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Cannabis terapeutica. Capone (PD): "Importante giungere ad una legge quadro nazionale"


Questa le richiesta del componente della Commissione Affari Sociali della Camera, primo firmatario di un'interrogazione presentata al ministro della Salute. Per Capone la legge quadro dovrebbe regolamentarne l'uso ma anche prevederne la produzione "per sconfiggere i fenomeni di mercato nero". IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE

26 MAR - “E’ importante giungere ad una Legge Quadro nazionale che accolga la valenza terapeutica della cannabis, ne regolamenti l’uso, e possa prevederne anche la produzione per sconfiggere i fenomeni di mercato nero che i pazienti denunciano o l’impossibilità ad usufruire dei farmaci, considerato il loro costo altissimo e la difficoltà enorme nel reperirli sul mercato italiano. Ci sono le Disposizioni Ministeriali del 2007 firmate dall’allora Ministro Livia Turco, ci sono le Leggi regionali, ci sono le pubblicazioni scientifiche, e decine e decine di associazioni che si battono in questa direzione”. Così Salvatore Capone (PD), componente della Commissione Affari Sociali della Camera, primo firmatario di un'interrogazione al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sul tema.

Tre i quesiti posti al ministro: "Quali iniziative il Ministro voglia intraprendere dinanzi a un quadro complessivo così articolato, per permettere la piena attuazione di quanto già indicato nelle Disposizioni Ministeriali del 2007; se non ritenga ormai maturi i tempi per una Legge Quadro nazionale che, normando erga omnes la materia, riduca e risolva anche le difformità legislative da Regione a Regione, consentendo ai pazienti affetti da gravi e gravissime patologie di poter ricorrere in piena tranquillità e in piena sicurezza ai farmaci cannabinodi, secondo le corretta prescrizione medica e, in via transeunte e nelle more, non ritenga utile e necessaria l’adozione di regolamenti attuativi allo scopo; se anche relativamente ai temi della coltivazione e produzione nel nostro Paese non ritenga utile accogliere le proposte avanzate in via transitoria, tali da favorire la produzione e la preparazione di farmaci nel nostro Paese, e di conseguenza permetterne l’utilizzo sotto il controllo medico sconfiggendo in al modo la necessità di ricorrere al mercato nero”.

“Ho seguito con molta attenzione - ha detto Salvatore Capone - il dibattito nazionale sviluppatosi in seguito alla decisione del Governo di non impugnare la Legge regionale Abruzzese, così come il clamore intorno alla nascita del primo Cannabis Social Club d’Italia nato a Racale, e sostenuto anche dal Sindaco, Donato Metallo. E non sfugge l’allarme recente, a proposito del Decreto Ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 21 marzo scorso, che significherebbe – a parere delle associazioni – un passo indietro per la cannabis terapeutica, rischiando di vanificare l’azione di quelle Regioni che hanno legiferato in questi anni in attuazione delle Disposizioni del 2007. Ecco perché abbiamo ritenuto, con i colleghi della Commissione Salute, urgente e necessario riavviare il confronto e la discussione al nostro interno e con la Ministro Lorenzin, mentre ulteriori proposte di legge si aggiungono a quelle già presentate alla Camera e al Senato. Favorire l’uso della cannabis terapeutica, dimostratasi in numerosissime patologie fortemente invalidanti un rimedio eccezionale, significa accogliere la domanda di salute e di qualità della vita che giunge dai pazienti - ha concluso Capone -. Una domanda a cui non possiamo rimanere sordi, e che dobbiamo essere capaci di accogliere compiutamente, permettendo ai malati un uso sicuro della cannabis terapeutico, e impendendo fenomeni di mercato nero e speculazione sul dolore di queste persone”.

26 marzo 2014
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