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Decreto Balduzzi. Troise (Anaao): "No alle norme su mobilità e prepensionamento" 

di Costantino Troise

L’estensione al sistema sanitario pubblico dei processi di mobilità e prepensionamento già previsti dalla spending review per i Ministeri lascierebbe spazio ad arbitri e discrezionalità. Balduzzi ci ripensi. 

31 AGO - Il decreto Balduzzi è in ritardo sulla tabella di marcia. Niente di male, se il tempo servisse per eliminare limiti e contraddizioni di una manovra ambiziosa, non priva di buone intenzioni e di elementi condivisibili.

Tra le ultime modifiche è invece comparsa, a tempo praticamente scaduto, l’estensione al sistema sanitario pubblico dei processi di mobilità e prepensionamento già previsti dalla spending review per i Ministeri. I percorsi di mobilità coatta, con spostamenti in ambito regionale, scatterebbero in caso di “eccedenze”. Rispetto a quali parametri non è dato sapere, visto che le Regioni hanno sempre rifiutato l’individuazione di livelli essenziali organizzativi.

La genericità della norma, che peraltro invade il campo del Ministro della Funzione Pubblica che su questi temi ha in corso un confronto con le Confederazioni Sindacali, lascia spazio ad ogni discrezionalità, fino all’arbitrio ed a discriminazioni di ogni tipo. Il conflitto istituzionale in corso tra Governo e Regioni non esclude, evidentemente, scambi compensativi sottobanco che mirano ad introdurre nella sanità pubblica logiche padronali e modelli organizzativi propri delle aziende metalmeccaniche fino a ridurre il personale sanitario, (le “risorse umane”!) a pacchi postali.

Il Prof. Balduzzi rischia di essere ricordato come chi ha aperto l’era dei lavori forzati e dei reparto-confino con buona pace di continuità assistenziale, liste di attesa, salute dei cittadini, precari di lungo corso in attesa di stabilizzazione e giovani medici in attesa di occupazione dopo 12 anni di percorso formativo.
Occorre sapere, però, che così facendo si gioca con il servizio sanitario aprendo una stagione di conflittualità che rischia di compromettere alla base le buone intenzioni annunciate dal Ministro.

L’Anaao Assomed chiede a Ministro e Parlamento la salvaguardia della specificità e della serenità del lavoro di chi rende esigibile, in condizioni sempre più gravose e rischiose, un diritto fondamentale dei cittadini. Non si salva il sistema delle cure pubblico senza chi quelle cure è chiamato ad erogare.

Costantino Troise
Segretario nazionale Anaao Assomed
 

31 agosto 2012
© Riproduzione riservata

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