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Lorenzin: “Non rinunceremo mai al nostro modello universalistico. Ma il sistema sanitario così com’è non può reggere”


Lo dice oggi il ministro della Salute in un’intervista al Quotidiano Nazionale. E il riferimento è a quella frase del Def dove si dice che il modello del Ssn va ripensato. “Dobbiamo adeguarci ai mutamenti della società e rendere più efficienti le prestazioni senza gravare sulle tasche degli italiani”. Se non si cambia il sistema non reggerà più di tre-quattro anni.

15 APR - Quella frase del Def suscita dubbi. E non solo a noi che ne abbiamo scritto subito. Anche Andrea Cangini, firma del Quotidiano Nazionale evidentemente se li è posti. Tant’è che la sua intervista odierna a Beatrice Lorenzin parte proprio da lì.
 
“Ministro Lorenzin – chiede Cangini - nel Def il governo ha scritto che il sistema sanitario nazionale va ripensato, in che senso?”. La risposta di Lorenzin è chiara: “Nel senso che, così com’è, può reggere per altri tre o quattro anni, dopo di che senza interventi comincerebbe a cedere. Dobbiamo adeguarci ai mutamenti della società e rendere più efficienti le prestazioni senza gravare sulle tasche degli italiani. A fronte del progressivo invecchiamento della popolazione, negli ultimi cinque anni la Sanità ha subito tagli lineari per 25 miliardi. Così non si può andare avanti”.
 
Ma a scanso di qualsiasi equivoco sul futuro modello di sanità il ministro è netta: “Di sicuro, non rinunceremo al modello universalistico per cui tutti hanno comunque diritto al massimo delle cure”. Una fermezza non scontata in questi tempi di crisi, come nota la stessa Lorenzin che aggiunge rivolgendosi al giornalista: “Lo sa che in alcuni paesi del Nord Europa oltre un certo limite di età la Sanità pubblica rifiuta di effettuare trapianti o di erogare farmaci costosi? Beh, per noi sarebbe inaccettabile”.
 
E sulla spending review?: “Stiamo rivedendo la spesa per l’acquisto di beni e servizi – ribadisce Lorenzin - e faremo in modo di evitare le degenze ospedaliere inutili che producono costi altissimi, e grazie all’informatizzazione otterremo consistenti risparmi e un servizio più efficiente. Col Patto per la salute, poi, abbiamo previsto un meccanismo di ristrutturazione della spesa sanitaria e i risparmi andranno reinvestiti nel settore”
 
Un chiarimento anche sul ruolo delle Regioni. Va bene così com’è?: “No, affatto – risponde Lorenzin -. Basti pensare che la metà delle Regioni è commissariata. Occorre una riforma strutturale che passerà anche per un ripensamento dei ticket, per evitare che ad approfittarne siano anche gli evasori fiscali. Pensi che in alcune Regioni la media del 25% per le esenzioni arriva all’80%”.

15 aprile 2014
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