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Stamina. Question time di Lorenzin alla Camera


Sollecitata da alcuni deputati il ministro della Salute è tornata a fare il punto della situazione dopo la bocciatura del metodo da parte del Comitato scientifico. Lorenzin ha poi annunciato un intervento normativo nel Ddl stabilità del 2014 per agevolare la redistribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà sociale.

30 OTT - Il metodo Stamina, di recente bocciato dal Comitato scientifico individuato per valutare la sperimentazione, non ha risposto a due parametri fondamentali: la sicurezza dei pazienti e la possibilità stessa di rendere praticabile la sperimentazione. I dati acquisiti dalle cartelle cliniche provenienti da Brescia non hanno dato significativi risultati. Nonostante ciò, all'indomani della chiusura della sperimentazione, è stata fatta richiesta da parte del ministro della Salute di poter acquisire le cartelle cliniche, per fare un'ulteriore valutazione approfondita.
Previsto nel Ddl stabilità del 2014, un intervento normativo per agevolare la redistribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà sociale, salvaguardando nel contempo le misure di sicurezza alimentare.
Questo in pillole l’intervento di oggi pomeriggio del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel corso del question time alla Camera.
 
Tre le interrogazioni provenienti da altrettanti partiti politici: Lega Nord, Popolo della Libertà e Fratelli d’Italia.
La prima, riguardante sia il potere della valutazione del Comitato scientifico che ha portato alla bocciatura del metodo Stamina, che il mancato esame delle cartelle cliniche dei pazienti dell’ospedale di Brescia, è stata avanzata da Marco Rondini (Ln).
Il ministro in questo caso ha precisato che “il Comitato scientifico doveva, di fatto, valutare non il funzionamento del trattamento, ma la sua possibile applicazione, cioè che ci fossero i parametri per dare via alla sperimentazione, così come previsto dalla normativa non solo italiana e internazionale, anche con alcune deroghe precise. Queste deroghe, però, non potevano andare oltre due aspetti: un aspetto principale, che è la sicurezza dei pazienti, che siamo tenuti a garantire, e l'altro, il fatto che vi fosse la possibilità stessa di rendere praticabile la sperimentazione”. Quanto poi all’esame delle cartelle cliniche dei pazienti di Brescia già sottoposti al trattamento, Lorenzin ha spiegato che “nel corso di questi mesi abbiamo acquisito i dati provenienti da Brescia. Questi ultimi non ci hanno dato significativi risultati e la sottoscritta ha chiesto, all'indomani della chiusura della sperimentazione, che fossero acquisite le cartelle cliniche, per fare un'ulteriore valutazione approfondita delle cartelle”.
 
Sempre sul tema Stamina, Achille Totaro (Fdi) ha chiesto al ministro la possibilità di andare avanti con una sperimentazione, di fatto bloccata in base a delle criticità evidenziate dal Comitato scientifico in un documento presentato a dicembre da Stamina Foundation Onlus.
Secca la smentita della Lorenzin che ha ricordato a Totaro che la valutazione del metodo è stata fatta in base, non al documento di dicembre, bensì su “tutto il protocollo concernente il metodo depositato il 1° agosto dal rappresentante di Stamina Foundation Onlus presso l’Istituto superiore di sanità”.
 
Infine, Raffaele Calabrò (Pdl) ha interpellato il ministro sugli sprechi alimentari presenti nelle realtà ospedaliere che potrebbero invece essere oggetto di distribuzione a fini di solidarietà sociale.
In questo caso Lorenzin si è detta “fermamente convinta che la rilevanza del tema della redistribuzione di cibo alle persone indigenti renda non più differibile un intervento di natura normativa, di cui mi farò promotrice già nel disegno di legge stabilità del 2014, che vada nella direzione di agevolare ulteriormente la redistribuzione dei prodotti alimentari, ai fini di solidarietà sociale, salvaguardando nel contempo le misure di sicurezza alimentare. In particolare - ha concluso - intendo promuovere disposizioni che, in modo uniforme sul territorio nazionale, siano finalizzate a promuovere ed agevolare efficacemente il recupero tempestivo e la redistribuzione di alimenti, di quelli che, sebbene ancora idonei al consumo, sarebbero destinati alla distruzione ed allo smaltimento, attraverso misure di semplificazione e agevolazioni a favore dei soggetti che operano nella catena della distribuzione alimentare”.  

30 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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