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Pandemie globali. Dal 'G7' della Salute la proposta per centrali uniche europee per l'acquisto dei vaccini pandemici


Ma anche un piano per lo scambio rapido dei campioni biologici. Le due proposte al centro dell'incontro a Roma delle autorità sanitarie dei Paesi del G7, più Messico, Commissione Ue e Oms in occasione del 14° Global Health Security Initiative. Si è parlato anche di come affrontare la resistenza antimicrobica e potenziare la rete globale di sicurezza. IL COMUNICATO CON LE AZIONI DEL GHSI

13 DIC - I virus non sanno la geografia e soprattutto non aspettano le burocrazie. Questo il concetto alla base della della Global Health Security Initiative (Ghsi) che oggi a Roma ha tenuto il suo 14° incontro. La Ghsi è composta dai Paesi del G7(Italia, Canada, Uk, Usa, Germania, Francia e Giappone) più il Messico, la Commissione europea e l’Oms. L’incontro ha dettato quelli che saranno nel prossimo futuro gli obiettivi da perseguire per rafforzare gli strumenti di allerta, sorveglianza e monitoraggio rispetto a minacce chimiche, biologiche e radio-nucleari, di influenza pandemica o di altre malattie infettive emergenti, come il coronavirus Mers, virus della nuova aviaria H7N9. Il prossimo incontro del Ghsi si terrò in Giappone il prossimo anno.
 
Ma uno dei temi più caldi è stato quello della predisposizione di un piano di azioni integrate volte alla velocizzazione degli scambi fra campioni biologici nei casi di emergenza pandemica o di insorgenza di nuove influenze o di nuovi ceppi di virus. "La possibilità di scambiare in tempi rapidissimi i campioni biologici - ha specificato aprendo la conferenza stampa il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - evita che ci siano delle eccessive lungaggini che in questi casi possono mettere a rischio le vite delle persone”. Il Ministro ha poi ricordato come il Ghsi sia attivo dal 2001 e come l’obiettivo sia quello di una sempre maggiore sicurezza globale. “La forza – ha sottolineato Lorenzin - di questo meeting è il fatto di avere un forte supporto scientifico, ma allo stesso tempo è informale nell'approccio. Così si ha la capacità di intervenire in tempi reali su più fronti, con l'aiuto dei Paesi di tutti i continenti, ma anche con l'Oms e l'Ue". Oltre allo scambio veloce dei campioni Lorenzin ha elencato tutta una serie di altre tematiche che sono state oggetto di discussione, dalla resistenza antimicrobica, allo sviluppo di nuove molecole e di cure alternative, senza dimenticare i protocolli di sicurezza per le catastrofi radio nucleari (vedi Fukushima).
 
"A livello internazionale si sta lavorando con l'Oms - ha poi aggiunto il Ministro - per una strategia globale che possa affrontare il tema dell’aumentata resistenza agli antibiotici. Uno degli elementi emersi come necessari è quello di dissuadere dall'utilizzo di questi medicinali quando non sono strettamente necessari, sia per la cura degli esseri umani che degli animali".
 
Ma per Lorenzin è fondamentale puntare anche sull’utilizzo di altri tipi di molecole che combattano i batteri al posto degli antibiotici. L'Italia ha già fatto campagne per ridurre l'uso di questi farmaci e per dissuadere alla non auto-prescrizione da parte dei cittadini, così come nell'Ecm affrontano questo tema medici e pediatri. È veramente importante non utilizzare gli antibiotici se non strettamente prescritti dal medico, perché può darsi, che più avanti, in un'altra fase della propria vita, quando se ne ha veramente bisogno, queste sostanze non facciano più niente".
 
Sull’importanza della condivisione dei campioni si è trovato d’accordo anche il ministro della Salute del Canada Rona Ambrose che ha ricordato anche la necessitò di una “stretta collaborazione e azioni coordinate sull’antibiotico resistenza”. Per il ministro della Salute tedesco Daniel Bahr “i virus non rispettano i confini geografici e per questo bisogna affrontare la questione tutti insieme. Bisogna inoltre considerare i viaggi: le persone, le merci circolano ogni giorno. Il successo del Ghsi è che agisce dietro le quinte e permette quindi di avere un sistema di sicurezza molto attivo. Ma è chiaro che dobbiamo andare oltre gli Stati che lo compongono”.
 
“Il mondo è sempre più piccolo” , ha detto con una battuta Frederick Howe, sottosegretario alla Salute del Regno Unito, riferendosi alla globalizzazione di merci e persone. “La sicurezza sanitaria acquista dunque sempre più importanza e noi vogliamo garantire un ambiente sicuro alla comunità internazionale".

Per Nicole Laurie, Assistant Secretary for Preparedness and Response del Dipartimento di Salute e servizi umani degli Stati Uniti dobbiamo mantenere alta la soglia di attenzione perché “no possiamo sapere quale sarà la prossima minaccia per la salute pubblica ma la collaborazione internazionale è stata fondamentale nel caso di Mers e H7N9".
 
"Le minacce per la salute aumentano e diventano sempre più complesse - ha evidenziato Keiji Fukuda, Assistant Director-General, Health Security and Environment dell'Oms – così come i pericoli sociali ed economici a esse legati. I nuovi ceppi di aviaria, l'antibiotico resistenza, sono alcune delle sfide più difficili legate alle malattie infettive, per poter proteggere tutti i Paesi del mondo".
 
In chiusura di conferenza c’è stato poi l’intervento di John F. Ryan della commissione europea e in rappresentanza del commissario Ue Tonio Borg che ha annunciato come in Europa dal 2014 si andrà verso un approvvigionamento unico per i vaccini. Per ora il sistema (la cui adesione è facoltativa) è previsto solo contro il rischio di pandemie influenzali, ma in futuro anche su vaccini di altro tipo. "Dal 2014 - ha detto Ryan - inizieranno delle gare per chi lo vorrà. Durante la pandemia influenzale del 2009 i Paesi europei hanno acquistato i vaccini in maniera autonoma, ma dopo quella vicenda  i ministri della Salute si erano riuniti per chiedere se la possibilità di un approvvigionamento congiunto”. 
 
 
L.F.

13 dicembre 2013
© Riproduzione riservata

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