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Governo. Letta: “Abbiamo abolito il finanziamento ai partiti. Promessa mantenuta”


“Da oggi l’abolizione del finanziamento ai partiti è legge dello Stato”. Lo ha detto il premier Letta al termine del Consiglio dei ministri annunciando il decreto che recepisce il testo approvato dalla Camera. D’ora in poi il finanziamento sarà basato sulla volontarietà dei contributi dei cittadini. Scetticismo di FI e M5S.

13 DIC - L’anteprima, se così si può chiamare, è arrivata stamattina da un tweet dello stesso Enrico Letta in cui annunciava l’abolizione da parte del governo del finanziamento pubblico ai partiti. A stretto giro di posta la conferma dal vicepremier Angelino Alfano, che sempre sul social faceva sapere “In Cdm abbiamo appena abolito il finanziamento pubblico ai partiti”. Aggiungendo con tono di giubilo “Per decreto. Impegno mantenuto!”. Ultimo in ordine di tempo sempre su Twitter, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, che con il Cdm in corso faceva sapere ai suoi follower “E una è andata: abolito finanziamento pubblico dei partiti! Ora avanti con la riduzione del numero dei parlamentari”.
 
“Ad aprile avevamo detto che tra le priorità c’era l’abolizione dell’attuale regime dei contributi e dei rimborsi ai partiti – ha detto Letta nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito al Consiglio dei ministri – con l'avvio di un altro sistema basato sulla volontarietà dei contributi da parte dei cittadini. Dopo l’iter parlamentare, poiché' l’anno sta finendo, come ho annunciato mercoledì nel chiedere la fiducia abbiamo deciso di chiudere perché il provvedimento ha una fase transitoria e spostare di qualche settimana avrebbe allungato i tempi”.
 
Dunque il governo, in un momento che rischia di farsi difficile, con le piazze che cominciano ad agitarsi, tenta di compiere un passo concreto nella direzione della credibilità e con un decreto legge recepisce il ddl sul nuovo sistema di finanziamento non pubblico ai partiti già approvato dalla Camera ma poi arenatosi in Senato. Ovviamente adesso ci sono i 60 giorni per la conversione del decreto legge.
 
“Quando il governo è nato – ha spiegato Letta – tra le priorità c'era la definitiva abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, dei contributi dei e rimborsi per sostituirlo con un nuovo sistema basato sulla volontarietà dei cittadini. Con l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti “assegniamo tutto il potere ai cittadini. Il cittadino che vuole dare un contributo a un partito lo può fare attraverso il 2 per mille o con contribuzione volontaria". Il sistema ha aggiunto il premier “non frega il cittadino” perché' “l'inoptato rimare allo Stato”.
Nella nuova disciplina sul finanziamento dei partiti “c’è anche l'obbligo della certificazione esterna dei bilanci dei partiti politici”. Questo meccanismo molto stringente, secondo Letta “renderà impossibile si torni agli scandali degli anni scorsi”.
 
Il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, ha spiegato che “il decreto che abolisce il finanziamento pubblico dei partiti riproporrà il testo della Camera dei Deputati che verrà mandato al Senato e se ci sarà la necessità di fare qualche correzione sarà fatta dal Parlamento e non dal governo”. Il ministro si è soffermato poi sul meccanismo delle contribuzioni volontarie: “lo Stato – ha riferito Quagliariello – può agevolare queste contribuzioni”, ma tutto dipende dalla politica che in questo modo “fa una scommessa sulla possibilità di una ripresa della partecipazione attiva dei cittadini”.
 
Soddisfatto il vicepremier Angelino Alfano che nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo la riunione del Consiglio dei ministri, si dice convinto che lo stop al finanziamento dei partiti consentirà di ecuperare consenso e fiducia da parte dei cittadini”.
“Oltre al consenso e al voto dei cittadini, ora i partiti possono chiedere anche una 'x' attraverso il 2 per mille. La filosofia – ha concluso Alfano – è proteggere la democrazia: se vuoi puoi finanziare la tua idea”.
 
Scettici FI e M5S
Ai toni trionfanti del governo però hanno fatto da contraltare lo scetticismo di Forza Italia e del MoVimento 5 Stelle. “Il governo Letta la presenta come una conquista, io penso invece che l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sia un grave errore che inciderà profondamente ed in negativo sulla qualità della nostra democrazia”. A parlare il senatore Fi-Pdl, Altero Matteoli. “Con nonchalance e una forte dose di demagogia Letta, Alfano, Quagliariello e gli altri ministri – ha aggiunto Matteoli – annunciano questa conquista. Per essere efficace ed al servizio dei cittadini, la politica deve essere organizzata e i partiti sono indispensabili fermo restando un serio controllo sulle loro spese. Con questo provvedimento sbagliato, si obbligano i partiti a cercare i finanziatori che poi li condizioneranno nelle scelte. Siamo di fronte ad un errore drammatico. Auspico che il Parlamento rifletta prima di dare il via libera a questo decreto”.
 
In scia con questo tono anche il leader del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che sempre su Twitter, si rivolge a Letta chiedendo la restituzione “dei 45 milioni di euro, frutto dei rimborsi elettorali del Pd”. E in più intima al premier di finirla con le “chiacchiere”. 

13 dicembre 2013
© Riproduzione riservata

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