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La riforma Fazio al microscopio. 7a puntata: extramoenia per i direttori scientifici dell’Irccs. Il parere di Marino Nonis


I direttori scientifici degli Irccs potranno optare per il rapporto di lavoro non esclusivo. È quanto prevede l’art. 4 del ddl Fazio, ma l’idea non convince Marino Nonis, oggi direttore sanitario dell’Ospedale Cristo Re di Roma ed ex direttore generale dell’Ifo di Roma ai tempi del “caso Cognetti”.

11 OTT - Il rapporto di lavoro del direttore scientifico può essere a carattere esclusivo o non esclusivo delle prestazioni. In caso di rapporto non esclusivo, l’assunzione dell’incarico avviene nel rispetto dell’ordinamento giuridico dell’amministrazione di appartenenza e la retribuzione è ridotta nella misura del 30% rispetto alla retribuzione prevista per il direttore scientifico con rapporto di lavoro a carattere esclusivo. È quanto prevede l’articolo 4 della “riforma Fazio” approvata in Consiglio dei Ministri lo scorso 24 settembre e ora all’esame del Parlamento.

Il direttore scientifico dell’Irccs, quindi, sarà libero di erogare prestazioni da libero professionista, attività fino ad oggi negata per incompatibilità di ruoli, come ribadito, per l’ultima volta, dalla legge 296/2006. Ma cosa ne pensa di questo cambio di rotta Marino Nonis, oggi direttore sanitario dell’Ospedale Cristo Re di Roma ma direttore generale dell’Ifo di Roma nel 2006, quando il caso scoppiò intorno al divieto imposto all’oncologo ed allora direttore scientifico Francesco Cognetti di esercitare la libera professione intramoenia. Nonis, che ai tempi era contrario a lasciare al direttore scientifico la libertà di esercitare in intramoenia, conferma oggi la sua posizione a Quotidiano Sanità.


Marino Nonis, direttore sanitario Ospedale Cristo Re di Roma, ex direttore generale Ifo di Roma
Mi sembra che lasciare ai direttori scientifici la possibilità di optare per il rapporto non esclusivo sia un’anomalia che non sarebbe dovuta essere introdotta. Il mio giudizio l’ho già espresso chiaramente durante la nota vicenda Cognetti che mi ha visto coinvolto quando ero direttore generale dell’Ifo, nel 2006. In quell’anno, anche la legge 27 dicembre 2006, n. 296, intervenne per specificare che il carattere esclusivo del rapporto di lavoro del direttore sanitario, generale e amministrativo si applicava anche al direttore scientifico, comportando l’incompatibilità con qualsiasi altro rapporto di lavoro pubblico e privato e con l'esercizio di qualsiasi attività professionale.
Ora, che un decreto sugli Irccs vada a specificare che il direttore scientifico, a differenza di direttore sanitario, generale e amministrativo possa esercitare in regime di extramoenia mi sembra scorretto, anche da un punto di vista formale, in quanto il contratto del direttore scientifico non è lo stesso di un dirigente medico o del capo dipartimento. Questi svolgono un’attività clinica, per la quale è prevista, per l’area medica, l’opzione di rapporto non esclusivo. Questo, però, riguarda il rapporto di dipendenza come medico. Lo stesso non vale per i direttori generali e i direttori scientifici, incarichi per i quali non è neanche necessario essere medici. Per questi profili si applica, infatti, il principio generale dell’esclusività nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Introdurre una formula di part time per il direttore scientifico mi sembra assolutamente inusitato. Non è una questione di soldi, è una questione di principio. Si torna indietro rispetto a un valore ormai unanimemente acquisito per gli incarichi del top management di un’azienda. Come già chiaramente affermato nel Dlgs. 288/03 di riordino degli Irccs, il direttore scientifico di un Irccs è un organo dell’azienda. Mi sembra un’anomalia negarlo. Resterebbe inoltre inspiegabile perché non si è prevista la stessa possibilità per il direttore sanitario, amministrativo e generale.

L.C.
 

11 ottobre 2010
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