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Governo. Bersani ha avuto l'incarico. Ma solo "per verificare se esiste una maggioranza"


La prima mossa per una soluzione dell'impasse politico derivante dal risultato elettorale è stata fatta. Ma l'incarico al leader del Pd sarà solo "per verificare di avere la fiducia in Parlamento", ha chiarito Napolitano. Ora Bersani avrà pochi giorni per la sua missione. Che appare tutt'altro che facile.

22 MAR - Il presidente Giorgio Napolitano ha conferito al segretario del PD Pier Luigi Bersani "l'incarico di verificare la possibilità di avere la fiducia in Parlamento". "L'incarico che sto per dare - ha detto il Capo dello Stato - costituisce il primo passo di un cammino che dovrà condurci al più presto al raggiungimento dell'obiettivo". "Dalle consultazioni che ho condotto con tutte le forze politiche nei giorni scorsi ho tratto il senso di una grande condivisione, ha detto ancora Napolitano, aggiungendo che “a tutti è apparsa chiara la portata delle sfide da affrontare".  Anche se “le difficoltà a procedere verso la grande coalizione sono apparse rilevanti, a causa di profonde divisioni riesplose con la rottura di fine 2012".
 
"Svolgerò quest’incarico con la massima determinazione, anche ricercando quella ponderazione e quell’equilibrio a cui il presidente ha voluto fare riferimento". Queste le prime parole pronunciate da Pier Luigi Bersani dopo aver ricevuto l'incarico. "Cercherò di corrispondere quest’incarico nel solco delle parole che avete ascoltato dal Presidente Napolitano - ha concluso - e cioè l’avvio di una legislatura che abbia un governo che abbia le condizioni per generare il cambiamento necessario atteso dagli italiani e un percorso di riforma che sia in grado di realizzare quello che non si è visto sin qui. E cioè aspetti rilevanti di riforma costituzionale e politico-elettorali".
 
"Dentro questo solco - ha concluso Bersani - io mi metterò al lavoro con un primo necessario riferimento alle forze parlamentari che chiederò di incontrare ma senza dimenticare il dialogo, il colloquio con i principali soggetti sociali. Comincerò da subito".
 
Si chiude così la prima fase per la ricerca di un nuovo Governo. Ma l'impresa di Bersani appare tutt'altro che facile se consideriamo quanto sin qui detto dalle altre forze politiche. Il quadro emerso dai due giorni di consultazioni non ha riservato infatti sorprese rispetto a quanto dichiarato dai diversi leader alla vigilia. Il Movimento 5 Stelle continua sulla sua strada solitaria e ha chiesto di avere l’incarico per formare un “suo” governo". "Silvio Berlusconi insiste sulla strada del governo di coalizione con il Pd per affrontare soprattutto  i nodi della crisi economica.
 
Il problema, come è noto, è che non essendoci una forza politica o una coalizione con una maggioranza autosufficiente sarà inevitabile una qualche forma di accordo per dare vita a un governo capace di ottenere la fiducia sia alla Camera (dove il PD ha una maggioranza chiara) che al Senato (dove invece la maggioranza di Bersani è solo relativa e non sufficiente a governare). Probabilmente non quella indicata da Berlusconi, che vorrebbe un governo di coalizione alla tedesca chiaramente impegnato in un patto di legislatura (anche breve). E nemmeno quella di Grillo, che vorrebbe un appoggio esterno al suo governo. Resta quella di Bersani che però, almeno sulla carta, parte anch’essa monca in quanto quello che è stato fin dall'inizio il primo destinatario di un’ipotetica alleanza (Grillo) continua a dire di no senza se e senza ma.
 
A leggere i giornali di stamattina era tutto un fiorire di sottili ipotesi: chi osservava che Bersani ha “ammorbidito” la sua posizione e potrebbe anche accettare i voti del Pdl; chi rilevava che lo stesso Berlusconi appare più possibilista verso Bersani arrivando a definire l’atteggiamento del leader del Pdl verso quello del Pd “non ostile”; chi, infine, parlava di una “convenzione” tra Pd e Pdl per le grandi riforme (dove potrebbe entrare anche un accordo sul nuovo Capo dello Stato) sulla base della quale un governo Bersani potrebbe avere il via libera dal centro destra.
 
Tutti invece davano come ormai decaduta (se mai c’è stata) un’ipotesi “Grasso” che ieri aveva rimbalzato su tutte le prime pagine web fino a sera.
 
Ma, come è evidente, tutto è ancora nebuloso. Anche dopo l'incarico a Bersani, che avrà a sua disposizione pochi giorni al massimo per riferire di nuovo a Napolitano (quest'ultimo ha infatti detto a Bersani di fare "il più presto possibile"). Solo a quel punto si capirà se avremo o meno un Governo Bersani ovvero se si apriranno altre vie, compresa quella di nuove elezioni.
 
E a fine serata, in un'intervista al TG 5 è Berlusconi a rilanciare: "Bersani prenda atto che ci sono tre forze di pari entità ma una di queste si è sfilata (i 5 Stelle) rifiutandosi di sostenere il governo guidato da lui, la responsabilità incombe sulle altre due forze politiche", ha ribadito Berlusconi. Ed ha aggiunto: "È chiaro che senza un coinvolgimento della nostra parte politica non ci sarà un governo. Sarebbe un danno grave per l'Italia se Bersani insistesse sulla strada sbagliata: non avremmo un governo ma un salto nel buio".

22 marzo 2013
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