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Dopo le elezioni. Monchiero (Lista Monti): "Vorrei un ministero della Salute più forte"


Ma l'ex presidente della Fiaso, ora deputato eletto nella Lista Civica per Monti, è più realista del re e non ritiene che questa legislatura, visti i contrasti, sia in grado di operare più di tanto sul fronte delle riforme. E comunque la sanità “resta una delle poche cose di questo Paese che funzionano”. 

01 MAR - “La mia curiosità per il momento è vedere come troveranno il modo per fare il governo”. Così Giovanni Monchiero, neo eletto deputato nella Lista Civica per Monti, già presidente Fiaso dall’aprile 2009 al dicembre 2012, e unico esponente del mondo sanitario, che il movimento del premier uscente è riuscito a portare in Parlamento.
 
Ma superata, questo è l’auspicio, l’impasse, quali sarebbero le sue priorità? “Su questo argomento – riflette Monchiero – il mio pensiero è sempre lo stesso ovvero che la sanità è una di quelle poche cose che funzionano in questo paese, che quindi va tutelata a patto però di riformare in modo radicale i sistemi di governance della sanità anziché limitarsi a fare delle piccole correzioni marginali su questo o quel problema perché i problemi sono tutti strettamente connessi. Questo era il mio pensiero prima e resta il mio pensiero adesso”.
 
“Altra cosa da chiarire in modo formale – aggiunge Monchiero – sono i criteri di finanziamento, tutto il resto sarà poi in sovrappiù, ma se non ci mettiamo d’accordo come si finanziano le regioni e come si finanziano le aziende, cosa che in questi anni è stata gestita molto male e mai nella trasparenza, viene meno l’essenza stessa della sanità”.
 
Nella personale agenda dell’ex presidente della Fiaso trova poi posto anche un rafforzamento del Ministero “Credo che il ruolo della Salute debba essere rivalutato anche da un punto di vista della gestione del portafoglio, ma non mi pare che in un Parlamento diviso e frazionato in tre grandi gruppi, tra loro in contrasto, sia possibile toccare il Titolo V. Non credo proprio che si riuscirà a riformarlo visto che forse non si riuscirà neanche a fare il governo. Una riforma del genere è troppo ambiziosa e richiederebbe un Parlamento più consapevole dei problemi istituzionali ma non mi sembra che sia il caso”.
 
Poiché è sotto gli occhi di tutti, aggiunge Monchiero, che “la legislatura è partita malissimo con scambi di invettive del tutto fuori luogo nonostante la campagna elettorale sia finita e questo non mi sembra un buon auspicio. La riforma del Titolo V sarebbe il nervo scoperto difficile da curare con le regioni che si opporranno. Al di la di tutto però credo che la riforma vada fatta ma non sarà questa la legislatura adatta”. 

01 marzo 2013
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