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Decreti-legge, Grasso scrive ai Presidenti delle Commissioni. In caso di mancata collaborazione improponibili tutti gli emendamenti aggiuntivi


Il presidente del Senato dà immediato seguito al richiamo di Napolitano. “Auspico che il vaglio sulla proponibilità degli emendamenti riferiti ai decreti legge sia particolarmente scrupoloso e attento, specialmente sotto il profilo della necessaria coerenza per materia con il testo del decreto”.

28 DIC - La Presidenza del Senato "ove non dovesse riscontrare la necessaria collaborazione di tutti i soggetti istituzionali e politici coinvolti, potrà giungere fino all'estrema e drastica misura di dichiarare improponibili tutti gli emendamenti aggiuntivi di nuovi commi o nuovi articoli" ai disegni di legge in discussione, "in attesa di auspicate proposte di modifica del Regolamento". E' quanto scrive il Presidente del Senato, Pietro Grasso, nella lettera inviata oggi ai Presidenti delle Commissioni permanenti di Palazzo Madama e, per conoscenza, al Ministro per i rapporti con il Parlamento.
 
Di seguito il testo integrale della comunicazione inviata ai Presidenti di Commissione.
Con lettera del 27 dicembre, indirizzata ai Presidenti delle Camere e, per conoscenza, al Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Repubblica, con riferimento all'iter parlamentare del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, ha richiamato l'attenzione sulla "necessità di verificare con il massimo rigore l'ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione" dei decreti-legge. Di tale lettera ho immediatamente informato la Conferenza dei Capigruppo convocata ieri e dato lettura all'Assemblea nella seduta odierna.
 
Il Capo dello Stato, nel ricordare i richiami già formulati nelle scorse legislature da lui medesimo e dal Presidente Ciampi, ha nuovamente sottolineato l'esigenza di rispettare "i principi relativi alle caratteristiche e ai contenuti dei provvedimenti di urgenza stabiliti dall'articolo 77 della Costituzione e dalla legge di attuazione costituzionale n. 400 del 1988" come "ribaditi in diverse pronunce della Corte costituzionale".
 
Nel condividere pienamente e riaffermando l'essenzialità di tali considerazioni, ricordo che la Giunta per il Regolamento del Senato, con il parere dell'8 novembre 1984, ha chiarito che i criteri di proponibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge debbono "tenere conto anche della indispensabile preservazione dei caratteri di necessità e di urgenza già verificati con la procedura prevista dall'articolo 78 del Regolamento, con riferimento sia al decreto-legge che al disegno di legge di conversione".
 
Com'è noto la Corte costituzionale, con la sentenza n. 22 del 2012, richiamata nella lettera del Presidente della Repubblica, ha osservato che "l'inserimento di norme eterogenee rispetto all'oggetto o alle finalità del decreto spezza il legame logico-giuridico tra la valutazione fatta dal Governo dell'urgenza del provvedere e i provvedimenti provvisori con forza di legge", ribadendo che "la necessaria omogeneità del decreto-legge deve essere osservata anche dalla legge di conversione".
 
Anche la 1a Commissione permanente del Senato, nella seduta del 9 luglio scorso, ha adottato specifiche linee guida sulla qualità della legislazione, in particolare sottolineando, con riferimento alla decretazione d'urgenza, che "l'omogeneità è ormai da considerarsi, a seguito della più recente giurisprudenza costituzionale, un parametro di costituzionalità che può orientare l'attività consultiva della Commissione affari costituzionali in sede di esame degli emendamenti ai decreti-legge".
 
Esprimo pertanto una forte raccomandazione ai Presidenti delle Commissioni permanenti per il più rigoroso rispetto di tali principi, affinché il vaglio sulla proponibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge sia particolarmente scrupoloso e attento, specialmente sotto il profilo della necessaria coerenza per materia con il testo del decreto. Diversamente, la Presidenza non esiterà, nel corso della successiva discussione in Assemblea, a dichiarare improponibili, per estraneità alla materia, emendamenti di qualunque provenienza, anche se presentati dai relatori o dal Governo o già approvati dalla Commissione con pareri favorevoli degli stessi relatori e dei rappresentanti dell'Esecutivo.
 
Segnatamente, come preannunciato alla Conferenza dei Capigruppo, la Presidenza, ove non dovesse riscontrare la necessaria collaborazione di tutti i soggetti istituzionali e politici coinvolti, potrà giungere fino all'estrema e drastica misura di dichiarare improponibili tutti gli emendamenti aggiuntivi di nuovi commi o nuovi articoli, in attesa di auspicate proposte di modifica del Regolamento. Nel confidare nella Sua collaborazione, Le invio i miei migliori saluti.

28 dicembre 2013
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