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Decreto Balduzzi. Preiti (Fp Cgil): "Sulle cure primarie testo velleitario e confuso" 

di Nicola Preiti

Non affronta uno, che sia uno, dei problemi delle cure primarie. Non ricalibra le cure primarie sulla base delle moderne necessità assistenziali. Non indica alcuna prospettiva di sviluppo in un riequilibrio con gli altri servizi del SSN. Non modifica ruoli e funzioni dei medici. E allora a cosa serve?

28 AGO - Il testo che il Consiglio dei Ministri si appresta a varare sulle cure primarie è velleitario e confuso. Non affronta uno, che sia uno, dei problemi delle cure primarie. Non ricalibra le cure primarie sulla base delle moderne necessità assistenziali. Non indica alcuna prospettiva di sviluppo della assistenza territoriale in un riequilibrio con gli altri servizi del SSN. Non modifica ruoli e funzioni dei medici per consentire alle Regioni di strutturare ed organizzare più proficuamente l'assistenza e i servizi territoriali. A cosa serve allora (stante il titolo V) un intervento normativo nazionale?
 
Da un lato si ribadiscono norme già in vigore, come l'adesione obbligatoria alle aggregazioni funzionali (AF) e alle Unità complesse di cure primarie (UCCP), ma che non hanno dato finora risultati. Dall'altro lato si aumentano burocrazia e confusione lasciando i medici in balia di soluzioni variegate senza coerenza nazionale. Le uniche certezze rimangono: contrazione delle risorse del settore, nuove incombenze per i medici, e la destrutturazione del loro compenso.
 
I tanto propagandati poliambulatori h24 rimangono in sostanza l'auspicio indefinito e confuso presente in tutti i contratti e le norme degli ultimi 15 anni. Le Regioni potevano e potranno farli al di la di questa norma. Non diventano, come da noi auspicato, il livello territoriale di coordinamento ed erogazione delle cure primarie. Insomma fumo mediatico.
 
Sparisce inoltre il Distretto, sicuro riferimento previsto dalla 502/92 per la organizzazione delle cure primarie, tutto diventa vago e indefinito nelle caratteristiche fondanti di un sistema.
 
Con l'assegnazione di budget sembrerebbe profilarsi invece una privatizzazione delle cure primarie nel modello, per noi negativo, del CREG lombardi.
 
Una cosa positiva si può vedere nel ruolo unico per i medici di medicina generale che dovrebbe indicare la cancellazione della guardia medica da noi richiesta da molti anni. Passaggio necessario, visto che non esiste la specialità di medico di guardia medica. Ma è un riferimento talmente generico che può significare tutto e niente.
 
Neanche la problematica normativa del 118 viene risolta ed anzi si complica. Siamo d'accordissimo a far diventare tutti questi medici dipendenti. Ma vietando nuovi convenzionamenti, si può sapere come si accede nel territorio italiano a questa professione? Direttamente dipendenti? Solo i rarissimi specialisti? E i titoli acquisiti?
 
Come altri Governi, anche questo aveva fatto pomposi proclami di cambiamento dell'assistenza territoriale, ma neanche l'essere 'tecnico' è servito. Tutto è sublimato in una nube mediatica. 
 
Purtroppo però i pesantissimi tagli subiti dalle Regioni sul fondo sanitario, associati alla deospedalizzazione della spending review, con il mancato sviluppo delle cure territoriali di quest'ultimo provvedimento, costituiscono un combinato disposto che renderà il diritto alla salute dei cittadini un bel ricordo dei tempi andati.
 
Nicola Preiti
Coordinatore nazionale FP-CGIL Medici medicina convenzionata
 

28 agosto 2012
© Riproduzione riservata

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