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Governo. Travia (Fedir): “Chiediamo trasparenza e merito nella Pa”


Doppi, tripli o più incarichi nella Pa? “E’ ora di dire basta”. Dirigenti pubblici a tempo determinato? “Ok, ma solo se scelti per merito”. Sono queste le principali richieste del sindacato della dirigenza gestionale, tecnico e amministrativa di Asl e Ao al premier incaricato Matteo Renzi.

21 FEB - Fedir Sanità, il sindacato della dirigenza gestionale, tecnico e amministrativa di Asl e AO, chiede al premier incaricato, Matteo Renzi, “una legge semplice semplice per evitare il problema del cumulo degli incarichi pubblici e perché si agisca con trasparenza e merito nella PA”. Perché “da tecnici e dirigenti quali siamo – afferma il segretario nazionale di Fedir Sanità, Antonio Travia - registriamo quotidianamente le preoccupazioni di chi lavora nella sanità, così come le criticità”.

Ecco, in particolare, cosa secondo Fedir bisognerebbe fare subito:
1 - nella pubblica amministrazione bisogna avere un solo incarico retribuito. È impossibile che spesso vi siano casi di doppi e tripli incarichi, tutti ben pagati;
2 – non deve essere possibile ai pensionati di avere un incarico pubblico retribuito. Chi è pensionato deve fare spazio ai giovani. Casomai, potrebbe dedicarsi ad attività come docenze o tutoraggio, ma gratuitamente. Se i pensionati vogliono continuare a lavorare, nessuno glielo impedisce ma non devono percepire soldi pubblici. Possono farlo privatamente.

“Se questi due punti fossero oggetto di una nuova legge – secondo Travia - eviteremmo almeno tre problemi ricorrenti: 1 - che spesso vengano dati gli incarichi alle stesse persone, senza nessun principio di meritocrazia e senza alcuna trasparenza; 2 - gli inevitabili conflitti d’interesse; 3 - che i giovani restino fuori perché ci sono sempre gli stessi che devono ruotare intorno ai posti disponibili”.

In merito ai dirigenti a tempo determinato, invece, Fedir non dice “no” a priori, “ma pretendiamo che Renzi sappia dimostrarci che tutti i dirigenti, a partire dai grandi manager, fino a quelli del più remoto ufficio pubblico, vengano scelti su base meritocratica e non su criteri di mera appartenenza politica, così come avviene, paradossalmente, da quando il rapporto di lavoro pubblico è stato privatizzato. I dirigenti pubblici devono poter lavorare in piena autonomia. La gestione, che per legge spetta a loro, grazie al grande bluff della fiduciarietà dell’incarico dirigenziale, di fatto, viene oggi più che mai attuata dalla politica e soprattutto – come possiamo facilmente verificare – dalla cattiva politica. In sanità, i direttori generali devono obbedire ciecamente al presidente della Regione e, poiché la loro scelta ha veramente poco di tecnico, non si vede come la loro azione possa essere efficace”.

Per Travia, in conclusione, “l’unico miracolo che Renzi dovrebbe compiere è quello di buttare veramente fuori la politica dalla cosa pubblica. Altrimenti è meglio che cambi strada. Fino ad oggi abbiamo avuto solo chiacchiere”.

21 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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