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Roccella: “Biopolitica non è un optional, ma un dovere del Governo”


Da questo presupposto è partito l’intervento del sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, al seminario sull’agenda bioetica del Governo promosso oggi dai Senatori del Pdl. Una giornata di confronto che ha coinvolto esponenti della Maggioranza, del Governo e anche dell’Opposizione.

21 SET - Un governo “non può avere una visione sociale ed economica senza avere anche una visione antropologica”. Questi temi “si intrecciano” e per il Governo “un’agenda biopolitica non è un optional, ma un tema ineludibile” che scaturisce dalle vicende che ogni giorno coinvolgono alcune persone direttamente e la società intera indirettamente. Il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha voluto metterlo in chiaro all’inizio del suo intervento al seminario “Primum vivere. L’agenda bioetica del Governo”, promosso oggi al Senato dai senatori del Pdl e aperto anche agli esponenti dell’Opposizione.
La giornata, infatti, è stata articolata in due tavole rotonde. Alla prima, introdotta da Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, e coordinata da Antonio Tomassini, presidente della Commissione Igiene e Sanità, hanno partecipato ai sottosegretari alla Salute Roccella e Francesca Martini, e alla senatrice Pdl Laura Bianconi e al deputato Pdl Antonio Mazzocchi, che hanno illustrato i principi che guidano l’attività politica del Governo e della Maggioranza sui temi di bioetica.
Alla seconda sono stati invitati a partecipare anche i senatori Daniele Bosone, del Pd, e Claudio Gustavino, dell’Udc-Svp-Autonomie, e Carlo Casini, presidente della Commissione affari Costituzionali del parlamento Ue e capo della delegazione dell'Udc.

Le ragioni di questo invito allargato le ha spiegate Quagliariello introducendo i lavori (in allegato, a fondo pagina, il discorso integrale): “I temi della biopolitica – ha detto il vicepresidente dei senatori Pdl - non devono essere steccati che separano laici e cattolici o destra e sinistra”, ma una “nuova frontiera lungo la quale possono consumarsi inedite convergenze” determinata da “un’impostazione laica” ma sulla base di “valori e principi irrinunciabili”.
Un’idea condivisa anche da Tomassini, Roccella, Martini, Bianconi e Mazzocchi.

“La vita è un valore che ho vissuto da cittadino cattolico, da professionista ginecologo e da politico”, ha affermato Tomassini spiegando che “la bioetica è un tema fondamentale della politica”, le cui “regole non sono improntate a negare la libertà dell’individuo, bensì a difendere i soggetti più deboli”. Regole che, ha sottolineato il presidente della Commissione Igiene e Sanità, “devono essere flessibili, ed evolvere con la società e il progresso scientifico, ma entro dei valori che devono rimanere costanti”.

Perché, ha affermato Quaglieriello, “il culto dell’autodeterminazione assoluta, nutrita dall’adesione acritica e fideistica ai precetti dello scientismo e sancita dai codici del diritto positivo, lungi dall’ampliare gli orizzonti di libertà dell’uomo, finisce con il precipitarlo in un nuovo incubo totalitario, tanto più insidioso quanto più dissimulato sotto le accattivanti sembianze del progresso e della perfezione in terra”.

Su questi temi, ha poi affermato Eugenia Roccella, il Governo “ha una posizione chiara e netta: non è possibile avere politiche sociali ed economiche senza una visione antropologica”. E tra i punti dell’agenda illustrati dal sottosegretario, Roccella ha sottolineato, ad esempio, che “non siamo contro la ricerca. Ma siamo contro la propaganda” e al ‘mercato’ dell’uomo visto come materiale biologico. Una visione che “porta allo sfruttamento, soprattutto delle donne”. La politica deve dunque intervenire, perché “ogni vuoto normativo viene colmato dalla magistratura, nazionale o europea. O, quel che è peggio, da enti che non hanno alcuna validità legale, come nei casi dei Comuni che attivano, di propria iniziativa, i registri di biotestamento”.

Roccella ha quindi accolto l’osservazione di Mazzocchi, secondo il quale nell’agenda bioetica del Governo “al primo posto dovrebbe esserci la famiglia”. Secondo Mazzocchi, quando anche l’Opposizione parla di un maggiore sostegno alla famiglia, si dimentica di considerare che “se negli ultimi 20 anni si è fatto poco in questo ambito, è stato proprio a causa di una visione laicistica della famiglia. Ma la famiglia non è una questione cattolica, è un valore sociale”, ha evidenziato Mazzocchi.
Da Bianconi, la condanna a una società in cui “vige la cultura dei desideri, da ottenere ad ogni costo, con il supporto di un facile sentimentalismo”. Secondo la senatrice, c’è la tendenza oggi a “tirarsi indietro sulle responsabilità sociali” nascondendosi dietro quella che viene chiamata “libertà individuale”. L’agenda bioetica del Governo è, secondo Bianconi, “un buon punto di partenza per dar vita a un confronto serio e sereno per decidere in che direzione vogliamo che la società vada. E io, personalmente, sono contraria alla banalizzazione della vita”.

A chiudere la prima tavola rotonda è stato il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, secondo la quale “la bioetica va oltre la politica e i programmi politici, ma è un indice e un percorso di civiltà per un Paese”. E la civiltà di un Paese “si distingue per la relazione verso e tra i cittadini. L’Italia – ha osservato Martini – nonostante le difficoltà economiche, ha tenuto saldo il valore universalistico del Ssn”. E in questo si racchiude un forte significato. Il sottosegretario ha quindi sottolineato il ruolo di responsabilità dei ministeri della Salute e del Welfare nel conservare l’universalità e l’equità del sostegno offerto ai cittadini. Anche all’interno di quella che è l’autonomia regionale, su cui il Governo deve vigilare. “L’autonomia regionale è nata per garantire che l’universalità fosse davvero diffusa, e non per distanziare i cittadini dai valori che sono i capisaldi del nostro sistema”.
 
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21 settembre 2010
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