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Sanità senza frontiere. Lorenzin: “Presto lista delle eccellenze italiane per attrarre pazienti dall’Europa”


Il documento sottoposto a breve alla Stato Regioni. Ma il ministro avverte anche sui rischi della direttiva UE: “l’abbattimento delle barriere pre-esistenti potrebbe generare o rafforzare fenomeni di turismo sanitario. Soprattutto da quelle realtà in cui il rapporto di fiducia tra cittadini e servizi sanitari risulta maggiormente deteriorato e logorato”.

24 OTT - Entro il 4 dicembre anche l’Italia dovrà essere in regola con la direttiva UE sull’assistenza transfrontaliera. L’urgenza adesso è sul decreto legislativo di attuazione sul quale c’è l’impegno a lavorare insieme alle Regioni. Ma sul tappeto anche molte opportunità da “sfruttare” per attrarre pazienti ma anche ricerca e fondi nel nostro Paese.
 
Ecco lo scenario di cosa ci aspetta dalle parole del ministro Beatrice Lorenzin che al tema ha dedicato un passo importante del suo ultimo intervento alla Commissione Igiene e Sanità del Senato lo scorso 22 ottobre.
 
“Un sistema sanitario può essere considerato sostenibile nella misura in cui è competitivo. Per essere competitivi e rafforzare la sostenibilità del sistema è necessario proporre in Europa i livelli di eccellenza e di alta specializzazione di cui il Paese dispone in ogni regione.
 
E’ proprio l’alta specializzazione e la promozione dell’eccellenza che potranno costituire ulteriori opportunità di investimento per il nostro Paese, anche alla luce della Direttiva 2011/24/UE che presto sarà recepita con un decreto legislativo.
 
L’obiettivo è promuovere le strutture di eccellenza, e quindi incrementare la capacità di attrazione dei cittadini dei Paesi dell’UE. Nel contesto europeo i sistemi sanitari ed assicurativi tendono sempre più a privilegiare le strutture che monitorano e dimostrano in modo trasparente di ottemperare a standard rigorosi di eccellenza.
 
A tal riguardo, abbiamo predisposto un documento contenente la costruzione di un sistema di valutazione orientato proprio alla valorizzazione dei livelli di eccellenza di singoli reparti o dipartimenti ospedalieri. Il sistema di monitoraggio è costituito da validi e rigorosi indicatori di best practice ed a breve sarà sottoposto alla valutazione della Conferenza Stato Regioni.
 
In questo modo disporremo di una modalità che, non solo consentirà di premiare singole strutture di eccellenza ma, in un’ottica più generale, consentirà di migliorare la qualità di tutto il sistema sanitario italiano per mantenerlo competitivo nel contesto europeo.
 
A voler “azzardare” una previsione su cosa potrà accadere nel prossimo futuro, basta immaginare l’effetto che l’apertura al libero mercato avrà, sia in termini di concorrenza tra i differenti sistemi nazionali, che di opportunità di sviluppo, per il nostro Servizio sanitario nazionale.
 
Va anche detto che questa opportunità potrebbe nascondere anche un’insidia.Non è escluso, infatti, che l’abbattimento delle barriere pre-esistenti possa generare o rafforzare fenomeni di “turismo sanitario”, in particolare in quelle aree geografiche del nostro Paese in cui il rapporto di fiducia tra cittadini e servizi sanitari risulta maggiormente deteriorato e logorato.
 
Questa situazione potrebbe provocare sul nostro sistema un impatto economico di proporzioni devastanti a causa del sistema dei rimborsi; rimborsi che dovranno essere effettuati in favore dello Stato europeo presso cui il cittadino italiano ha preferito curarsi.
 
Quindi, l’impegno che dobbiamo assumere tutti è quello di proporre anche in Europa un modello innovativo di assistenza, in grado di intercettare, di attrarre e di accogliere i cittadini europei che sceglieranno di curarsi presso gli ospedali italiani.
 
Come prospettiva futura, l’impegno sarà incentivare la capacità di attrazione del nostro Sistema nel campo della ricerca scientifica, con l’obiettivo di accrescere ed incoraggiare l’arrivo dei ricercatori dall’Estero. Per fare ciò occorre  migliorare le performance delle strutture impegnate nella ricerca e prevedere adeguati incentivi economici.
 
Sono invero convinta che il livello di meritocrazia adottato da un Paese si misuri anche mediante la capacità di attirare una mobilità attiva dei ricercatori da altri paesi. Se si riuscirà a realizzare questi due obiettivi strategici in ambito europeo: attrarre più pazienti ed attrarre più ricercatori, si potranno creare le condizioni per incentivare anche il sistema imprenditoriale a finanziare i “nostri” progetti di ricerca.
 
Ciò consentirà anche il rientro di molti giovani ricercatori costretti, proprio in nome della ricerca, ad emigrare altrove a vantaggio di altri Paesi. La ricerca scientifica in sanità deve continuare ad essere una delle priorità per il nostro Paese”.
 
Beatrice Lorenzin
Dalla sua relazione alla Commissione Igiene e Sanità del 22 ottobre 2013 (leggi testo integrale).

24 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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