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Anteprima. Competenze infermieristiche. Pronta la bozza di accordo Stato Regioni. Il testo


La nuova bozza è finalmente pronta e sta per essere inviata agli altri ministeri competenti per il parere prima di essere trasmessa ufficialmente alla Conferenza. Obiettivo: ridefinire, implementare e approfondire le competenze e le responsabilità professionali dell’infermiere e dell’infermiere pediatrico. IL TESTO DELLA BOZZA E DELLA RELAZIONE TECNICA ALL’ACCORDO.

29 GEN - Dopo mesi di trattative e verifiche tra le parti è ormai prossimo alla Stato Regioni l’accordo per le nuove competenze infermieristiche. Manca solo l’avvallo degli altri dicasteri interessati, Mef e Miur, (fondamentale ovviamente quello dell'Economia, che dovrà verificare l’assenza di maggiori oneri per il Ssn) e poi i 6 articoli dell’intesa andranno all’esame della Conferenza (dove il sì delle regioni dovrebbe essere scontato anche alla luce di una recente lettera di Errani a Lorenzin).
 
Il testo della bozza di accordo è accompagnato da una relazione tecnica risultante dal lavoro del tavolo Ministero Regioni sui nuovi profili professionali, utile a capire finalità e “respiro” dell’accordo che si muove nel quadro normativo attuale, senza prevedere nuove norme ma limitandosi a dare attuazione a quanto già previsto dai diversi interventi normativi che hanno modificato il profilo e il percorso formativo dell’infermiere.
 
La bozza di accordo individua sei aree di intervento:
AREA CURE PRIMARIE – SERVIZI TERRITORIALI/DISTRETTUALI
AREA INTENSIVA E DELL’EMERGENZA URGENZA
AREA MEDICA
AREA CHIRURGICA
AREA NEONATOLOGICA E PEDIATRICA
AREA SALUTE MENTALE E DIPENDENZE
 
All’interno di queste aree – specifica la bozza di accordo - si dovranno definire le modalità e i percorsi validi su tutto il territorio nazionale per riconoscere e promuovere lo sviluppo delle competenze e delle responsabilità professionali dell’infermiere e dell’infermiere pediatrico al fine di favorire lo sviluppo delle funzioni professionali in correlazione con gli obiettivi di educazione, prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione previsti dalla programmazione sanitaria nazionale e regionale.
 
Sarà compito delle Regioni, previo confronto con le rappresentanze professionali e sindacali, definire, all’interno del processo di accreditamento professionale, i criteri per lo sviluppo delle competenze degli infermieri e la conseguente revisione dei modelli organizzativi, sia ospedalieri che territoriali, a iniziare dall’organizzazione dei presidi ospedalieri per intensità di cure e dai modelli per complessità assistenziale, in relazione alle esigenze regionali e professionali.
 
La formazione
Sempre le Regioni, sulla base di una specifica intesa con le rappresentanze sindacali e professionali, dovranno definire, in collaborazione con l’università, entro 180 giorni dall’approvazione dell’accordo, i percorsi attuativi e i criteri per riconoscere pregresse specifiche esperienze, nonché i percorsi formativi da effettuarsi in ambito regionale o aziendale, anche ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi universitari (CFU).
 
L’accordo prevede poi un apposito decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica, di concerto con il Ministero della salute, e d’intesa con le regioni e province autonome, per definire gli indirizzi per dare corso alla formazione dell'infermiere specialista, in attuazione dell’articolo 6, comma 1, lettera c), della legge 1° febbraio 2006, n. 43, nonché i criteri per il riconoscimento dei crediti formativi universitari (CFU) relativi ai percorsi pregressi effettuati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano.
Ai fini di testare il nuovo corso, l’accordo prevede anche che le regioni e le province autonome promuovano specifiche e innovative sperimentazioni clinico-assistenziali, gestionali e formative, avendo come riferimento una moderna ed efficace integrazione delle competenze all’interno di equipe multi-professionali.
 
La sperimentazione
Ma non basta. Per promuovere lo sviluppo omogeneo delle competenze professionali e dei conseguenti modelli organizzativi nel Servizio sanitario nazionale nonché per promuovere e diffondere le buone pratiche nonché per disincentivare modelli che non abbiano prodotto miglioramenti in termini di efficacia ed efficienza, l’accordo prevede l’ istituzione di un Osservatorio nazionale delle buone pratiche professionali e organizzative. Vi parteciperanno i rappresentanti del Ministero della salute, delle regioni e le rappresentanze professionali e sindacali.
 
Le prospettive
A dare il quadro generale e soprattutto le prospettive che potranno aprirsi con questo accordo è la relazione tecnica che accompagna la bozza e che scaturisce dal lavoro congiunto del tavolo ministero regioni.
 
L’accordo, infatti, apre la via:
 
- a una nuova visione contrattuale, dove – si legge nel documento - porre in essere un sistema di flessibile dinamicità, escludendo ingessature organizzative, nelle progressioni di carriera e favorendo meccanismi di valorizzazione professionale capaci di riconoscere il valore e il contributo posto da parte del singolo professionista nel processo assistenziale/organizzativo per il tempo di effettivo e positivo esercizio della competenza;
 
- a nuovi sviluppi nella formazione regionale, dove attivare una formazione, in collaborazione con l’università, finalizzata all’avanzamento delle competenze dell’infermiere.;
 
- a nuovi ambiti nella formazione universitaria, dove ridefinire i piani di studio della laurea triennale e magistrale nonché dei master condivisi in accordi tra ministeri e regioni al fine di rispondere alle necessità di sviluppo della professione infermieristica percorrendo in tal modo positive esperienze già mature in ambito internazionale, con una forte integrazione fra l’Università e il SSR affinché la formazione universitaria faccia proprie le necessità che nascono sia dall’evoluzione dei sistemi sanitari sia dalla necessità di sviluppare competenze professionalizzanti,
 
- e infine nell’accreditamento professionale sui diversi livelli di carriera, finalizzato – si legge ancora nel documento - allo sviluppo di un sistema di garanzia per il professionista e il cittadino basato sulla certificazione delle competenze del singolo, attraverso la costituzione a livello di ogni Regione o Provincia Autonoma di un Sistema di certificazione delle competenze capace di garantire coerenza tra lo sviluppo del sistema salute e la capacità dei professionisti di rispondere in termini di performance adeguate.  

29 gennaio 2014
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