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Scienza e politica, prove di dialogo. Un Convegno in Senato per riavvicinare due realtà ormai estranee


Riannodare i fili interrotti fra il mondo della scienza e quello delle istituzioni. Questo il senso del convegno organizzato dalla Commissione Sanità di Palazzo Madama, svoltosi alla presenza del Capo dello Stato. La ministra Lorenzin riconosce che uno dei problemi del nostro paese è “l’analfabetismo scientifico”. L'intervento della presidente della Commissione Sanità, De Biasi.

10 DIC - Nel giorno in cui a Stoccolma viene assegnato il Nobel per la fisica a Peter Higgs, il fisico a cui si deve la scoperta del Bosone, il Senato della Repubblica “celebra” il mondo della ricerca dedicando una giornata di lavoro al delicato rapporto tra scienza e politica.
“Incontro su scienza, innovazione e salute” questo il titolo del convegno che la Commissione Sanità del Senato ha organizzato nel tentativo di aprire una nuova stagione di confronto e dialogo tra due realtà che da troppo tempo non dialogano più.
 
“Riannodare i fili, troppo spesso interrotti, fra il mondo della scienza e le istituzioni è il primo obiettivo che muove le intenzioni del nostro incontro” Così Grazia De Biasi, Pd, presidente della Commissione Sanità presentando i lavori. “La complessità dei problemi che si trova ad affrontare il legislatore nella contemporaneità di un mondo in continuo mutamento richiede conoscenza, aggiornamento continuo, capacità di confronto, per poter decidere  e decidere in modo informato. Solo così potremo iniziare a colmare la distanza fra istituzioni e società.
Il valore fondamentale della salute, così ben sancito dalla nostra Costituzione, non solo va tutelato, ma oggi più che mai preservato dai rischi connessi alla qualità dell'ambiente, alle difficoltà burocratiche in cui i cittadini devono districarsi, alle differenze territoriali di quantità, qualità e appropriatezza delle prestazioni, giusto per citare solo alcuni problemi, poiché il tempo è tiranno”.
 
“In questo mese – ha aggiunto la presidente della Commissione – ricorrono i 35 anni dall'approvazione della Legge 833, una riforma importante che ha strutturato e reso sostenibile ed equo il Servizio Sanitario Nazionale. Come tutti sappiamo però una riforma ha bisogno di essere curata, aggiornata e implementata, non solo dal punto di vista delle risorse economiche. Le tecnologie, la ricerca biomedica, la riflessione scientifica sono pilastri di quell'innovazione indispensabile per riqualificare spesa e prestazioni, per ricongiungere ospedali e territorio, per far emergere, attraverso il lavoro incessante di tutti gli operatori in campo sanitario, la buona qualità della sanità italiana, per dare profilo e maggiore autorevolezza a tutti i centri di ricerca”.
 
“Il nostro Paese – ha spiegato De Biasi – possiede eccellenze straordinarie nella ricerca scientifica, nate e cresciute nelle nostre università, riconosciute in ogni parte del mondo, e di questo andiamo fieri. E tuttavia, permettetemi di dirlo, in Italia si fa ancora fatica a considerare la cultura scientifica per il suo effettivo valore, come leva di sviluppo economico ed umano, e a dare spazio e futuro alle generazioni più giovani. La Commissione Sanità in questa legislatura ha avviato una lunga serie di audizioni sulla sostenibilità del sistema, ascoltando molte voci delle istituzioni e della società, con uno stile che mi piace definire di dialogo. La giornata di oggi apre un ciclo di incontri sul rapporto fra mondo scientifico, ricerca e salute: i relatori, che ringrazio, sono dunque i primi di una serie che proseguirà nei mesi prossimi, finalizzata all'approfondimento di tematiche legate anche alla legislazione in itinere, anche per rendere concreta l'aspirazione di mettere in relazione cittadini, competenze e istituzioni. In una fase così difficile per il nostro Paese abbiamo bisogno l'uno dell'altro, perché il destino è comune e dobbiamo, possiamo farcela insieme”.
 
“Uno dei ruoli centrali del Parlamento – ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, nel nel suo intervento – deve essere l’approfondimento su temi centrali e condivisi prima che le Camere siano chiamate a legiferare. Dovere della buona politica in tempi di crisi è saper guardare ai temi del Paese con una visione prospettica. La politica – ha aggiunto – come la scienza deve essere al servizio dei bisogni del Paese”.
 
La ricerca scientifica ha aggiunto il “padrone di Casa” Grasso, non “deve rappresentare un consto ma un valore”. È dunque indispensabile “incentivare lo sviluppo della ricerca scientifica attraverso risorse trasparenti. La tutela della Salute è imperativo di civiltà, su questo si deve fare di più e meglio”. E sulle malattie rare il presidente del Senato si è detto convinto che “uno stato che si definisce sociale deve dare maggiori attenzioni”.
 
Il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, aprendo il suo intervento si è definito un frequentatore di queste “occasioni dedicate alla ricerca”. Ogni incontro con la questo mondo e con i giovani impegnati nella ricerca è per me momento di fiducia per il futuro del Paese”. Anche se ha riconosciuto che nel paese il clima è tutt’altro che di fiducia. “I giovani – per il capo delo Stato – vanno sostenuti nell’entrare nel mondo della ricerca e nel fare ricerca”. Giovani a cui vanno date risposte e sicurezza”.
 
“Analfabetismo scientifico” di questo soffre il nostro paese per la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, anche lei intervenuta nel corso della giornata dedicata al delicato rapporto tra scienza e politica. Per la responsabile della Salute è necessario “rafforzare le istituzioni scientifiche”. Perché la “debolezza scientifica e politica è segno di degrado del Paese”. Quindi per la ministra “la ricerca essendo ricchezza deve tornare al centro del dibattito scientifico”.
Altro da fare secondo l’agenda Lorenzin è “riformare il rapporto tra politica e scienza e tra burocrazia e scienza”.
Infine Lorenzin ha ricordato il suo impegno in previsione del prossimo semestre europeo a guida italiana che partirà dal primo gennaio. Impegno per rendere “attraente” l’Europa agli occhi dei grossi investitori in ricerca che “scappano” dal vecchio continente per l’eccesso di burocrazia e per una legislazione frammentaria.
 
Ha chiuso la giornata la ricercatrice e senatrice a vita, Elena Cattaneo, da tutti riconosciuta come il vero motore di quest’iniziativa. “La scienza – sono state le sue parole – deve essere considerata cultura. Oggi hanno dialogato due mondi che negli anni si sono allontanati. Scienza e politica non devono essere estranei”.
 
Insomma in Senato è stato gettato un ponte affinché inizi una nuova fase di collaborazione tra due realtà che devono camminare insieme. Gli interventi che si sono succeduti nel corso della giornata hanno tracciato un quadro della situazione che si schiude davanti a noi. Quello che la scienza chiede è di essere inserita nell’agenda politica, sia in termini di scelte che in termini sostenibilità della ricerca. 

10 dicembre 2013
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