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Acque di balneazione. Mare e laghi italiani sempre più "in salute". Il rapporto del ministero


Lorenzin: “Siamo tra primi nella Ue per la qualità delle acque di balneazione. Nel 2012, il 96,6% delle acque costiere è conforme ai valori obbligatori, con un incremento del 4,7% rispetto all'anno precedente”. Questo il quadro emerso dal Rapporto del Ministero sulle acque di balneazione 2012.

17 GIU - Magari non sarà sempre blu e trasparente, ma sicuramente il mare nostrum è pulito. Anzi, ad essere più esatti, è sempre più pulito.
Nel 2012 ha conquistato l'attestato d belneabilità il 96,6% delle coste italiane, con un incremento del 4,7% rispetto al 2011. Ma migliorano anche le acque interne: ci si può bagnare in sicurezza nel 91,6% dei laghi con un aumento della qualità del 5,8% rispetto al 2011.
È migliorato anche il dato di conformità ai valori guida totali, che nel 2011 si era attestato all’82,3%, mentre nel 2012 è salito all’85,1%. Un risultato superiore alla media europea, che si ferma poco sotto l’80%.
Dati che fanno dell’Italia la più grande spiaggia d’Europa, con 5.509 siti di balneazione sui 22.184 di tutti i Paesi europei: circa un quarto del totale delle acque europee. Dopo l’Italia ci sono solo la Francia con 3.332 siti, la Spagna con 2.156  località balneabili, e la Grecia con circa 2.155 siti.

 
È questa la fotografia del mare italico, e non solo, presentata oggi a Roma dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, durante la conferenza stampa per la presentazione del Rapporto “Qualità delle acque di balneazione nel 2012”.
 
 
Un quadro sicuramente lusinghiero per il nostro mare, senza dubbio uno dei fiori all'occhiello del nostro Paese, che ha incassato il plauso del ministro: “È un ottimo risultato – ha detto Lorenzin – siamo praticamente i primi in Europa per la balneabilità delle acque marine e lo stato delle acque interne. Nel 2012, il 96,6% delle acque di balneazione costiere in Italia è conforme ai valori obbligatori, con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente. Un miglioramento notevole pari al +6% negli ultimi anni e un dato importante da trasmettere non solo ai cittadini – ha aggiunto – ma ai milioni di turisti che da tutto il mondo vengono in Italia per trascorrere le vacanze”.
 
Un miglioramento realizzato, ha chiarito Lorenzin “grazie all’applicazione delle misure della nuova direttiva europea del 2006, che prevede un lavoro sinergico con i territori e le istituzioni, coinvolgendo anche i cittadini”. Due gli interventi che hanno fatto la differenza: “Una sempre maggiore attenzione al territorio e ’incremento di azioni, che non saranno mai sufficienti, sul controllo delle acque e degli scarichi: anni di monitoraggio sui depuratori che hanno prodotto i risultati che vediamo".

E il percorso per il miglioramento non si ferma qui: i cittadini grazie ad una nuova applicazione su dispositivi mobili potranno, infatti, verificare la balneabilità dell’area e gli eventuali divieti di balneazione. In sostanza, sottolinea Lorenzin “avranno tutte le informazioni necessarie per un “bagno sicuro”. Inoltre anche grazie al portale del ministero sarà possibile monitorare durante l’arco della stagione lo stato delle acque. Inoltre i cittadini oltre ad accedere a dati dettagliati potranno anche segnalare eventuali disfunzioni.
 
Insomma, acque sempre più sicure. Certo qualche piccolissima macchia c’è: per quanto riguarda le acque costiere, sono 61 (1,3%) quelle non conformi al valore obbligatorio per gli Eschierichia coli, rispetto alle 21 nel 2011, un aumento quindi dello 0,9%. Solo un sito di balneazione (0,0%) è stato chiusa durante tutta la stagione balneare rispetto alle 133 (2,7%) nel 2011.
 
Il quadro regionale. Le Regioni che raggiungono la piena promozione sono Emilia Romagna e Veneto (il 100% delle coste hanno conquistato l’eccellenza) seguite dalla Basilicata con il 96,67% delle acque considerate eccellenti e il restante 3,33% considerate buone o sufficienti, la Puglia (con il 94,51% delle coste promosse) e la Sardegna con il 92,73% (unica piccola macchia uno 0,45% di coste bocciate). Conquistano l’eccellenza il 90,16% delle spiagge Toscane, lo 0,55 è stato classificato come scarso.
Luci e ombre sul Lazio con un 63,14% di coste in classe eccellente e un 24,45 considerate tra il buono e il sufficiente, ma con un 12,41% delle coste insufficientemente campionate o non campionate.
 
Non batte invece bandiera blu in tutte le spiagge dell’Abruzzo: il 49,15% delle sue coste è considerato eccellente, il 35,6% buono, ma il 15,25% delle sue acque sono decisamente scarse. Ma anche la Campania,  il Friuli Venezia Giulia e la Calabria presentano qualche criticità: si registrano percentuali, anche se minime, di coste dove le acque non raggiungono la sufficienza (rispettivamente il 6.86%, 3,51% e il 1,54%). Soprattutto in Campania sono risultate off limits il 5,43% delle acque di balneazione.

Le acque interne. I laghi sono concentrati in 11 regioni italiane, con la Lombardia che fa la parte del leone con ben 17 corpi lacustri, seguita dalla provincia di Trento (16 siti). La palma per la maggiore conformità dei propri laghi ai parametri di legge va alla regione Veneto con il 98,63% in classe eccellente, seguita dall’Umbria con il 95,24% e dalla provincia di Bolzano (92,31%). Non brilla invece la Lombardia: l’1,8 delle acque intere è decisamente scarsa e lo 0,45% sono state chiuse, risultano insufficientemente campionate o non campionate il 6,70% delle acque interne.

 
“C’è stato un processo di miglioramento costante – ha detto Giuseppe Ruocco, Direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute – si guarda infatti sempre di più ad una gestione integrale delle acque con una attenzione anche alle acque reflue. Dalla stagione balneare 2010 le Regioni, mediante le Arpa, hanno iniziato a monitorare le acque di balneazione secondo i criteri stabiliti dalla nuova direttiva. Siamo ancora in una fase di transizione, ha aggiunto Ruocco, ma al massimo nel 2015 tutte le acque di balneazione dovranno essere considerate sufficienti”. Altrimenti si chiude senza indugio.
L'Organizzazione mondiale del turismo (Omt), ha poi precisato Ruocco, prevede che, entro il 2026, 346 milioni di turisti visiteranno ogni anno località  del Mar Mediterraneo. E l'impatto globale di salute delle malattie infettive correlate alla balneazione è stimato in 3 milioni di anni di vita sana persi senza disabilità, pari a 12 miliardi di dollari. La maggior parte delle malattie sono lievi e auto-limitanti, ricorda il ministero, ma possono verificarsi anche casi di una certa gravità. Questi pericoli per la salute umana devono essere valutati rispetto agli effetti benefici derivanti dalla balneazione, come attivita' salutare e di esercizio fisico.

Tutte le informazioni e l’elenco aggiornato delle acque balneabili e le misure di risanamento sono disponibili sul sito www.portaleacque.salute.gov.it.

17 giugno 2013
© Riproduzione riservata

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