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Stamina. Terapie da trapianto devono essere classificate come farmaci 


È questo il nodo al centro delle modifiche che la Commissione Affari sociali della Camera sta pensando di adottare sul decreto Balduzzi. Aifa, Cnt e Iss auditi oggi concoprdano sul punto. Il metodo stamina, in quanto classificato trapianto e non farmaco, è privo di brevetti e sottratto alle autorizzazioni dell’Aifa.

14 MAG - Le terapie con cellule staminali devono essere considerate farmaci e come tali trattati o meglio sperimentati. Già perché il nodo della questione, ovvero l’articolo 2 del decreto Balduzzi relativamente alla parte che riguarda le terapie compassionevoli, risiede proprio su questo punto: come considerare il metodo Stamina? Per Alessandro Nanni Costa direttore del Centro nazionale trapianti, audito oggi in Commissione Affari sociali della Camera dove è in corso l’esame del decreto Balduzzi, si tratta di farmaci: “Le staminali usate dal metodo Stamina – ha detto – sono cellule che per il trattamento cui vanno incontro sono farmaci, senza dubbio sono farmaci”.
 
E dunque in questo senso, ci ha spiegato Paola Binetti, deputata di Scelta Civica, dovrebbero andare le modifiche al testo del decreto già approvato dal Senato. Modifiche il cui termine per la presentazione scade stasera.
Spiega ancora la deputata “Il parere unanime è di modificare il disegno di legge così com’è arrivato dal Senato. Modificarlo rendendolo più rigoroso permettendo ai bambini che sono attualmente in cura di continuare il loro trattamento”. Protocollo di sperimentazione che secondo Binetti “deve essere sotto il controllo diretto del ministero della Salute riconducendolo quindi sotto la visione dell’Aifa perché si tratta di farmaci e non quindi sotto il controllo del Cnt perché non parliamo di veri e propri trapianti. Sotto la dizione farmaci è più facile esplicitare un controllo e se è vero che questo comporta un allungamento delle procedure è anche vero che si aumenta il livello di sicurezza per i pazienti”.
 
Questo assicura Binetti “è il frutto di una serie di audizioni che ci sono state oggi in Commissione cui praticamente tutti, tranne Davide Vannoni (il presidente della Stamina Foundation, ndr), sono d’accordo nella necessità di modificare il decreto per garantire un protocollo sperimentale sotto il controllo del ministero della salute”.
 
Anche per il direttore dell'Agenzia Italiana per il farmaco Luca Pani, audito oggi dalla Commissione, il decreto va modificato altrimenti, ha spiegato “ci sarà un disastro epocale e l’Italia uscirebbe dal G8 scientifico”. Sottolineando inoltre che “da quando è stato approvato il decreto in Senato sono aumentate in modo vertiginoso le ordinanze dei giudici” che autorizzano il metodo stamina. “Il Parlamento europeo – ha aggiunto Pani – ha discusso per anni sul fatto se queste cure fossero medicinali o trapianti e alla fine ha deciso che erano medicinali. Le ordinanze dei tribunali sono aumentate vertiginosamente quando è passato il decreto che stiamo discutendo, ma dobbiamo stare attenti o succederà un disastro. La nostra richiesta è di riportare le staminali all'interno di una sperimentazione corretta per evitare problemi di sicurezza ed efficienza, e per poter fare scelte rigorose anche dal punto di vista etico”
 
Naturalmente contrario a questa visione è Davide Vannoni il presidente della Stamina Foundation il quale, prima di essere ascoltato dalla commissione Affari sociali della Camera, ha detto che “Per giustificare la morte di 18 mila persone bisogna fare del catastrofismo dicendo che il metodo Stamina è come l’olio di serpente”.
Secondo Vannoni “ci sono 18 mila famiglie che hanno chiesto l'accesso al metodo Stamina. Comunque, voglio ricordare che quello che è stato approvato dal Senato si tratta di una sperimentazione. Quindi non è che lo Stato ha detto a Stamina che può fare tutto quello che gli pare”. E infine a chi gli faceva notare che l’Unione europea ha stabilito che le cellule staminali sono farmaci, Vannoni ha risposto: “possono anche stabilire che gli asini volano. Se hanno fatto una legge che dice questo non vuol dire necessariamente che sia la logica e quindi la realtà”.
 
Insomma quella che è iniziata oggi sembra essere una settimana se non decisiva almeno importante per il decreto Balduzzi e per quella parte concernente le “terapie compassionevoli” che hanno già scatenato la comunità scientifica internazionale la quale ha accusato il governo italiano di sottrarre le terapie a base di staminali dai controlli regolatori e classificandole non come terapia a base di farmaci ma come trapianto di tessuti. 

14 maggio 2013
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