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Fazio: “Partorire in Italia è sicuro”


“Ci sono stati errori umani o inadeguatezze  professionali da parte dei medici”, ma “partire in Italia è sicuro”, come dimostra"uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista britannica The Lancet secondo il quale siamo uno dei Paesi, se non il Paese con la più bassa mortalità materne". Ad assicurarlo è il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto stamani a Sky Tg 24. In settimana vertice con le Regioni per discutere i controlli e l’applicazione delle linee guida.

13 SET - “In questo periodo c’è stata la coincidenza di quattro situazioni in cui non ci sono state delle inadeguatezze organizzative, ma soprattutto errori umani”, ma “sono profondamente convinto che non sia un problema di sistema”. Così il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha commentato a Sky Tg 24 i recenti casi di malasanità tra donne in gravidanza. Sottolineando che sulle vicende devono ancora arrivare i risultati definitivi delle indagini, Fazio ha voluto “tranquillizzare i cittadini, perché basta vedere il paragone con i sistemi esteri. Il nostro é un buon sistema e partorire in Italia è sicuro”. A dimostrazione di questo, il ministro ha citato “uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista britannica The Lancet secondo il quale siamo uno dei Paesi, se non il Paese con la più bassa mortalità materne”.
“Non sto dicendo - ha aggiunto Fazio - che casi del genere non succederanno più, perché l'errore umano è sempre possibile, ma ch le linee guida ci sono, i controllo ci sono, i rapporti tra ministero e Regioni ci sono” e “continueremo la nostra azione” per garantire che le linee guida siano applicate e seguite. Proprio a questo scopo il ministro ha annunciato che “in settimana convocheremo le Regioni per una riunione preliminare, cui seguirà un incontro con la commissione Sanità delle Regioni per porre questo problema e assicurarci che ci siano dei controlli, anche sulle linee guida che il ministero invia periodicamente alle Regioni”.

Secondo Fazio, infatti, nei recenti casi di malasanità è mancata una corretta applicazione delle linee guida, sotto diversi aspetti, “ma non c’è una diretta conseguenza con il problema dell'eccesso di parti cesarei, che comunque dobbiamo risolvere”, così come “vanno puniti i medici che prendono sotto gamba le proprie responsabilità”, come nel “grave” caso di Messina, che ha visto due ginecologi intenti in una lite mentre una donna aveva bisogno della loro assistenza.
 

13 settembre 2010
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