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Legge 40: scontro Della Vedova - Roccella


Cambiare la legge 40 sulla fecondazione assistita prima che la Consulta la “spolpi” definitivamente. Questa l’opinione di Benedetto della Vedova, vicecapogruppo di Fli alla Camera. Rapida la risposta del sottosegretario Eugenia Roccella che ha affermato come la lettura della legge 40 da parte del deputato di Fli è “talmente ideologica da non considerare l’oggettività dei fatti e dei dati”.

28 OTT - Continua lo scontro all’interno della maggioranza sui temi etici. Ieri è andata in onda uno scambio di battute tra il deputato ex-Pdl ora vicecapogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova e il sottosegretario Eugenia Roccella. Motivo del contendere la legge 40 e i suoi recenti sviluppi, le sentenze dei tribunali di Firenze e di Catania, che hanno chiesto l’intervento della Corte Costituzionale per eliminare il divieto di fecondazione eterologa. Ad aprire i “fuochi” è stato Della Vedova che a Klauscondicio ha affermato di ritenere necessario cambiare la legge 40 sulla fecondazione assistita prima che la Consulta la “spolpi” definitivamente.
 
Aggiungendo come sarebbe meglio avere la forza di cambiare la legge 40, visto quanto stanno facendo le Procure con le varie sentenze. Della Vedova ha poi individuato nella Corte Costituzionale quel giudice a Berlino a cui “si rivolgono gli italiani che si ritengono discriminati e che vogliono continuare a fare ciò che potevano fare anche prima di questa legge” e che nella realtà risponde alla libertà di cura e di terapia sancita dalla Costituzione.
 
Rapida la risposta della Roccella che in una nota ha affermato come la lettura della legge 40 fatta da Della Vedova è “talmente ideologica da non considerare l’oggettività dei fatti e dei dati”.
 
Il sottosegretario ha dimostrato di temere il giudizo della Consulta poiché “nonostante i numerosi attacchi, a opera di qualche tribunale e di gruppi lobbistici con precisi interessi economici, finora la Corte Costituzionale ha confermato la legge nel suo impianto”.
 
Lasciando quindi il divieto di distruzione, manipolazione e crioconservazione degli embrioni e il divieto di produrne oltre il numero “strettamente necessario”. La legge è dunque secondo la Roccella “la più saggia in Europa”, e lo dicono i “risultati in termini di bambini nati, che sono in costante aumento, e di tutela della salute della donna (vedi il bassissimo numero di sindromi da iperstimolazione ovarica), mantenendo un necessario equilibrio fra i diritti di tutti i soggetti coinvolti”
 
Infine il sottosegretario si lascia andare ad un consiglio al collega di maggioranza “leggere i dati presentati nelle relazioni annuali al Parlamento sull’attuazione della legge e confrontarli con quelli di altri paesi, dove c’è lo sfruttamento delle donne povere attraverso la compravendita degli ovociti e gli uteri in affitto, i bambini senza padre o anche senza madre, le mamme nonne, le cosiddette ‘riduzioni fetali’ e dove a volte anche le garanzie e le tutele sanitarie sono più deboli”.
 
Stefano Simoni

28 ottobre 2010
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