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Lettera aperta a Schillaci delle società scientifiche e dei pazienti sulle carenze dell’assistenza allergologica nel Ssn

di AAIITO, SIAAIC, Federasma e Allergie, Associazione Respiriamo insieme

La situazione in cui versa l'assistenza allergologica, fortemente ridimensionata ovunque e quasi completamente scomparsa in alcuni ambiti regionali, è molto grave. L'impoverimento non è soltanto quantitativo per la perdita di strutture dedicate con il progressivo ed inevitabile spostamento verso l'assistenza privata, ma soprattutto qualitativo

16 DIC -

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta indirizzata al ministro della Salute Orazio Schillaci a firma dell’AAIITO, Associazione Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri, della SIAAIC, Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica, di Federasma e Allergie e dell’Associazione Respiriamo insieme.

Le gravi carenze in cui versa il nostro SSN, più volte riportate all’attenzione dei referenti che prima di Lei hanno ricoperto il suo importantissimo ruolo dalle associazioni professionali e di tutela dei pazienti, hanno ormai toccato il punto in cui le prestazioni previste dai LEA non possono più essere garantite in modo uniforme a tutti i cittadini.

La carenza di risorse, strutture e personale
Le risorse destinate alla sanità, nonostante l'incremento del fondo di oltre 2 miliardi previsto dall'attuale legge di bilancio e finalizzato ai sovraccosti per l’emergenza energetica, restano assolutamente insufficienti per arrestare il declino in cui sta precipitando il SSN e in misura ancora maggiore per dare ristoro ai suoi operatori in grandissima difficoltà per la riduzione delle piante organiche, la crescente responsabilità e gli eccessivi carichi di lavoro.

Nella sua intervista al quotidiano La Stampa del 1° dicembre 2022 Ella ha dichiarato, facendo riferimento al PNRR, che tale provvedimento ha finanziato solo l’edilizia e che ora “serve trovare le risorse per reclutare il personale”. Identica posizione è stata da Lei espressa nelle sue audizioni alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica dei giorni 6 e 7 dicembre.

A fronte di questo, tuttavia, nella già citata legge di Bilancio, ben poca cosa sono le somme destinate ai medici di pronto soccorso, a valere peraltro dal 2024, e nulla è previsto per il ben più importante rinnovo del contratto dell'intera categoria. Per il finanziamento della sanità, infatti, rimane quanto delineato nel Nadef recentemente approvato in cui il rapporto tra PIL/spesa sanitaria è destinato a decrescere per attestarsi nel 2025 a un misero 6%, un valore di gran lunga inferiore a quello di altri paesi Europei a noi simili.

Le più gravi carenze in ambito di assistenza allergologica

Ancora più grave la situazione in cui versa l'assistenza allergologica, fortemente ridimensionata ovunque e quasi completamente scomparsa in alcuni ambiti regionali. L'impoverimento, in questo caso, non è soltanto quantitativo per la perdita di strutture dedicate con il progressivo ed inevitabile spostamento verso l' assistenza privata, ma soprattutto qualitativo.

Con la dismissione di strutture in ambito ospedaliero, come purtroppo avvenuto in questi ultimi anni per incomprensibili e infruttuose politiche di tagli lineari, si è infatti drammaticamente ridotta anche la possibilità di intervenire su patologie gravi e potenzialmente fatali come allergia alimentare severa, allergia al veleno di imenotteri e reazioni allergiche a farmaci. Si tratta di patologie che per essere adeguatamente trattate, necessitano di un setting assistenziale complesso e realizzabile solo in ambienti protetti e da personale a questo dedicato e specificatamente addestrato.

Un vulnus che si traduce immediatamente nella negazione del diritto costituzionalmente tutelato di assistenza verso cittadini che soffrono di patologie ad alto impatto su salute e qualità di vita.
Basti pensare al bambino con allergie gravi di tipo alimentare che affronta per la prima volta la socializzazione esponendosi nel caso del consumo di pasti fuori casa a cibi potenzialmente contaminati con allergeni ai quali è sensibile o il paziente con allergia al veleno di imenotteri che non pratica l’immunoterapia specifica esponendosi nel caso di punture ad anafilassi potenzialmente fatali.

I provvedimenti legislativi in itinere
Le nostra Società Scientifiche hanno iniziato già da molto tempo un'azione di sensibilizzazione del decisore politico proponendo misure fortemente correttive sui provvedimenti legislativi in itinere, tutti gravati da una scarsissima attenzione alle problematiche dell'assistenza allergologica del nostro paese.

Il DPCM di revisione dei LEA
Le prime osservazioni riguardano la proposta di adeguamento dei LEA già da tempo bloccati per il mancato accordo sulle tariffe di remunerazione dei soggetti erogatori.

I LEA prevedono infatti una profonda revisione dell’assistenza allergologica trasformando in ambulatoriale il complesso delle prestazioni erogate spesso finora in regime di DH. Una penalizzazione economica molto significativa per gli erogatori che dovrebbe essere saggiamente compensata con importi di rimborso per le prestazioni rese in grado di coprire almeno i costi di produzione. Le tariffe proposte invece sono talmente sottodimensionate da rendere antieconomico il mantenimento del servizio per le strutture, come aziende ospedaliere e aziende accreditate, che vengono remunerate esclusivamente a DRG e tramite tariffe di rimborso, e non a quota capitaria.

Risibili anche le tariffe di rimborso per alcuni reattivi indispensabili per la diagnostica allergologica come gli allergeni molecolari che rischiano di sparire dai laboratori di analisi pubblici per l’indisponibilità delle aziende produttrici di fornire al servizio sanitario reattivi sottocosto.

Il DM 77 di riordino dell’assistenza territoriale
In tema di riordino dell’assistenza territoriale abbiamo evidenziato come la figura dell’allergologo non venga mai ricompresa tra i numerosi professionisti che saranno chiamati a fornire assistenza nelle case della comunità. Un’omissione assolutamente illogica alla luce del grande carico assistenziale che le patologie allergiche comportano, e del loro continuo incremento avendo esse raggiunto ormai una prevalenza nella popolazione generale del 20%.

Poiché le patologie allergiche sono strettamente correlate all’inquinamento e alla immissione di nuove sostanze chimiche nell’ambiente di vita, è prevedibile che il carico assistenziale sarà destinato ad accrescersi ulteriormente e con essi i costi sanitari che potrebbero invece essere ridotti con l’adozione di politiche pubbliche orientate alle buone pratiche della prevenzione. Sono queste le ragioni per le quali chiediamo che almeno a livello di casa della comunità, di livello Hub, sia espressamente prevista la figura dello specialista allergologo e garantita un’assistenza di qualità.

Il decreto di modifica del DM 70 sugli standard ospedalieri
Ancora più grave quanto si è potuto evidenziare nella bozza di riordino degli standard ospedalieri che il precedente Ministro della salute Roberto Speranza ha ritenuto opportuno sospendere per le critiche ricevute e che il suo Ministero dovrà sicuramente riprendere in esame.

In questo caso abbiamo giudicato molto la grave la mancanza di ogni riferimento alla definizione di una rete clinica dedicata all’allergologia, a differenza di quanto previsto per numerose altre discipline a minore impatto epidemiologico ed assistenziale. La mancata definizione di un modello assistenziale reticolare a complessità crescente (Hub, Spoke e primo livello) significa infatti ritenere che le patologie allergologiche non siano degne di essere gestite in modo integrato consentendo al paziente di essere inserito in un percorso assistenziale coordinato tra i diversi livelli a crescente complessità, a partire dal proprio medico di famiglia.

Le nostre osservazioni sono state consegnate al tavolo istituzionale che il Ministero ha convocato e le riproporremmo integralmente qualora si ponesse nuovamente mano al provvedimento.

Impiego e prescrizione di farmaci biologici e nuove terapie
Nella moderna medicina, come Ella ben sa, un ruolo di grande rilievo rivestono i farmaci biologici che agiscono su specifici target molecolari.

Condividiamo la necessità che tali molecole debbano essere prescritte da medici con specifiche competenze, e alla luce di questo non comprendiamo l’esclusione degli allergologi dal novero degli specialisti in grado di prescrivere terapie per la dermatite atopica come l’Upadacitinib o cortisonici per os per l’esofagite eosinofila, patologie che rientrano totalmente nel campo delle nostre competenze.

È finora mancata la consapevolezza nel decisore politico di quale sia il ruolo assistenziale dell’allergologo e questo ha determinato il mancato coinvolgimento della nostra componente professionale, nelle sedi in cui il confronto sarebbe stato proficuo per migliorare la qualità del sistema e assistere meglio i pazienti allergopatici.

Gli studi osservazionali
Le Società scientifiche allergologiche (AAIITO, SIAAIC) si sono caratterizzate per un elevato numero di importanti studi multicentrici osservazionali di tipo non interventistico, prospettici o retrospettivi. Questi studi, che hanno migliorato sensibilmente le nostre conoscenze in campo epidemiologico delle patologie allergiche, sono tuttavia ostacolati da una legislazione mutuata dagli studi sull’impiego di farmaci di tipo sperimentale, un fatto che si traduce nella necessità di coinvolgere direttamente i comitati etici di ogni singola realtà coinvolta nello studio con incomprensibile perdita di tempo e ancora più gravoso carico burocratico.

Anche su tale argomento un coinvolgimento delle nostre società scientifiche avrebbe potuto suggerire delle modifiche di buon senso per semplificare un’attività di studio e ricerca che è assolutamente fondamentale per il nostro SSN.

La necessità di un coinvolgimento attivo delle società professionali e delle associazioni dei pazienti
Le Associazioni dei pazienti, tra cui “Respiriamo Insieme” e “FederAsma e Allergie”, condividono con noi le preoccupazioni circa le criticità appena descritte, che mettono sempre più a rischio i diritti di cura dei pazienti allergici gravi.

Ad essere a rischio infatti è l’esigibilità di diritti costituzionalmente tutelati e il progressivo depotenziamento del servizio pubblico a tutto vantaggio di quello privato. Una deriva a cui le nostre società scientifiche, composte da specialisti che credono fortemente nel servizio pubblico, intendono opporsi con una costante azione di denuncia e di sensibilizzazione del decisore pubblico.

Alla luce delle criticità esposte sopra, ci auguriamo quindi che il suo Ministero voglia avviare un confronto con le scriventi Società Scientifica, finora mancato, coinvolgendole nella co-costruzione di soluzioni, strategie e servizi in grado di identificare e rispondere adeguatamente, ai bisogni di cura dei soggetti allergici.

AAIITO, Associazione Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri
SIAAIC, Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica
Federasma e Allergie
Associazione Respiriamo insieme



16 dicembre 2022
© Riproduzione riservata

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