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Decreto Balduzzi. Fiaso: "Stralciare l'art. 1 e trasformarlo in delega al governo" 


La proposta dei direttori generali delle Asl nel corso dell'audizione odierna alla Commissione Affari Sociali della Camera. Le nuove norme sul riordino delle cure primarie rischiano "di bloccare anche le sperimentazioni in atto". Meglio una delega al governo per un nuovo provvedimento. 

25 SET - “Bene nelle intenzioni meno negli strumenti normativi necessari a trasformarle in realtà”. E’ questo il giudizio di massima sul cosiddetto “decretone sanità” espresso questa mattina in Audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera dal Presidente della Federazione di Asl e Ospedali (Fiaso), Giovanni Monchiero.
 
“In particolare – specifica Monchiero - non si può che condividere lo spirito dell’articolo 1 che vorrebbe garantire la continuità assistenziale sul territorio, che sia pure in via sperimentale e a macchia di leopardo Regioni e Asl stanno da tempo cercando di conseguire nonostante le ben note ristrettezze di bilancio. Peccato però che così come scritta la norma demandi tutto ai rinnovi contrattuali dei medici di famiglia, ossia a non prima del 2015, mentre riconosce da subito un diritto di veto ai sindacati di categoria che potrebbe di fatto bloccare le sperimentazioni già in atto.”
 
“Inoltre nel decreto manca qualsiasi previsione di copertura economica degli ulteriori compiti che la futura convenzione dei medici di famiglia dovrebbe assegnare per garantire l’attività assistenziale 24h - 7 giorni su 7.” Per questi principali motivi Fiaso ha proposto di abrogare l’articolo 1 trasformandolo in una delega al Governo ad emanare entro 60 giorni un decreto legislativo, che affronti l’intera materia in modo organico e tuteli sia le prerogative regionali sulle scelte dei modelli assistenziali da garantire nel territorio che quelle gestionali delle Aziende sanitarie.
 
“Anche la ratio dell’articolo 3 sulla responsabilità professionale è pienamente condivisibile. Ma proprio per porre un argine al boom delle cause sanitarie, che è alla base della crescita esponenziale dei costi assicurativi e del ricorso sempre più diffuso alla medicina difensiva, Fiaso ritiene indispensabile ripristinare la formulazione originaria della norma, che escludeva la responsabilità in caso di colpa lieve nei casi di aderenza del medico ai protocolli diagnostico-terapeutici”.
 
Fiaso ha poi espresso un giudizio complessivamente positivo sulle procedure di nomina dei Direttori Generali, pur ritenendo incongruo il limite di età per ricoprire l’incarico fissato dal decreto a 65 anni, termine inferiore ai limiti di età pensionabili vigenti.
La Federazione ritiene invece “contradditorio” quanto previsto per la selezione dei direttori di struttura complessa, ritenendo impossibile mantenere contemporaneamente vigenti un sistema di nomina basato su una terna proposta da una Commissione ad hoc e uno fondato sulla definizione di una graduatoria dei partecipanti”. “Delle due l’una”, chiosa Monchiero, che in Commissione ha espresso il favore della Fiaso per la metodologia della terna, “ più coerente con gli obiettivi istituzionali ed i principi aziendali”.
 

25 settembre 2012
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