servizio presso le strutture del sistema emergenza-urgenza territoriale 118, che alla data di entrata in vigore della presente legge ha maturato un'anzianità lavorativa di almeno 36 mesi, può accedere alle procedure di assegnazione degli incarichi convenzionali a tempo indeterminato, destinate al servizio di emergenza-urgenza 118, anche senza il possesso del diploma attestante la formazione specifica in medicina generale. A determinare il requisito di anzianità lavorativo, di cui al precedente periodo, concorrono periodi di attività anche non continuativi, effettuati negli ultimi dieci anni nei servizi di emergenza-urgenza 118 con incarico convenzionale a tempo determinato. I servizi di emergenza-urgenza sono tuttavia disciplinate dalle regioni con modalità del tutto diverse. In molte regioni c'è un modello misto di emergenza territoriale, per cui ai relativi servizi concorrono sia medici in rapporto di convenzione che dirigenti medici dipendenti dal Servizio sanitario nazionale.
 
Un'eventuale iniziativa normativa, volta all'inquadramento dei medici convenzionati a tempo indeterminato nel ruolo sanitario della dirigenza medica, presenterebbe inoltre alcune criticità. Infatti, la possibilità per tutti i medici convenzionati di transitare dal rapporto convenzionale al rapporto di lavoro dipendente potrebbe comportare un possibile svuotamento, di fatto, dell'emergenza territoriale convenzionata, con conseguente impatto sull'organizzazione dei servizi da parte delle regioni stesse. Una tale previsione, inoltre, comporterebbe la possibilità di accesso ai ruoli della dirigenza medica in deroga al possesso del titolo di specializzazione, prescritto quale requisito d'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale e comporterebbe oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato.
 
Ricordo anche che sono attualmente all'esame del Senato ben tre disegni di legge (S. 1715, S. 2153 e S. 2231), che prevedono un generale riordino della medicina di emergenza e affrontano anche il tema del passaggio alla dipendenza su base volontaria, da parte dei medici del 118 in rapporto convenzionale e in possesso di determinati requisiti.
 
Evidenzio, inoltre, che la Conferenza delle regioni e delle province autonome, nell'ambito del “Documento programmatico fabbisogni di personale sanitario”, approvato nella seduta del 2 marzo 2022 - quindi è recente - ha espressamente richiesto un intervento normativo, volto all'individuazione delle aree di attività dell'emergenza territoriale e della medicina dei servizi, che richiedono l'instaurarsi di un rapporto di impiego.
 
In particolare, il documento auspica che in tali aree di attività i medici in servizio - addetti alle attività dell'emergenza territoriale e della medicina dei servizi e, al 31 dicembre 2021, risultanti titolari di un incarico a tempo indeterminato da almeno cinque anni o comunque al compimento del quinto anno di incarico a tempo indeterminato - siano inquadrati, a domanda, nel ruolo sanitario della dirigenza medica, assegnando i medici dell'emergenza sanitaria territoriale ai servizi della rete di emergenza-urgenza, compresi i pronto soccorso, e i medici della medicina dei servizi ai rispettivi settori della dipendenza, per almeno un quinquennio, in deroga al limite di spesa previsto dall'articolo 2, comma 71, della legge n. 191 del 2009, ferma restando la compatibilità finanziaria, sulla base degli indirizzi regionali in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale, previo giudizio di idoneità secondo le procedure vigenti.
 
A tal riguardo le regioni e province autonome chiedono che l'inquadramento nel ruolo sanitario comporti la contestuale accettazione alla permanenza presso i servizi della rete di emergenza-urgenza, compresi i pronto soccorso, per almeno un quinquennio, e di prevedere che, nelle more del passaggio alla dipendenza, le regioni e le province autonome possano individuare adeguate forme di integrazione dei medici convenzionati addetti all'emergenza sanitaria territoriale con l'attività dei servizi del sistema di emergenza-urgenza, secondo criteri di flessibilità operativa, incluse forme di mobilità interaziendale.
 
Sulla possibilità di consentire ai medici convenzionati dell'emergenza territoriale di essere ammessi in soprannumero alla Scuola di specializzazione in medicina di emergenza-urgenza, faccio presente che l'articolo 35 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, consente di accedere in soprannumero alle scuole di specializzazione esclusivamente ai medici dipendenti di ruolo.
 
Va anche precisato, peraltro, che una disposizione volta a consentire l'accesso in soprannumero alla scuola di specializzazione in medicina di emergenza-urgenza ai medici convenzionati richiederebbe una preliminare e attenta valutazione, in quanto la partecipazione all'attività della scuola potrebbe determinare di fatto anche difficoltà nella gestione dei servizi.
 
Concludo rassicurando l'onorevole interpellante sulla massima attenzione che il Ministero sta ponendo su questa tematica e ovviamente rinnovo la mia completa e totale disponibilità, al di là della risposta all'interpellanza, di proseguire un confronto e un dialogo, nella consapevolezza che le questioni poste dall'interpellanza sono questioni sulle quali dobbiamo provare a trovare dei punti di condivisione e provare a dare delle risposte".
 
In sede di replica Villani (M5S) si è detta parzialmente soddisfatta. “Sulla situazione dei medici convenzionati del 118 bisogna fare di più. Dobbiamo essere grati loro per il lavoro svolto con abnegazione e spirito di sacrificio nei mesi più difficili della pandemia. Ora, dopo averli chiamati 'eroi', è venuto il momento di ascoltarli e di riconoscere loro quel rispetto professionale da troppi anni negato sia in termini giuridici che economici”, ha commentato
 
“Parliamo di un settore, quello dell’Emergenza Urgenza, cruciale e strategico per la sanità italiana - continua Villani -. Senza diritti e tutele i medici continueranno a lasciare questo servizio, impoverendo ulteriormente il tessuto professionale dell'emergenza 118. L'intero sistema si sta svuotando di professionalità e di competenza e questo non possiamo permettercelo”.
 
“Noi del MoVimento 5 Stelle - aggiunge - abbiamo chiesto con tenacia un riordino della materia per riconoscere l'anzianità di servizio maturata sul campo dal medico di emergenza territoriale e l'inquadramento dei medici convenzionati a tempo indeterminato nel ruolo sanitario della dirigenza medica, in modo da allineare l'assetto giuridico alla situazione di fatto in cui essi operano”.
 
“Questi professionisti hanno garantito il diritto alla salute dei cittadini tra mille difficoltà e con enorme spirito di abnegazione. Hanno il diritto alla stabilizzazione e a un inquadramento giuridico professionale. Il nostro impegno nelle istituzioni continuerà al fianco di questi professionisti” conclude. 

25 marzo 2022
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