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Ciao 2013/19. Marroni (Toscana): “Un anno in cui abbiamo gettato le basi per il futuro. Risparmi spending restino in sanità”

di L.F.

Ma per l’assessore alla Sanità non bisognerà in ogni caso abbassare la guardia, perché “non è sufficiente avere buone idee, occorre lavorare sodo”. E sul Patto per la Salute: “Con la copertura dei ticket chiusura potrà essere veloce”. E poi sulla Spending review: “I risparmi restino nel comparto, la sanità ha già dato”.

09 GEN - Obiettivo ridurre le spese, riorganizzare e mantenere alta la qualità. Questo la direttrice entro cui ci si dovrà muovere secondo l’assessore alla Sanità della Toscana Luigi Marroni che in quest’intervista fa il punto sull’anno appena trascorso e le sfide per il prossimo. Molti i temi toccati, a partire dal Patto per la Salute, su cui si apriranno a breve le ‘vere’ trattative. E poi il Titolo V che “ha avuto un impatto positivo” e i costi standard che “andranno modificati perché per come sono ora sussistono problemi di calcolo”.
 
Assessore Marroni come valute l’anno ‘sanitario’ appena trascorso?
Un anno duro dove però si è iniziato a marciare nella giusta direzione. Partiamo col dire che il 2013 è venuto dopo un biennio in cui sono stati varati pacchetti legislativi che hanno pesantemente inciso sulle risorse e quindi l’annata ha visto chiaramente la questione della tenuta economica al centro dell’attenzione. Ma contemporaneamente allo sforzo di contenimento della spesa, e mi riferisco in particolar modo alla mia Regione, abbiamo deciso di approntare una seria riorganizzazione dei numerosi piccoli tasselli che compongono il sistema. Non una riforma ‘monstre’, perché credo che non serva.
 
E che strada avete scelto?
Il nostro obiettivo era quello di salvaguardare la qualità del nostro servizio come testimonia anche l’Agenas e al contempo ottimizzare le limitate risorse. Nell’ultimo abbiamo ridotto del 2% i costi operativi ma accanto a questo abbiamo approntato tutta una serie di piccole riforme strutturali. Alcune stanno già dando i loro frutti, altre richiedono più tempo.
 
A cosa si riferisce?
In primis penso al potenziamento dell’assistenza territoriale. Il nostro percorso iniziato a fine 2012 prevede la riorganizzazione e la ridefinizione dei piccoli ospedali. In questo senso abbiamo anche coinvolto i sindaci con cui abbiamo firmato dei veri e propri patti territoriali (ad sono 100 i comuni aderenti). La nostra intenzione è poi quella di potenziare del 25% il Chronic care model. Stiamo poi predisponendo 100 Case della Salute. Fondamentale in questo senso è stato poi l’accordo con i medici di medicina generale per lo sviluppo delle AFT e dell’h 16. Certo, non c’è la bacchetta magica, tutto è perfettibile ma ci vuole tempo per vedere i frutti delle riforme e per vincere le resistenze. Non c’è solo il territorio, accanto a questo c’è la riorganizzazione ospedaliera e delle centrali del 118, la centralizzazione dei laboratori di sanità pubblica, la creazione di un unico software informativo regionale, senza dimenticare come la costruzione con un unico progetto di 4 nuovi ospedali (Prato, Pistoia, Lucca, Massa) e stiamo cercando di introdurre il modello degli ospedali per intensità di cura.
 
Certo, ora non mi vorrà dire che sono tutto rose e fiori.
Assolutamente no, il percorso è stato ed è molto difficoltoso, a prescindere dall’impatto che certe misure hanno avuto su operatori e cittadini, in alcuni casi si sono allungate le liste d’attesa e in ogni caso come le dicevo prima tutto si può e si deve migliorare. Ma se stiamo riuscendo a rendere meno costoso e più efficiente il sistema mantenendo alta la qualità lo dobbiamo soprattutto agli sforzi fatti dagli operatori.
 
Usciamo dal contesto regionale. Per la sanità italiana in senso lato però non si può certo dire che il 2013 sia stato denso di decisioni. Penso per esempio al Patto per la Salute
Come lei sa prima di sedersi al tavolo le Regioni avevano posto la pregiudiziale della copertura dei 2 mld di ticket. Visto che le risorse sembrano essere state garantite a breve vi sarà un primo vero incontro che entrerà nel merito della questione dopo che sono stati attivati i 10 dieci tavoli di lavoro. Ma sono convinto che si potrà arrivare velocemente all’accordo.
 
E sui costi standard?
Sulla questione abbiamo indicato come prevedeva la legge le tre regioni benchmark per il 2013 ma la Conferenza delle Regioni ha proposto anche di rivedere la formula perché così com’è ci sono problemi di calcolo. Sarà dunque necessario apportare delle modifiche per il prossimo anno.
 
Che ne pensa della sanità dopo la riforma del Titolo V della Costituzione?
In questo periodo, volendo fare una battuta, le Regioni non sembrano andare di moda. Ma credo invece che la riforma abbia portato benefici soprattutto dal lato gestionale e amministrativo e ha rafforzato anche il controllo dei cittadini sulla gestione sanitaria. È chiaro che ci sono stati (il riferimento è ai primi anni di applicazione) e ci sono problemi ma nel complesso il sistema è migliorato rispetto al passato.
 
Che prospettive intravede invece rispetto al nuovo anno?
Il Patto per la Salute rappresenta certamente un tassello decisivo da raggiungere e su cui, tra l’altro, dovremo inserire misure per la valorizzazione del personale. Serve un approccio innovativo su questo tema a partire per esempio dalla ridefinizione delle carriere. In generale credo che chi ha iniziato a lavorare per migliorarsi debba proseguire su questa strada mentre chi è rimasto indietro dovrà dare ancora di più per agganciare i timidi segnali di ripresa economica. Non è sufficiente avere buone idee, occorre lavorare sodo.
 
Nel 2014 vi sarà anche la Spending review. La sanità rimarrà immune dai tagli o no?
In questi ultimi anni la sanità ha già subito tagli ingenti di risorse, siamo uno dei pochi comparti del Paese che primeggia nelle classifiche mondiali, e costiamo anche meno degli altri. Credo quindi che i risparmi che si riusciranno ad ottenere dovranno essere reinvestiti nel comparto per esempio per continuare ad acquistare i nuovi farmaci e nuovi dispositivi.
 
Cosa pensa invece del Governo Letta? Deve proseguire il suo cammino o sarebbe meglio andare alle urne?
A prescindere dalla necessità di una nuova riforma elettorale credo che il lavoro che abbiamo fatto in questo periodo con il Governo (vedi Patto per la Salute) non debba essere buttato per cui auspico una continuità. È chiaro, ma questo vale per qualsiasi Esecutivo, che se l’attività dovesse paralizzarsi sarebbe meglio tornare alle urne.
 
L.F.
 
Per leggere le altre interviste di bilancio sanità 2013, vai allo "Speciale".

09 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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