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Direzione PD. Renzi: "Lunedì da CdM via libera a riforma Senato e Titolo V". Guerini e Serracchiani vicesegretari

di Giovanni Rodriquez

La governatrice del Friuli sarà la speaker, mentre a Guerini spetterà il ruolo di coordinatore unico. Il premier ha poi annunciato che la riforma del Senato e del Titolo V avranno la precedenza a Palazzo Madama sulla discussione sull'Italicum. Il semestre italiano sarà un'occasione per poter "ripensare l'Europa"

28 MAR - "L'Italicum è già passato alla Camera con modifiche giudicate, dai più, come positive. Abbiamo però deciso di discutere la legge elettorale al Senato, solo dopo che Palazzo Madama avrà affrontato il ddl costituzionale di superamento del Senato e della riforma del Titolo V". Questo l'annuncio dato dal presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, nel corso della Direzione del PD, chiamata a dare il via libera proprio alla bozza di riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione. Un testo che, come annunciato dallo stesso premier, riceverà il via libera da parte del Governo già il prossimo lunedì nel corso del Consiglio dei Ministri. Non vi è stato alcun accenno, però, da parte di Renzi, sulle indiscrezioni trapelate nelle scorse ore riguardanti  la scelta di eliminare la legislazione concorrente in materia di tutela della salute, consegnando di fatto la materia alle Regioni, fatta salva la lettera m) dello stesso articolo 117 della Costituzione che assegna allo Stato in via esclusiva la determinazione dei Lea che devono essere garantiti su tutto i territorio nazionale.
 
Nel corso del suo intervento Renzi ha poi confermato, per ora in via 'ufficiosa', la nomina a vicesegretari di Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, che ricopriranno rispettivamente il ruolo di coordinatore unico e speaker.
 
Tra le riforme richiamate da Renzi nel corso del suo intervento non è mancata quella che prevede il superamento delle Province, il cui disegno di legge, già approvato in Senato, ha l'obiettivo di "ridurre il numero delle persone che fa politica in Italia, questo è il nodo". "Stiamo facendo le cose che abbiamo promesso - ha detto Renzi - come nel caso della vendita delle auto blu, che ha anche una componente demagogica, visto che non si risanano i bilanci dello Stato vendendo le auto blu, ma ne abbiamo di più degli altri Paesi europei ed era giusto intervenire". Il Governo così facendo, secondo Renzi, riesce a "mettere in difficoltà il M5S costringendolo a rincorrerci. Loro parlano e noi risolviamo".

Passando poi rapidamente al jobs act, il premier, respingendo i "toni da ultimatum", ha sottolineato come il governo in questo modo riesca a "dare al lavoratore dipendente una quattordicesima". "Nella storia del Paese - ha proseguito - non c'è stato un accordo contrattuale o sindacale in grado di dare più soldi di quello che facciamo noi".

Infine, in vista delle prossime elezioni europee, il segretario del PD ha giudicato un "errore clamoroso" l'eventuale presenza del suo nome nel simbolo. "Non esiste che alle Europee ci sia il nome del segretario sul simbolo. Sulle europee in particolare sarebbe un errore clamoroso. Discorso diverso andrebbe fatto per le politiche". Sempre in chiave europea, il premier è tornato a parlare del semestre di presidenza italiana come di un'occasione da sfruttare per chiedere una "riflessione su cosa sia l'Europa e come sia possibile cambiarla". Ma prima di arrivare a questo, ha ribarito, sarà necessario "fare i nostri compiti a casa in modo da far acquisire credibilità alle nostre richieste". 
 
Giovanni Rodriquez

28 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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